“Investire in Italia: attivare le potenzialità del Paese”
“Investire in Italia: attivare le potenzialità del Paese”
Editoriale a firma di Patrizia Celia – Head of Large Caps, Investment Vehicles & Market Intelligence - Primary Markets Borsa Italiana
La Direttiva 2011/61/UE del Parlamento Europeo, conosciuta come Alternative Investment Fund Managers Directive e recepita in Italia nel 2015, sottopone a disciplina uniforme tutti i Gestori di Fondi di Investimento Alternativi (GEFIA) che non ricadono nell’ambito di applicazione della Direttiva 2009/65/CE.
Vengono così ricondotti all’interno del perimetro della AIFMD i fondi e veicoli societari, quotati o non quotati, con caratteristiche alle volte molto diverse tra loro per struttura interna, strategia di investimento, mercati di riferimento e che storicamente gravitavano fuori dalla gestione collettiva del risparmio UCITS: Hedge Funds o fondi speculativi aperti e chiusi, fondi chiusi di Private Equity e Venture Capital, fondi chiusi di Private Debt, fondi Immobiliari, fondi Infrastrutturali e altri Specialised Investment Vehicles, società di investimento e altri.
All’interno della grande famiglia di FIA, il sottogruppo relativo ai FIA chiusi sta vivendo un momento di particolare dinamicità, grazie alla possibilità di investire con una strategia tipicamente di medio e lungo termine in una gamma ampia e diversificata di strumenti favorendo l’investimento in asset class di economia reale tipicamente non tradizionali e di difficile accesso diretto e facilitando la diversificazione del portafoglio e l’ottimizzazione del profilo di rischio-rendimento.
Vista la naturale capacità dei FIA chiusi di veicolare l’investimento di asset owner domestici e internazionali in asset class di economia reale domestica capaci di influenzare la crescita del Paese, il dibattito si sta ora spostando sulle modalità di ampliamento della base di investitori sottoscrittori. In tale contesto si inseriscono le considerazioni sulla quotazione dei FIA.
La quotazione dei FIA consente infatti di sfruttare l’IPO per concentrare gli sforzi di distribuzione, aumentare la platea di investitori professionali (e non professionali in caso di FIA aperti al retail), ottimizzare le risorse disponibili e rendere più efficienti eventuali meccanismi di liquidazione anticipata delle quote (o azioni) di FIA.
In tale contesto si inserisce il progetto di Borsa Italiana di riposizionamento del MIV, il Mercato regolamentato dedicato ai Veicoli di Investimento, quale mercato capace di supportare il fund-raising sia in fase di costituzione del veicolo (tramite IPO) sia in fase successiva (tramite aumenti di capitale) e ottimizzare i tempi tecnici di dismissione delle quote (o azioni) di FIA chiusi senza danneggiare la valorizzazione delle quote di tutti gli investitori che invece continueranno a tenere le quote in portafoglio.
La recente esperienza di quotazione di un fondo di Private Equity e l’importante pipeline di altri FIA con strategie di investimento in Venture Capital, Infrastrutture, Tecnologie, Energia Rinnovabile e altri settori tipici del Made in Italy evidenziano la fiducia dei promotori nella capacità del mercato di supportare la raccolta.