Sistema unico di vigilanza europeo
Il ruolo degli stress test
FTA Online News, Milano, 01 Dic 2014 - 09:56
L’istituzione del "Single Supervisory Mechanism", ovverosia un "sistema di vigilanza" su scala europea rappresenta il primo e più significativo passo verso l’edificazione dell’Unione bancaria. È concepito per salvaguardare la sicurezza e la solidità del sistema bancario europeo e per dare una svolta decisiva al processo d’integrazione bancaria dei 18 Paesi che partecipano all'euro.
Il 4 novembre 2014 ha segnato la data di entrata in vigore del Meccanismo unico di supervisione bancaria (SSM), introdotto per la prima volta nel corso del vertice Ue del 29 giugno 2012 e istituito dal Regolamento del consiglio n.1024/2013.
Il "Sistema unico di vigilanza" offre una visione integrata delle vulnerabilità del sistema bancario dell’area dell’euro ed impedisce un eccessivo accumulo di rischi nei singoli Paesi o nel complesso dell’area. Attraverso l’attribuzione di innovativi compiti di supervisione prudenziale alla Banca Centrale Europea - in stretta collaborazione con le Autorità di vigilanza nazionali - l’SSM ha il compito di vigilare sugli intermediari definiti significativi (mentre la supervisione delle restanti banche rimane sotto la responsabilità delle Autorità di ciascun Paese), in modo da rendere più efficaci, riducendone al tempo stesso l’onerosità, i controlli sulle grandi banche internazionali e favorire condizioni di parità concorrenziale. Le modalità pratiche con cui vengono ripartite le procedure di cooperazione tra Bce e Autorità nazionali è definita dalla "Framework Regulation" , emanata dalla BCE con il Regolamento n.468/2014 per assicurare il funzionamento efficace e coerente del nuovo sistema di vigilanza.
Una delle tappe fondamentali per la realizzazione del meccanismo di vigilanza unico è rappresentata dagli "Stress Test", una valutazione approfondita effettuata dalla BCE per verificare la tenuta dei bilanci bancari in scenari avversi. Gli Stress Test fanno parte di una valutazione più ampia, il cosiddetto "comprehensive assessment", che si compone anche di un’analisi dei rischi a fini di vigilanza (cioè una revisione della posizione di liquidità, del livello di indebitamento e della raccolta fondi) e di un’analisi sulla qualità degli attivi degli istituti (la cosiddetta "asset quality review", "AQR"), intesa a migliorare la trasparenza delle esposizioni bancarie. In pratica, viene analizzato il capitale di ciascuna banca per valutare le risorse che la banca può eventualmente utilizzare nel caso in cui si verifichi la necessità di dover assorbire perdite improvvise determinate da una crisi economica.
La soglia di capitale minimo da raggiungere per superare gli stress test è fissata da una percentuale che viene calcolata considerando tutte le attività della banca pesate per il rischio, attualmente pari al 5,5 per cento di tutte le attività pesate per il rischio. Entro il 2016 questa quota dovrebbe raggiungere l’8 per cento. Uno degli obiettivi principali degli stress test è sostanzialmente migliorare la fiducia reciproca all’interno del sistema finanziario in modo da rendere più agevoli i prestiti tra banche.