Il Dividendo
La Remunerazione del Capitale Investito
FTA Online News, Milano, 08 Gen 2008 - 17:15
Il dividendo è quella parte di utile che una società decide di distribuire ai suoi azionisti alla fine di ogni esercizio contabile come remunerazione del capitale investito.
E' l'assemblea ordinaria dei soci che, dopo aver approvato il bilancio, definisce tempi, modi e quantità degli utili da distribuire. L'assemblea decide l'ammontare di utili da distribuire sotto forma di dividendo dopo aver accantonato una quota da destinare a riserva legale e dopo aver trattenuto un'eventuale ulteriore somma da impiegare per reinvestimenti o finalità aziendali.
L'assemblea può anche decidere di non distribuire il dividendo per poter reinvestire gli utili oppure per coprire perdite e debiti accumulati nelle gestioni precedenti.
La più diffusa forma di erogazione dei dividendi è quella in contanti. Essi possono essere distribuiti anche sotto forma di azioni ("stock dividend”): ove si tratti di azioni di nuova emissione la distribuzione avverrà tramite un aumento gratuito di capitale.
Matura il diritto ad incassare il dividendo l'azionista che possiede l'azione all'apertura nel giorno in cui il titolo stacca la cedola. Il dividendo è riconosciuto all'azionista che possiede titoli presso la Monte Titoli S.p.a. nel giorno precedente la data di stacco.
Essendo la quotazione di un'azione di tipo 'tel quel', il prezzo dell'azione comprende anche gli utili; pertanto, nel giorno di stacco, il prezzo dell'azione verrà decurtato di un importo pari al dividendo (il titolo quoterà ex-dividendo). Anche gli indici verranno corretti per lo stacco del dividendo. Qualora l'azionista decidesse di mettere in vendita, tra la data di stacco e la data di pagamento i titoli posseduti, egli conserverebbe comunque il diritto ad incassare il dividendo. Nel giorno di pagamento poi, egli riceverà materialmente l' importo corrispondente al dividendo staccato. L'assemblea della società che approva il bilancio stabilisce, nel caso di distribuzione di dividendi, anche la data di pagamento che generalmente segue di tre giorni lavorativi la data dello stacco.
Le date di stacco e di pagamento del dividendo sono comunque regolate in base al Calendario di Borsa Italiana.
I possessori di azioni di risparmio devono ricevere dividendi maggiorati rispetto agli azionisti ordinari. Per i possessori di azioni privilegiate questa è invece solo una possibilità.
Il dividendo può essere ordinario o straordinario. Da un punto di vista aziendale per dividendo ordinario s’intende quello derivante da utili. In caso di dividendo straordinario, invece, all'azionista viene distribuita non tanto una quota degli utili realizzati durante l'esercizio, quanto una parte delle riserve di liquidità della società. Questa può derivare da accantonamenti effettuati negli esercizi precedenti, dalla vendita di rami d'azienda o essere riconducibile ad altre strategie societarie.
Da un punto di vista fiscale i dividendi straordinari derivanti da distribuzione di riserve da sovrapprezzo azioni o da interessi di conguaglio non sono soggetti ad imposizione.
Per quanto riguarda invece la tassazione dei dividendi ordinari, bisogna distinguere tra partecipazioni qualificate e non qualificate. Nel primo caso, il 60 % del dividendo percepito è esente da imposta mentre il 40 % è soggetto all'aliquota marginale del singolo percettore. In caso di partecipazioni non qualificate i dividendi percepiti dagli azionisti sono tassati integralmente con una ritenuta a titolo definitivo del 12,5 %.
Analogamente a quelli di società italiane, i dividendi di provenienza estera sono soggetti a ritenuta definitiva del 12,5 %.
Se i dividendi provengono da imprese residenti o domiciliate in Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato (quelli appartenenti alla cosiddetta Black list), l’imposta viene applicata sulla totalità della somma degli utili e degli altri proventi percepiti, a meno che il percipiente dimostri che fin dall’inizio la partecipazione non era stata acquisita al fine di localizzare il reddito in un Paese a tassazione ridotta.
Per quanto riguarda la tassazione dei dividendi in capo a società, vi sono differenze a seconda che si tratti di società di persone o società di capitali. Nel primo caso, i dividendi concorrono alla formazione del reddito d'impresa nella misura del 40 % del loro ammontare, a prescindere dal fatto che si tratti di partecipazione qualificata o meno. Nel caso di società di capitali, esse non godono di credito d'imposta ma di un'esenzione pari al 95%: i dividendi percepiti quindi concorrono alla formazione del reddito imponibile per un ammontare pari al 5 %. Se la società erogante il dividendo ha sede in un paradiso fiscale, l'esenzione del 95 % è riconosciuta solo se l'Agenzia delle Entrate stabilisce che i redditi percepiti sono stati oggetto di tassazione in un paese a "fiscalità ordinaria".