intervista
Intervista a Iginio Liberali
Presidente e Fondatore di LU-VE
Perché LU-VE ha deciso di passare al mercato principale di Borsa?
LU-VE è un’avventura fortunata. Sognata, pensata e poi realizzata. Da allora siamo diventati una “multinazionale tascabile”. Quando ci siamo quotati all’AIM nel 2015, avevamo preso un impegno con il mercato e con gli investitori. Lo abbiamo mantenuto. Ma il passaggio a MTA rappresenta soprattutto un punto di partenza, un’ulteriore spinta a crescere.
Cosa vi aspettate da questo passaggio?
Si tratta di un passaggio naturale. Ci aspettiamo una maggiore visibilità e attenzione da parte degli investitori. MTA per noi significa immaginare e progettare il futuro e quindi pensare. Questo passaggio ci dà l’opportunità di pensare - in modo diverso e più ampio - ai nostri prossimi obiettivi.
Dove affondando le radici della crescita di LU_VE?
Siamo nati nel 1986 a Uboldo (Varese). Fu una delle primissime operazioni di venture capital in Italia. Con un’operazione di management buy-out rilevai un’azienda fallita, la Contardo. Sorse LU-VE, che sta per Lucky Venture: un’avventura fortunata, appunto. Lo è stata davvero. Dal 1986 al 2016 il nostro fatturato è passato da 10,3 a 251,3 milioni. Dai 180 che eravamo siamo ora più di 2.400, di cui oltre 700 in Italia. Abbiamo dieci stabilimenti produttivi in sette paesi tra Italia, Rep.Ceca, Polonia, Svezia, Cina e India, oltre a un network di dodici uffici commerciali, tra Europa, Medio Oriente e Asia.
Quali sono le vostre più importanti applicazioni e a quali paesi vi rivolgete?
Produciamo macchine e componenti di qualità per diverse applicazioni: dalla refrigerazione commerciale e industriale al condizionamento dell’aria, civile, industriale e di precisione; dalle applicazioni industriali alla power generation; fino alle porte e sistemi di chiusura in vetro per banchi e vetrine refrigerate. Nostri prodotti sono installati nel Palais de l'Élyséee e nel Teatro Bolshoi (climatizzazione); nel Palazzo del Ghiaccio delle Olimpiadi di Soci (condizionamento e pista); nelle sale controllo del nuovo Canale di Panama; raffreddiamo i processi industriali o le gallerie del vento di tutti i maggior car maker europei e diverse centrali di power generation in Europa, Asia e Centro America. Il nostro fatturato è realizzato per quasi l’80% all’estero. In Europa operiamo sia su mercati maturi che su nuovi segmenti e nuove applicazioni, come per esempio i prodotti IoT. Puntiamo con decisione sui paesi emergenti, ma stiamo guardando con interesse anche ai mercati americani.
Come pensate di affrontare le sfide del futuro?
Siamo innovatori per tradizione. Lavoriamo in base al principio che la materia grigia è la nostra materia prima. Nella pratica significa che collaboriamo con 22 università e istituti di ricerca di 13 paesi in tre continenti. Dal 1986 facciamo ricerca e sviluppo con il Politecnico di Milano, con il quale abbiamo appena rinnovato l’accordo per il prossimo triennio. Queste sono le nostre solide basi per il futuro. LU-VE è la materializzazione del principio che le aziende sono prima di tutto donne, uomini e idee. A tutti loro va il mio ringraziamento per il risultato di oggi, ma soprattutto gli auguri per le prossime sfide.