ErreDue, pionieri dell’idrogeno a Piazza Affari
Il fondatore Enrico D’Angelo racconta storie e prospettive del gruppo integrato dell’elettrolisi dell’idrogeno
26 Apr 2023 - 17:26
“Siamo stati all’avanguardia nel settore degli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno e gas tecnici. In 22 anni di attività ErreDue ha costruito e installato più di 2.000 generatori di idrogeno, azoto, ossigeno e altri impianti in oltre 50 Paesi. Abbiamo fornito oltre 1.600 clienti e in media ogni anno ne contiamo 400 in attività.
Oggi tutti parlano delle prospettive dell’idrogeno per la transizione energetica, l’elettrificazione dei trasporti, la decarbonizzazione dell’industria; ma noi siamo nel settore da più di vent’anni e vantiamo una struttura verticalmente integrata che ci regala un posizionamento competitivo unico.
Quando abbiamo cominciato a realizzare generatori di idrogeno eravamo dei pionieri, facevamo tutto in casa. Dopo sono venute le forniture all’industria orafa, al colosso dei gas tecnici Air Liquide, l’impiego delle nostre soluzioni nei settori più diversi, dalla fusione alla saldo-freddatura nella metallurgia, nell’elettronica”. Enrico D’Angelo, presidente e amministratore delegato di ErreDue, ha fondato la società nel 2000 dopo diverse esperienze amministrative anche nel settore tecnologico.
“Per noi è stato essenziale attrarre le competenze che ci servivano e che ancora oggi sono l’asset principale del gruppo ErreDue. Per questo nel 2014 abbiamo investito nella Advanced Catalysts, un progetto dell’Università di Pisa che abbiamo rilevato insieme al suo personale. Così è nata la nostra importante divisione di Ricerca & Sviluppo e nel tempo abbiamo coltivato relazioni anche con Enea, il CNR e diverse università. La nostra decisione di presidiare tutta la filiera dei gas tecnici è supportata proprio dalla strategia di mantenimento del know-how nel perimetro. Operiamo contemporaneamente in ambito elettrico, elettronico ed elettrochimico. Questo significa che possiamo garantire ai nostri clienti affidabilità e sicurezza, caratteristiche essenziali se si vogliono applicare queste tecnologie anche ai nuovi e promettenti ambiti della mobilità elettrica o della transizione energetica”.
Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari nel dicembre 2022? Avete collocato azioni per 22 milioni di euro, di cui 15 milioni destinati all’aumento di capitale. È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati? Cosa farete delle risorse raccolte?
“La quotazione è stata una tappa naturale del nostro percorso di crescita. Puntiamo in questo modo ad accrescere la visibilità del brand e ad attrarre nuove competenze nel gruppo. Negli anni ci siamo strutturati con attenzione, quindi anche il confronto con il mercato dei capitali non è stato particolarmente difficile. Abbiamo fornito le garanzie tipiche di questo genere di operazione, come ad esempio accordi di lock-up a 24 mesi. Da tempo abbiamo implementato una struttura da micro public company che vuole rivendicare la priorità degli interessi del gruppo sugli altri. I soci di riferimento del gruppo sono 22 azionisti che lavorano in azienda e quindi sono coinvolti direttamente nel suo successo.
Il rapporto con il mercato dei capitali è stato avviato con successo. Già prima dell’IPO ci contattavano investitori e fondi, ma dopo la quotazione registriamo un importante investimento nel gruppo di Axon Partners Group Investments. Le risorse della quotazione ci serviranno ora a realizzare gli investimenti che abbiamo annunciato nella nostra strategia e a cogliere le opportunità del mercato”.
Su cosa punterete nel medio e lungo termine? Date le attuali incertezze del mercato e dopo una crescita del 15% l’anno nel periodo tra il 2016 e il 2021, come guardate al prossimo futuro?
“Abbiamo già annunciato un piano di investimenti da 14 milioni di euro che punterà sulla crescita per linee interne, sulla costruzione di grandi impianti, macchinari e attrezzature. Intendiamo puntare ancora sui generatori on-site per l’idrogeno verde a supporto della transizione energetica; ma ci impegneremo, oltreché sui tradizionali elettrolizzatori alcalini, sui PEM, che hanno una membrana rigida, ma consentono ormai, con le attuali tecnologie, performance assai più efficienti e sono quindi per noi la risposta di medio e lungo periodo al mercato. Il nostro nuovo stabilimento produttivo da 16 mila metri quadri, di cui 10 mila al coperto, aumenterà in maniera importante la nostra capacità nell’ambito dei generatori da 1 a 5 MW. Il nostro obiettivo è passare dall’attuale capacità di 8 MW a una di almeno 60 MW per rispondere in particolare alle esigenze del power-to-gas, della mobilità sostenibile a fuel cell, del combustibile sintetico. Abbiamo già fatto esperienza in Olanda con stazioni di ricarica a idrogeno per veicoli pesanti, in Spagna abbiamo avviato un progetto internazionale con partner spagnoli e francesi per delle vere comunità energetiche. Siamo convinti che la mobilità elettrica farà ricorso alla fuel cell perché in termini energetici e in rapporto al peso rappresenta la soluzione ideale per treni e veicoli commerciali pesanti.
Al contempo stiamo rafforzando il presidio commerciale dei mercati. L’idrogeno copre circa il 50% del nostro business, puntiamo anche su ossigeno, azoto e altri gas tecnici. Per l’ossigeno abbiamo già assunto di recente un sales manager esperto. Promuoveremo infine l’internazionalizzazione con le nostre forze, stiamo già formando i futuri country manager su produzione manutenzione e vendita.
Una chiave del nostro business attuale e futuro sarà la locazione dei nostri impianti di generazione on-site. Con la nostra crescita possiamo rafforzare ulteriormente questa attività. Alla luce di queste esperienze e dei macrotrend di cui siamo partecipi, confermiamo il nostro ottimismo sul futuro”.