Eligo, il Made in Italy diventa fashion tech

La fondatrice Kohashi ci racconta l’evoluzione tecnologica dei servizi di personal styling



26 Apr 2023 - 17:53


“La nascita di Eligo nel 2016 è stata il frutto di un naturale percorso di crescita. Anche se la società di oggi può apparire molto diversa da quella di allora, in realtà ci ha sempre ispirato la volontà di innovare il nostro settore e di creare un modello scalabile. L’idea di fondo è sempre stata la diffusione di brand italiani di abbigliamento, soprattutto maschile, servendoci del vantaggio competitivo della nostra rete di personal stylist e delle nuove opportunità fornite dalla tecnologia. 
All’inizio gran parte dalla nostra attività era basata su uno showroom dove si vendevano camicie su misura con il supporto di nostri consulenti specializzati che chiamavamo “sartorialist”. Rapidamente però l’offerta si è allargata a nuovi prodotti, dalle cravatte alle cinture, alle calze, ai gemelli, sempre all’insegna di un Made in Italy d’eccellenza che faceva leva sulla forte competenza del personale. 
I nostri consulenti sanno capire il cliente, le sue esigenze, i suoi gusti e così il mercato e le proposte più promettenti. La nostra offerta si è quindi ampliata e specializzata. La rete degli stylist era spesso composta da personale femminile che ci ha aperto un percorso di crescita anche con prodotti donna. Intanto la necessità di consulenti all’altezza delle nostre aspettative ci ha spinto a promuovere una formazione in house. I nostri stylist devono conoscere i prodotti, il marketing, le tendenze e al tempo stesso percepire le direzioni della domanda e del mercato per diventare in questo modo anche le nostre antenne su ciò che accade. 
Abbiamo così deciso di avviare un nostro marketplace, in pratica un canale di vendita complementare e totalmente digitale, dove promuovere le nostre proposte. Con la pandemia del 2020 il processo di digitalizzazione ha registrato una forte accelerazione e al flagship store e allo showroom di Milano abbiamo affiancato una piattaforma digitale completa che abbiamo costruito sulle nostre esigenze, con l’intenzione di rafforzare e integrare l’offerta alla clientela, con l’obiettivo di creare un luogo di formazione e condivisione per la community dei nostri stylist. Sono ormai più di 2 mila persone, delle quali oltre 350 direttamente formate da noi. Commercializziamo più di 50 brand, spesso eccellenze di nicchia che trovano nei nostri canali nuove opportunità. 
Abbiamo inoltre legami sempre più stretti con le neoacquisite Masel, un nostro partner storico, e con Meltin’Pot, che stiamo valorizzando in una nuova direzione. 
La struttura è agile (circa 11 persone direttamente impiegate all’ammissione in Borsa), ma è dotata di forti managerialità che stanno attuando il progetto di una realtà innovativa e scalabile al tempo stesso. 
Ne è una dimostrazione ELSA (Eligo Live Shopping Assistance), la nostra piattaforma tecnologica proprietaria costruita specificamente sulle nostre esigenze. L’abbiamo lanciata nella seconda metà del 2022 ed è già alla seconda versione, ma si nutre di innovazione continua”. Naomi Kohashi, CEO e fondatrice di Eligo, racconta così l’evoluzione della fashion tech milanese che ha debuttato lo scorso dicembre sul Segmento Professionale dell’Euronext Growth Milan gestito da Borsa Italiana.
Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari? È stato difficile adottare i modelli richiesti a una società quotata? 
“La quotazione è stata un’altra importante tappa del nostro percorso di crescita, ma non siamo giunti impreparati all’appuntamento. Eligo ha promosso campagne di fundraising fin dalla costituzione, grazie alle competenze specifiche del management e al supporto di partner e investitori. Abbiamo portato a termine due campagne di crowdfunding che hanno accresciuto la nostra visibilità e la capacità di comunicare il nostro progetto di impresa. In molti hanno creduto e continuano a credere nella nostra idea, da CDP Venture Capital SGR (oggi secondo azionista con il 7,23% del capitale), a Mazal, a Digital Magics e altri business angel. 
La nostra attività di startup ha d’altronde ricevuto molti riconoscimenti. Così nell’ultimo anno abbiamo deciso di intraprendere il percorso di quotazione, strutturandoci ulteriormente e rafforzando i processi in base alla compliance richiesta. È stato un percorso sfidante, ma che ci ha donato maggiore visibilità e autorevolezza nei confronti di tutti gli stakeholder. Abbiamo così promosso un’operazione tutta in aumento di capitale e i maggiori azionisti, a partire da Eligo Technologies che controlla il 59,45% del capitale e fa riferimento ai manager della società, hanno sottoscritto clausole di lock-up a 24 mesi. 
Cosa farete dei circa 1,5 milioni di euro circa raccolti con il collocamento dell’11,25% del capitale?
“Il nostro obiettivo resta la crescita e un processo di innovazione continua, anche per cogliere le opportunità del nostro settore. Nel 2022 si stima che soltanto in Italia l’e-commerce fashion abbia raggiunto un giro d’affari da 16 miliardi di euro con proiezioni di un CAGR del 23% al 2025. Noi vogliamo rafforzare quantitativamente e qualitativamente la nostra community di stylist, mettendo alla prova e sviluppando la nostra piattaforma ELSA, che ci permette di superare le barriere geografiche, di ampliare la nostra offerta virtuale, di integrare la nostra proposta di valore. 
Continueremo a lavorare all’integrazione di Masel (cravatte e accessori personalizzati per il menswear) e del marchio Melting’Pot: sono due acquisizioni del 2021 che al tempo stesso consolidano la nostra storia e ci aprono nuovi percorsi. 
Da poco abbiamo annunciato la costituzione di Ellis Island Brands Group con il partner industriale Gianel Shoes per il lancio della prima capsule limited edition di Melting(Pot). È un progetto che rilancerà il marchio nel denim casual e nello streetwear Made in Italy, una sfida avvincente in nuove attività e prodotti che raccogliamo insieme a un partner d’esperienza. È anche un emblema del nostro piano di crescita. Puntiamo così a nuovi segmenti di mercato e a nuovi prodotti con l’intenzione di attuare quella scalabilità del nostro modello di business che abbiamo progettato e implementato fin dall’inizio”.


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