Carbonsink - La percezione del rischio climatico in Italia
Le aziende che voglio operare su un mercato globale devono dimostrare concretamente, e pubblicamente, di essere capaci di rispondere alle sempre più stringenti politiche in ambito ambientale e climatico.
Carbonsink, 27 Set 2021 - 17:25
Le aziende che voglio operare su un mercato globale devono dimostrare concretamente, e pubblicamente, di essere capaci di rispondere alle sempre più stringenti politiche in ambito ambientale e climatico. Sempre più spesso, infatti, investitori, consumatori e stakeholder richiedono al settore privato maggiori informazioni inerenti ai cambiamenti climatici, e di come le imprese stiano contribuendo alla decarbonizzazione necessaria per limitare l’innalzamento delle temperature globali al di sotto del 1,5°C come richiesto dall’Accordo di Parigi.
In occasione della PreCop26, quest’anno in programma a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre, Carbonsink e Fondazione Eni Enrico Mattei pubblicheranno la terza edizione del Rapporto "La percezione del rischio climatico delle società quotate al FTSE MIB e FTSE Italia Mid Cap" proprio con l’obiettivo di delineare il grado di maturità delle più importanti società italiane quotate in materia di disclosure climatica e fornire uno strumento di riflessione alle imprese impegnate nella definizione di una strategia climatica efficace e di lungo periodo.
È importante sottolineare, specie in una situazione difficile come quella affrontata negli ultimi anni dovuta alla pandemia COVID-19, come la corretta valutazione e un maggiore impegno e trasparenza nella gestione dei rischi, possa funzionare da vera e propria guida quando si devono affrontare rischi sistemici come questi, e contribuire soprattutto a mitigarne il rischio per il futuro.
Molto spesso le tematiche di Enviromental Social Governance (ESG) tendono ad essere considerate come meno "rilevanti" rispetto alla consueta reportistica economica – finanziaria, è necessario invece possedere un sistema di gestione dei rischi, e delle opportunità, integrato in quello generale della propria azienda: la percezione del rischio climatico non può essere considerata solamente in un orizzonte temporale lontano.
Per tutti questi motivi stiamo assistendo ad una accelerazione da parte delle imprese nella definizione di obiettivi e metriche relative al clima, questo perché i processi di decarbonizzazione sono lunghi, richiedono tempo e investimenti; quindi, non avere una visione di lungo periodo e non saper anticipare future normative mette a rischio l’impresa e la sua capacità di restare profittevole nel futuro.
Le imprese mostrano oggi maggiore impegno e consapevolezza sulla tematica della mitigazione e dell'adattamento ai cambiamenti climatici, impegnandosi ad adottare pratiche sostenibili ed allinearsi ad un quadro di riferimento più ampio per una climate action globale, quella necessaria per far sì che la transizione net-zero emissions si concretizzi.
Che la lotta ai cambiamenti climatici sia diventata una questione globale che necessita di un'azione mirata, urgente e senza precedenti è oramai chiaro a tutti. Ma sappiamo benissimo anche che l'azione di governi e istituzioni non può bastare e questo significa che il settore privato ha (ed avrà) un ruolo centrale, e indispensabile, nella climate action globale.
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