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Politiche climatiche, Angelini (Bankitalia): Ue eviti rischio di correzioni di rotta eccessive

News Image (Teleborsa) - Secondo Paolo Angelini, vice direttore generale della Banca d'Italia, va valutata con cautela la situazione attuale negli Stati Uniti e in Ue prima di trarre le conclusioni sulle conseguenze per la transizione climatica e la finanza sostenibile. "Vari indicatori suggeriscono che difficilmente la transizione si arresterà, anche se potrà richiedere più tempo di quanto sarebbe auspicabile", ha affermato aprendo il convegno "La sostenibilità nell'industria finanziaria: vecchi modelli per nuovi scenari?", organizzato presso la Sala Convegni della Banca d'Italia di Milano in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore.

"Se è vero, come ho cercato di argomentare, che gran parte delle motivazioni di fondo che giustificavano un impegno sul fronte ambientale rimangono inalterate, la Ue dovrebbe evitare il rischio di correzioni di rotta eccessive", ha aggiunto. Angelini ha fatto riferimento alla direttiva Omnibus e alle sue conseguenze: "approvata nella sua versione attuale, il numero di imprese italiane soggette ad obblighi di reportistica di sostenibilità si ridurrebbe di circa l'85% rispetto alle attuali previsioni della CSRD. Verrebbero esentate grandi imprese che già adottano la reportistica di sostenibilità, con risparmi marginali o nulli, mentre gli investitori verrebbero privati di informazioni importanti per una accurata valutazione dei rischi. Un provvedimento del genere andrebbe oltre l'obiettivo, auspicabile, di semplificare il quadro regolamentare, e potrebbe addirittura creare ulteriore complessià".

Il vice direttore generale della Banca d'Italia ha sottolineato l'importanza per i gestori del risparmio di "un'opera di trasparenza e di verità". "A mio modo di vedere, ci siamo lasciati alle spalle la fase in cui la finanza pareva destinata a guidare la transizione, forzando le imprese altamente inquinanti a decarbonizzare le proprie produzioni – ha dichiarato –. C'è oggi maggiore consapevolezza del fatto che la finanza è un essenziale elemento abilitante, ma che le sorti della transizione dipendono da scelte che sono nelle mani dei governi e degli azionisti delle imprese non finanziarie, specie quelle ad alte emissioni". "In questo contesto - ha aggiunto Angelini – il dovere fiduciario nei confronti della propria clientela dovrebbe indurre gli intermediari finanziari a chiarire ai risparmiatori che investire in sostenibilità può anche comportare una rinuncia al rendimento, incerta nel 'sé' e nel 'quanto'".

"Da una rilevazione della Consob sul mercato al dettaglio emerge con chiarezza che solo un numero relativamente ridotto di risparmiatori sarebbe disposto a questa rinuncia - ha ammesso - ma ciò può riflettere molte motivazioni, compresa una inadeguata comprensione dei fenomeni e degli obiettivi degli investimenti sostenibili. Gli operatori del risparmio gestito potrebbero svolgere un ruolo importante in questo ambito".

(Teleborsa) 02-04-2025 13:18