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Case Green, Commissione Ue esorta l'Italia: "Accelerare su ristrutturazione degli edifici"

News Image (Teleborsa) - Nel 2022 il consumo di energia primaria dell'Ue ha ripreso la tendenza al ribasso, diminuendo del 4,1%. Tuttavia, gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l'Ue raggiunga l'obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell'11,7% entro il 2030". In tale scenario l'Italia deve accelerare sulle case green: è necessario aumentare il "tasso e l'intensità della ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli con le prestazioni peggiori". Questo il monito lanciato dalla Commissione europea al nostro Paese nel Rapporto per il 2024 dell'Unione dell'Energia. Mentre salgono i costi sociali di una transizione a rilento, le rinnovabili segnano il passo e l'istallazione di pompe di calore è in calo.

"Sono necessari – sottolinea l'Esecutivo Ue – ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l'elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici". Come spiega la Commissione nel rapporto "i tassi di ristrutturazione e di elettrificazione degli impianti di riscaldamento in generale restano troppo bassi, e le misure nazionali sono insufficienti per raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050, per il quale sarà assolutamente fondamentale una rapida attuazione della direttiva rivista sulla prestazione energetica degli edifici", ovvero la cosiddetta direttiva sulle "case green", molto controversa in Italia.

L'esecutivo comunitario ha segnalato come nel 2023 il 4,1% delle popolazione italiana ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 9,5% non poteva mantenere la casa calda durante l'inverno»ì. Inoltre l'80% del consumo energetico finale degli edifici in Italia è rappresentato da riscaldamento e raffreddamento, con le rinnovabili che forniscono appena il 21% del consumo energetico finale lordo. Nel 2023 sono state vendute nel Paese circa 378mila pompe di calore: il 26% in meno dell'anno prima, per uno stock finale di 4,1 milioni di termopompe installate. Gli Stati Ue dovranno presentare per giugno 2025 il piano nazionale sociale per il clima, per l'accesso ai finanziamenti del Fondo sociale per il clima che tra 2026 e 2032 mobiliterà 86,7 miliardi su interventi mirati di ristrutturazione degli alloggi sociali o sostegni al reddito. L'Italia potrebbe accedere fino a 7,8 miliardi.

Sulle misure ambientali interviene anche la Corte dei Conti europea. Riguardo all'azione sul clima del Recovery, in una nuova relazione la Corte dei Conti Ue ha ricordato la valutazione della Commissione sul fatto che le misure a sostegno degli obiettivi climatici Ue al febbraio 2024 erano pari al 42,5% per 275 miliardi di euro. Secondo gli auditor europei però tali contributi "potrebbero essere sovrastimati di almeno 34,5 miliardi di euro, oltre a presentare ulteriori problematiche". Ci sono "debolezze nei traguardi e obiettivi" delle azioni per il clima, nella rendicontazione delle spese effettivamente sostenute e nella compatibilità ambientale di alcuni progetti etichettati come 'verdi.

La Commissione ha segnalato che le misure per il clima sono al 43% dei fondi totali impegnati, ben al di sopra dell'obiettivo del 37% del regolamento. E che comunque a tale metodologia si deve attenere, e non a quelle "alternative che la Corte dei Conti potrebbe preferire vedere nella legislazione futura".








(Teleborsa) 12-09-2024 10:20


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