Riforma Finanziaria TFR 2007: tutto quello che devi sapere
Spiegazione e approfondimento sulla Riforma Finanziaria sul TFR del 2007. Cosa è cambiato?
FTA Online News, Milano, 02 Feb 2007 - 15:48
Entro il 30 giugno i lavoratori dipendenti dovranno scegliere se tenersi la loro vecchia liquidazione o destinare il loro Tfr futuro a un fondo pensione, dovranno quindi scegliere se dirottare il Tfr ai fondi pensione, per beneficiare di una rendita integrativa, oppure conservare l’attuale liquidazione e ritirarla in un colpo solo alla fine del rapporto di lavoro.
Le ultime novità inserite nel testo della Finanziaria, e che anticipano di un anno la data di avvio della riforma Maroni del Tfr, in realtà fanno parte di un processo normativo che viene portato avanti da almeno 10 anni. Se ne inizia a parlare durante il governo Amato (1993) con il decreto legislativo n.124 del 21 aprile e la discussione continua nei successivi esecutivi Dini (1995) e Prodi (1997).
Il legislatore poi, con gli ultimissimi interventi, ha inteso accelerare l'avvio dei due pilastri: la previdenza complementare (fondi pensione, forme pensionistiche individuali) e l'assicurazione individuale (Fip, polizze vita e fondi comuni).
Obiettivo: creare un sistema di previdenza sostenibile nel futuro fornendo due colonne al tetto alla previdenza obbligatoria stretta tra debito pubblico e invecchiamento della popolazione.
Di fronte ad un sistema previdenziale pubblico che in passato garantiva fino all'80% dell'ultima retribuzione percepita e che, tra una ventina d'anni, a detta degli operatori del settore, arriverà malapena al 50% (25% per alcune categorie) la decisione di affidarsi alla previdenza complementare diventa più attuale.
Il passaggio da un sistema di tipo retributivo, in cui la pensione veniva calcolata sulla base dell'anzianità contributiva, ad uno di tipo contributivo dove ognuno otteneva in funzione di quanto versato, l'allungamento della vita media, il drastico calo delle nascite, la disoccupazione, i baby pensionamenti, gli aumenti delle spese assistenziali e delle pensioni di invalidità si sono tradotti in un progressivo aumento del tasso di dipendenza tra numero dei cittadini pensionati e quelli ancora presenti nel mondo del lavoro, mettendo in seria crisi la sostenibilità futura del sistema di Welfare italiano.
Proprio per questo motivo la previdenza obbligatoria rischia di venir meno al suo compito istituzionale ovvero garantire una pensione soddisfacente ai cittadini. Accantonando una parte del reddito è possibile coprirsi da tale rischio attraverso la cosiddetta previdenza complementare, destinando una parte del Tfr ai fondi pensione e alle forme pensionistiche individuali. Per 11 milioni di dipendenti del settore privato è arrivata dunque l'ora di decidere se destinare il proprio Tfr ai fondi pensione o invece tenerlo in azienda.