Destinazione TFR su Fondo Pensione: come funziona?
La destinazione del TFR: tutte le informazioni sul funzionamento del Trattamento di Fine Rapporto destinato a un Fondo Pensione.
FTA Online News, Milano, 09 Mar 2007 - 15:06
Il gestore del fondo pensione è un professionista (solitamente un gruppo di professionisti) che investe le risorse del fondo in una grande varietà di strumenti finanziari: azioni, titoli di stato, obbligazioni, certificati di deposito, quote di fondi comuni aperti e chiusi, ecc…. Il gestore, ferma restando la propria responsabilità, può altresì conferire specifici incarichi di gestione a SIM, imprese assicurative, società di gestione del risparmio ed imprese di investimento comunitarie.
Il Regolamento del fondo stesso indica comunque dettagliatamente i limiti all’operatività del fondo (abbiamo quindi fondi con una maggiore composizione obbligazionaria od azionaria) delineando il benchmark di riferimento. Il benchmark, oltre ad aiutare gli investitori a capire la politica di investimento del fondo (e quindi a scegliere una linea di gestione piuttosto che un'altra) è un utilissimo parametro di riferimento per la verifica dei rendimenti ottenuti.
Il Decreto del Ministro dei Tesoro n. 703 /1996 impone comunque ai gestori una serie di obblighi in modo da garantire un adeguato grado di diversificazione degli investimenti e dei rischi e un'efficiente gestione dei patrimonio.
I lavoratori che aderiscono al fondo hanno il diritto di ricevere copia del citato decreto a seguito di apposita richiesta, anche telefonica, indirizzata alla società di gestione o ai soggetti incaricati del collocamento.
Ad ulteriore garanzia dei risparmiatori, il capitale del fondo è mantenuto separato da quello della SGR o della SIM che lo amministra. Questi capitali sono infatti depositati presso una banca (detta Banca depositaria) che svolge anche la funzione di accertare la legittimità di alcune operazioni di pertinenza del fondo.
I capitali risparmiati e versati dai lavoratori vengono investiti in una serie di quote, cioè di porzioni del fondo stesso. Il valore del patrimonio del fondo, dato dalla valorizzazione, a prezzi correnti delle attività al netto delle passività, viene diviso per il numero delle quote. Ogni risparmiatore potrà quindi conoscere l’ammontare del TFR accumulato moltiplicando il numero di quote in suo possesso per il valore di ciascuna di esse. Il Legislatore prescrive l’obbligo per i gestori del fondo di pubblicare la valorizzazione delle quote almeno una volta al mese.
Il lavoratore ha comunque la possibilità di cambiare fondo pensione. Dopo un periodo minimo di tre anni di iscrizione al fondo, il sottoscrittore può trasferirsi in un altro fondo pensione "aperto" (nei primi cinque anni di vita del fondo tale periodo minimo è tuttavia elevato a cinque anni). Qualora il gestore modifiche le condizioni economiche in senso peggiorativo per il risparmiatore, questo ha facoltà di trasferire la propria posizione individuale anche prima del suddetto termine comunicando la propria intenzione al fondo entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione relativa alle modifiche.
Ricordiamo che alcuni fondi prevedono una clausola di “capitale garantito”: l’investitore conosce quindi a priori l’ammontare minimo di capitale che riceverà al momento di andare in pensione.
Altri possibilità che potrebbe essere offerta al risparmiatore e garantita da un’apposita convenzione stipulata con una compagnia di assicurazioni, potrebbe la facoltà di richiedere una rendita vitalizia reversibile, cioè da corrispondersi all'iscritto finché è in vita e successivamente, in misura totale o per quota definita, alla o alle persone da lui designate.