Borsa di Trieste: le sedi e gli avvenimenti storici
L'istituzione
La Borsa mercantile di Trieste venne istituita nel 1775 da Maria Teresa d’Austria quale forma di rappresentanza del ceto mercantile locale e nel 1894 fu costituita la Deputazione di borsa quale suo organo di autogoverno. Durante la dominazione francese, tra il 1811 e il 1814, la Borsa mercantile fu trasformata in Camera di commercio ma al ritorno degli austriaci vennero restaurate la Borsa e la Deputazione.
Quando nel 1850 l’impero austriaco istituì le Camere di commercio, a Trieste la Deputazione di Borsa venne mantenuta quale organo esecutivo della locale Camera di commercio. In questo quadro istituzionale, la funzione di rappresentanza del ceto mercantile e quella di gestione del mercato di borsa ebbero in parte a sovrapporsi.
Le attività della borsa propriamente detta erano affidate all’autogoverno del Gremio dei sensali, che comprendeva mediatori in cambi, in merci e in noli. Il congresso del Gremio eleggeva una Direzione di borsa di quattro membri che svolgeva compiti di controllo e gestione del mercato quali rilevare e pubblicare i prezzi fatti e comporre le controversie tra sensali.
L’annessione di Trieste all’Italia nel 1918 uniformò il quadro istituzionale della Borsa triestina a quello delle altre piazze del Regno, recentemente riformato dopo l’entrata in vigore della legge del 1913. Questo processo si svolse in modo graduale e solo nel 1926 le nuove norme furono integralmente applicate alla Borsa di Trieste.
Il mercato
Durante tutto il periodo austriaco la piazza di Trieste fu sede di traffici intensi, in cui le attività di mediazione finanziaria per la compravendita di titoli furono svolte accanto a quelle di assicurazione e di commercio all’ingrosso. La precoce vitalità della piazza mercantile triestina è testimoniata dalla costruzione del neoclassico Palazzo della Borsa, avvenuta tra il 1802 e il 1804.
Trieste fu il principale porto commerciale dell’impero austriaco, dove operavano mercanti di diverse nazionalità e fu legata da rapporti di corrispondenza con le principali piazze europee. Nel corso del XIX secolo in città si costituirono importanti compagnie di navigazione e di assicurazione, che collocarono sul mercato le proprie quote azionarie. Se il declino della piazza pare fosse già avviato prima dell’annessione all’Italia, la dinamica dei successivi settantacinque anni vide la lenta quanto inesorabile perdita di peso della Borsa triestina, in parte attenuata dalla presenza in città di società quotate di primaria importanza. La legge del 1925, che stabiliva il numero chiuso per gli agenti di cambio, fissò a dieci il limite per la Borsa di Trieste, ma i cinque agenti in ruolo nel 1942 diminuirono costantemente fino alla chiusura.
Le sedi
Il primo Palazzo della Borsa di Trieste fu edificato tra il 1802 e il 1804 e la sua gestione venne affidata ad una “Commissione deputata all’edificio di borsa”. Il palazzo, esempio di architettura neoclassica, ospitava le riunioni di borsa e disponeva di alcuni spazi al proprio interno che venivano affittati a privati per usi diversi. Altri progetti per edificare nuove sedi vennero elaborati nel 1856 e nel 1870, ma nessuno fu attuato. Fu solo dopo il passaggio di Trieste all’Italia che il progetto di una nuova sede riprese slancio, ed essa venne edificata negli anni ’20 a lato dell’antico Palazzo della Borsa, che tuttavia conserva ancora oggi la propria denominazione originaria. Attualmente entrambi i palazzi sono sedi della Camera di commercio.
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