Guida pratica sulla diversificazione
di Fisher Investments Italia
Per generazioni, molti professionisti dell’investimento hanno sottolineato l’importanza della diversificazione in quanto strumento utile per gestire il rischio e fruire al contempo della crescita a lungo termine ricercata da molti investitori azionari. Ma in pratica cosa significa? Come fate a valutare se il vostro investimento è adeguatamente diversificato? Nel presente articolo, Fisher Investments Italia illustra non solo alcuni principi fondamentali del nostro modo di concepire la diversificazione, ma anche alcune insidie comuni da evitare e che osserviamo regolarmente nei portafogli degli investitori.
In base alla nostra esperienza, molti investitori pensano che il termine “diversificazione” significhi semplicemente detenere più di un titolo. Ciò è in qualche misura corretto, ma purtroppo semplifica in modo eccessivo il concetto. Detenere più di un titolo è un vantaggio in quanto riduce il rischio che la società selezionata abbia problemi specifici che danneggiano i risultati dell’investimento. Può anche offrire maggiori possibilità di inserire in portafoglio azioni che registrano performance soddisfacenti.
Tuttavia, a nostro giudizio, la diversificazione non si limita a questo. Fisher Investments Italia ritiene che dobbiate considerare la diversificazione a livello di paese e settore economico. Analizziamo questo esempio: se detenete tre società nel settore dell’energia, potete ridurre il rischio che un fattore specifico per una di esse penalizzi pesantemente il vostro portafoglio. Cosa succede, però, se l’intero settore deve far fronte a un fattore sfavorevole? Le nostre ricerche indicano che, il più delle volte, le azioni nello stesso settore registrano performance analoghe perché reagiscono a propulsori simili. Le nostre ricerche dimostrano che i prezzi del petrolio sono il principale propulsore nel settore dell’energia. Quando sono deboli e sembrano destinati a rimanere tali alla luce delle tendenze della domanda e dell’offerta, notiamo che le azioni dell’energia tendono a registrare performance mediocri, salvo pochissime eccezioni.
Prendiamo per esempio il 2020. I lockdown economici e le restrizioni ai viaggi hanno inferto quest’anno un colpo pesante alla domanda di benzina e altri prodotti energetici. Al contempo, l’offerta di petrolio è elevata a fronte dei notevoli aumenti registrati dalla produzione americana negli ultimi anni.[i] All’inizio del 2020, il greggio Brent (la miscela utilizzata per quotare i prezzi globali di riferimento) era scambiato a 67,77 USD al barile.[ii] Dopo il blocco dell’economia mondiale causato dai lockdown, il 21 aprile ha toccato il minimo di 9,12 USD.[iii] La riapertura economica è stata favorevole: i prezzi del Brent hanno infatti chiuso settembre a 40,30 USD.[iv]
I danni alle azioni del settore sono stati tuttavia notevoli. Dall’inizio dell’anno al 30 settembre, l’indice settoriale MSCI World Energy ha subito un calo del 48,2%, il peggiore degli 11 settori azionari generali.[v] Le azioni dell’energia ne hanno risentito in misura elevata: dall’inizio dell’anno al 30 settembre, 50 delle 54 società costituenti il settore hanno ceduto terreno.[vi] Inoltre, 48 hanno subito flessioni superiori al 20%. La combinazione di diverse società energetiche nel portafoglio avrebbe forse potuto consentirvi di trovarne alcune meno penalizzate del settore complessivo, ma con ogni probabilità non sareste riusciti a trovare azioni protagoniste di rialzi.
A giudizio di Fisher Investments Italia, ciò evidenzia l’importanza di possedere azioni di svariati settori azionari. Per esempio, le azioni tecnologiche non hanno alcun legame rilevante con i prezzi del petrolio e sono notevolmente salite nel corso dell’anno.[vii] A titolo di riferimento, riteniamo utile scomporre un indice azionario generale come l’MSCI World in base ai settori. (MSCI fornisce schede informative in proposito, che sono aggiornate ogni trimestre e disponibili online.) In questo modo, avete uno strumento di riferimento per capire quanto è ampio (o ridotto) il settore in questione e che può aiutarvi a stabilire se la vostra esposizione sia sufficiente, o eccessiva. A nostro avviso, ciò non significa che doppiate replicare perfettamente la ponderazione settoriale dell’indice. Si tratta semplicemente di un punto di partenza.
Questo punto di riferimento può aiutarvi a evitare le comuni insidie derivanti dal fatto di ignorare alcuni settori, concentrandovi su altri. In base alla nostra esperienza, gli investitori commettono spesso tale errore inconsapevolmente perché le azioni di una categoria presente nel loro portafoglio hanno un buon andamento, al contrario di altre. Gli investitori vendono spesso le azioni rimaste arretrate e vanno alla ricerca di quelle che generano rendimenti migliori. Riteniamo che ciò, per quanto possa sembrare ragionevole, in pratica incrementi il rischio. Nessun settore gode in modo permanente del favore del mercato e potete subire perdite in caso di rotazione di tale favore. A giudizio di Fisher Investments Italia, “diversificazione accurata” significa detenere sia i titoli in auge sia quelli che non godono del favore del mercato.
Un altro errore comune che osserviamo spesso è la presenza in portafoglio di una percentuale troppo elevata di azioni di una sola società. Alcuni lo fanno perché erano suoi dipendenti, ne apprezzano i prodotti e servizi oppure vi sono legati per qualche altro vincolo emotivo. Tuttavia, salvo nel caso in cui siate legalmente impossibilitati a venderle per questioni di lavoro o altri motivi, a nostro avviso si tratta di un problema cui porre immediatamente rimedio. Abbiamo purtroppo avuto a che fare con molti investitori pensionati i cui portafogli sono stati distrutti dall’esposizione a una percentuale eccessiva di azioni di una sola società.
Siamo quindi convinti che gli investitori beneficino di una accurata ripartizione degli asset e dell’esposizione alle azioni di più di una società, senza però ignorare i diversi settori e paesi. A giudizio di Fisher Investments Italia, questo è un passo fondamentale allo scopo di costruire un solido portafoglio per la pensione.
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Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all'accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.
[i] Fonte: US Energy Information Administration, al 15/10/2020.
[ii] Fonte: FactSet, al 15/10/2020. Prezzo del greggio Brent al 1° gennaio 2020. I prezzi del petrolio sono espressi in tutto il mondo in dollari USA.
[iii] Ibid.
[iv] Ibid.
[v] Fonte: FactSet, al 15/10/2020. Rendimento dell’indice settoriale MSCI World Energy con dividendi netti, 31/12/2019 – 30/09/2020.
[vi] Fonte: FactSet, al 15/10/2020. Rendimento totale delle azioni costituenti l’indice settoriale MSCI World Energy, 31/12/2019 – 30/09/2020.
[vii] Fonte: FactSet, al 15/10/2020. Dichiarazione basata sul rendimento dell’indice settoriale MSCI World Information Technology, 31/12/2019 – 30/09/2020.