I multipli di borsa - Parte seconda
I multipli di bilancio
FTA Online News, Milano, 22 Set 2006 - 14:58
Parte prima | Parte seconda
A differenza dei multipli di prezzo di cui abbiamo parlato nella puntata precedente, i multipli di bilancio non sono utilizzati solo dagli investitori per le loro scelte di asset allocation, ma anche e soprattutto dai vertici delle aziende stesse per misurare la salute dell’impresa e l’andamento della gestione.
Il più importante multiplo di questo tipo è il ROI (Return on investment) chiamato in Italiano "indice di redditività del capitale investito". In taluni casi è denominato anche ROA, return on asset. Si tratta di un valore una percentuale che indica la redditività e l'efficienza economica della gestione caratteristica; indica cioè se gli asset aziendali vengono utilizzati in maniera economicamente efficiente. (continua)
Il ROI è calcolato come rapporto tra reddito operativo (EBIT) e l’attivo di Stato Patrimoniale. In realtà si utilizza il valore medio del totale delle attività nel periodo corrispondente (e non la semplice cifra presente sul bilancio) dal momento che nuovi investimenti, svalutazioni o acquisizioni possono modificarlo nel tempo.
Per poter giudicare il valore espresso da questo indice bisogna confrontarlo con il costo medio del denaro. Se il ROI è inferiore al tasso medio di interesse sui prestiti, la remunerazione del capitale di terzi farebbe diminuire il ROE (si avrebbe cioè una leva finanziaria negativa): farsi prestare capitali porterebbe a peggiorare i conti dell'azienda. Viceversa se il ROI dell'azienda è maggiore del tasso medio sui prestiti, in linea di principio conviene accendere prestiti per aumentare il giro d'affari, perché i ricavi aggiuntivi supereranno il costo dell’indebitamento.
Il ROE (Return On common Equity) è l’indice di redditività del capitale proprio. È una percentuale che evidenzia il potenziale del capitale di rischio (cioè quanto rende il capitale conferito all'azienda dai soci ) e quindi la capacità dell'azienda di attrarre capitali: più elevato sarà il ROE, maggiore sarà il numero di investitori che desidereranno divenire soci. Per poter valutare il dato fornito da questo indice bisogna metterlo a confronto con il rendimento di investimenti alternativi (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), soppesando il costo opportunità dell'investimento, cioè il costo ad investire nell'azienda in questione in termini di remunerazioni alternative perse. La differenza fra il rendimento degli investimenti alternativi privi di rischio (quali ad esempio i titoli di Stato ad alto rating) ed il valore del ROE viene definita "premio al rischio" in quanto "premia" un investimento rischioso. Se il premio al rischio fosse zero non avrebbe senso investire nell'impresa in quanto sarebbe possibile ottenere la stessa remunerazione senza rischiare nulla.
Tale indice si calcola come rapporto tra il reddito netto di esercizio ed i mezzi propri. In taluni casi risulta difficile confrontare il ROE di differenti aziende, dal momento che l'utile finale può essere influenzato da proventi straordinari, dalla gestione finanziaria o dalla diversa incidenza fiscale
Il Return On Sales (ROS, in Italiano "guadagno sulle vendite") rappresenta il reddito operativo medio per unità di ricavo. Tale rapporto esprime la redditività aziendale in relazione alla capacità remunerativa del flusso dei ricavi. Viene calcolato dividendo il reddito operativo per il totale del fatturato. Il valore di questo multiplo dipende dalle relazioni esistenti tra ricavi e costi operativi ed esprime la capacità di profitto ottenibile nel corso del ciclo: acquisti di materie prime, lavorazione, vendita prodotto finito.
Infine il tasso di rotazione del capitale investito, (RCI) mette in relazione il volume delle vendite con le dimensioni aziendali, espresse dalla media delle attività. (matematicamente ricavi / attivo di Stato Patrimoniale).
Da un punto di vista finanziario, l’indice di rotazione esprime la velocità di ritorno, tramite le vendite, dei capitali (liquidità, crediti, rimanenze, immobilizzazioni ecc.) investiti nella gestione. Da un punto di vista economico, invece, l’indice riflette l’efficienza delle scelte in termini di sfruttamento della capacità produttiva (politica delle scorte, crediti verso la clientela) e delle scelte di struttura produttiva. Un indice inferiore ad uno è poco soddisfacente; è da considerarsi positiva una lettura compresa tra uno e due, mentre è decisamente molto apprezzabile un valore superiore a due
Tutti questi indici sono in stretta relazione gli uni con gli altri. La relazione più importante è sicuramente quella che riguarda il cosiddetto "albero del ROI": è possibile – e molto interessante - calcolare il ROI non direttamente dal bilancio dell’azienda, ma ricavandolo dagli altri indici. Il ROI, infatti, può essere ottenuto dal prodotto del ROS per l’RCI. Al di là del semplice esercizio matematico, un’operazione di questo genere è di estrema utilità per il management di un’impresa perché consente di capire rapidamente i problemi aziendali. A esempio un ROI non elevato può essere causato dal basso livello della rotazione del capitale investito: ciò significa che occorre intervenire per aumentare la capacità produttiva in parte non utilizzata.