Escludere armi dagli indici: l’appello degli investitori SRI
Oltre 140 investitori hanno chiesto ai principali index provider di escludere le società coinvolte nel mercato delle armi controverse
Forum per la Finanza Sostenibile, 20 Feb 2019 - 10:00
L’esclusione dai portafogli delle aziende coinvolte nella filiera delle armi controverse – come bombe a grappolo, mine antiuomo, ordigni chimici, biologici e nucleari – rappresenta una pratica sempre più diffusa tra gli investitori istituzionali. Tuttavia, i principali indici azionari e obbligazionari continuano a includere queste società nei panieri di riferimento.
Per questo motivo, un gruppo composto da oltre 140 investitori istituzionali ha chiesto agli index provider di rimuovere le società coinvolte nel mercato delle armi controverse dai principali indici globali.
L’iniziativa, nata ad agosto 2018 in Svizzera e coordinata da Swiss Sustainable Finance, si è estesa a livello internazionale fino a comprendere attualmente 145 investitori con quasi $7 mila miliardi di asset under management (dati al 12 febbraio): uno sviluppo significativo è stato registrato nella prima settimana di febbraio, con l’invio di una lettera aperta agli index provider e l’attivazione di canali di engagement con l’invito a partecipare a discussioni sul tema.
Le aziende coinvolte nella produzione e nella vendita di armi controverse, spiegano gli investitori, rappresentano una porzione ridotta dei panieri che compongono i principali indici globali azionari e obbligazionari: ciononostante, la situazione richiede un maggior attivismo da parte degli investitori. Per i gestori attivi, infatti, l’applicazione di strategie di esclusione implica esporre i portafogli a extra tracking error, ovvero a un maggiore scostamento rispetto all’andamento dell’indice di riferimento, con conseguente crescita del profilo di rischio. Le criticità si acuiscono per gli investitori passivi, che si trovano a dover scegliere tra rinunciare all’applicazione di criteri di esclusione o limitare la scelta ai pochi indici che seguono tali approcci.
Nel frattempo, anche la comunità internazionale si muove. Numerose normative nazionali e convenzioni internazionali contrastano lo sviluppo, la produzione e l'utilizzo di armi controverse. Diversi paesi stanno rendendo ancora più stringente il proprio apparato legislativo, vietandone il finanziamento diretto e indiretto. Ad esempio, Svizzera, Spagna, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Lussemburgo, Irlanda, Francia e Belgio sono tra i primi ad aver legiferato in tal senso.
In Italia è stata approvata una norma che vieta alle istituzioni finanziarie – nello specifico, a intermediari finanziari e creditizi, a fondazioni e a fondi pensione – di investire in società che, direttamente o tramite controllate o collegate, sono coinvolte nel mercato delle munizioni a grappolo e delle mine anti-persona.
Il testo della proposta di legge, presentato per la prima volta al Senato nel 2010, ha seguito un iter parlamentare piuttosto complesso: dopo l'approvazione in via definitiva nell'ottobre del 2017, il testo è stato rinviato alle Camere ed emendato a causa di profili di illegittimità costituzionale. Attualmente è in corso di esame alla 6ª Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato.
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