La Borsa di Singapore chiede più trasparenza su ESG

A partire da gennaio 2017, le aziende quotate presso la Borsa di Singapore (SGX) saranno obbligate a produrre un bilancio di sostenibilità o, in alternativa, a giustificare la scelta di non redigerlo, secondo l’approccio "comply or explain".
In particolare, le imprese saranno tenute ad includere nel report di sostenibilità quanto segue:

• Analisi di materialità: identificazione dei temi ESG prioritari per l’impresa, comprensiva di una descrizione del processo di selezione e delle motivazioni;
• Descrizione delle politiche, pratiche e performance dell’impresa in relazione a ciascuno dei fattori ESG identificati come materiali per il business, sia in termini qualitativi che quantitativi;
• Obiettivi futuri in riferimento alle aree ESG;
• Indicazione del framework di riferimento adottato per la rendicontazione, che deve essere riconosciuto a livello internazionale o rilevante per il settore;
• Uno statement del Consiglio direttivo in merito all’impegno ed alle performance ESG.


Si tratta di un passo avanti rispetto alle Linee Guida sugli aspetti ESG approvate dal listino nel 2011, che già sollecitavano le imprese a pubblicare informazioni socio-ambientali, ma su base volontaria.
La decisione di SGX si basa sulla convinzione che una maggiore trasparenza sugli aspetti ambientali, sociali e di governance possa consentire agli investitori di ridurre i rischi e di rendere più efficace il processo di selezione degli emittenti, migliorando il rapporto di fiducia con questi ultimi.
In effetti, ciò è confermato dai risultati della survey promossa dal listino a luglio 2015 presso un campione di investitori istituzionali, da cui emerge che più del 90% dei rispondenti prende in considerazione i fattori ESG nella valutazione degli emittenti.