Risparmiatori italiani sempre più attenti ai temi ambientali

L’indagine su clima e scelte di investimento promossa dal Forum per la Finanza Sostenibile ha aperto la Settimana SRI



Forum per la Finanza Sostenibile, 02 Dic 2019 - 13:03

Gli operatori finanziari stanno dimostrando un crescente attivismo rispetto all’emergenza climatica. Durante l’ultimo Climate Action Summit delle Nazioni Unite, tenutosi a settembre 2019, 515 investitori con US$35mila miliardi di masse in gestione hanno sottoscritto un appello per chiedere ai governi di sostenere gli investimenti per la transizione energetica e di migliorare i requisiti per la rendicontazione dei rischi climatici da parte delle imprese.

In generale, l’industria finanziaria si sta orientando verso una sempre più sistematica integrazione dei fattori ESG nei processi e nei prodotti di investimento. Tale tendenza riguarda gli investitori sia istituzionali, sia retail – come attestato anche dai risultati dello Studio Eurosif 2018.

In questo contesto, il Forum per la Finanza Sostenibile ha voluto indagare il grado di consapevolezza degli investitori retail italiani rispetto alla rilevanza dei temi ambientali nelle scelte finanziarie e la loro propensione a sottoscrivere prodotti che integrano considerazioni di sostenibilità, con particolare riferimento al clima. La ricerca "Risparmiatori italiani e cambiamento climatico", condotta in collaborazione con BVA Doxa, è stata presentata a novembre in Senato, nell’ambito dell’evento di apertura della Settimana SRI – tra i principali appuntamenti nazionali interamente dedicati alla finanza sostenibile.

A partire da 1.012 interviste condotte a persone che hanno investito nell’ultimo anno risparmi per almeno €1.000, lo studio rileva come sia ormai ampiamente diffusa la consapevolezza della responsabilità dell’attività umana rispetto alla crisi climatica: il 91% degli intervistati ritiene che le cause del cambiamento climatico siano di origine antropica (come peraltro dimostrato da tempo dalla comunità scientifica). Inoltre, nei comportamenti quotidiani una parte significativa dei risparmiatori italiani si è attivata in ottica di sostenibilità ambientale: oltre la metà degli intervistati dichiara di prestare particolare attenzione alla raccolta differenziata, all’utilizzo di lampadine LED e alla riduzione degli sprechi. Dal punto di vista delle scelte finanziarie, un risparmiatore su tre sarebbe disposto ad aumentare i volumi dei propri investimenti se i prodotti avessero finalità di sostenibilità ambientale. Tra le tematiche più citate dagli intervistati figurano le energie rinnovabili, le politiche di risparmio energetico e l’economia circolare.

Gli investitori italiani mostrano una chiara percezione delle ricadute non solo ambientali dell’emergenza climatica, che rappresenta un problema anche dal punto di vista sociale ed economico: si stima, infatti, che il clima determini una perdita di Prodotto Interno Lordo (PIL) pari a $190 miliardi all’anno, corrispondente allo 0,25% del PIL mondiale. Per sette investitori su dieci i danni alla salute e all’incolumità delle persone costituiscono la conseguenza più rilevante, seguiti dai danni alle produzioni agricole e dal potenziale aumento dei flussi migratori. Proprio quest’ultimo aspetto suggerisce una crescente consapevolezza della correlazione tra tematiche ambientali e sociali, come evidenziato dal fenomeno dei profughi ambientali.

I risparmiatori attribuiscono la responsabilità della prevenzione e del contenimento dei rischi connessi al cambiamento climatico anzitutto alle istituzioni europee (per il 33% degli intervistati), seguite da produttori energetici (18%) e istituzioni nazionali (17%). Solo il 9% individua i responsabili nel settore produttivo privato, che potrebbe essere influenzato direttamente dalle scelte di investimento.

Il settore finanziario è del resto percepito come poco interessato dagli effetti del cambiamento climatico e non incisivo nell’azione di contrasto ai problemi ambientali: da una parte vi è quindi una sottovalutazione degli impatti della crisi climatica sui rischi e sui rendimenti finanziari; dall’altra, non si è ancora diffusa la consapevolezza del contributo che il settore finanziario può apportare in ottica di mitigazione e adattamento.

Al contrario, gli investitori possono ricoprire un ruolo fondamentale nel contrastare il cambiamento climatico, per esempio riorientando le proprie strategie d’investimento verso il finanziamento di progetti a basse emissioni. Il divario tra risorse disponibili e investimenti necessari per la transizione verso modelli economici sostenibili risulta ancora rilevante: secondo le stime dell’Intergovernmental Panel on Climate Change-IPCC si attesta tra $500 e $1000 miliardi all’anno. Come colmare questo divario? In parte ri-direzionando gli investimenti esistenti; in parte grazie ai risparmi derivanti dall’efficientamento energetico, dalla rimozione dei sussidi ai combustibili fossili, dalle aste dei permessi di emissione e attraverso la diffusione dei green bond.

In questo contesto, anche le scelte dei singoli risparmiatori possono fare la differenza. Ora: quali sono gli elementi prioritari per gli investitori italiani? La trasparenza e la chiarezza dell’offerta rimangono gli aspetti più rilevanti per le scelte di investimento. Infatti, più dell’80% degli intervistati considera importante essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti; allo stesso tempo, oltre la metà del campione giudica molto carente l’informazione sulla finanza sostenibile in Italia e ritiene che il settore finanziario non tenga sufficientemente in considerazione i fattori ambientali, sociali e di governance.

Inoltre, gli investitori motivano la mancata sottoscrizione di prodotti SRI con l’insufficiente conoscenza delle caratteristiche degli strumenti finanziari, per il 47% del campione, e con la pubblicità inadeguata sul tema, per il 36%. Tra coloro che conoscono i prodotti SRI, solo uno su quattro dichiara di aver investito in questa tipologia di strumenti. Tuttavia, l’indagine certifica anche un risultato incoraggiante sotto il profilo dell’iniziativa della rete di vendita: la quota di risparmiatori a cui sono stati proposti investimenti sostenibili si attesta al 40%, in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2018.

 

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