PMI italiane: per il 30% la sostenibilità può accelerare l’uscita dalla crisi
Forum per la Finanza Sostenibile, 16 Dic 2020 - 13:00Un’azienda su tre ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi economica generata dalla pandemia. Questo è uno dei risultati emersi dalla ricerca "PMI italiane e sostenibilità" condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa e con il sostegno di Iccrea Banca e di Intesa Sanpaolo. L’indagine si è focalizzata sull’approccio alla sostenibilità delle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane e sulla propensione a sottoscrivere prodotti d’investimento sostenibile e responsabile (SRI) per finanziare le proprie attività. Le PMI, infatti, hanno un ruolo fondamentale nell’economia italiana rappresentando il 92% delle imprese attive e impiegando l’82% dei lavoratori: pertanto, sono attori cruciali per compiere la transizione verso un’economia più inclusiva e a ridotto impatto ambientale.
Dai riscontri ottenuti dalle 477 aziende coinvolte nell’indagine – distribuite su tutto il territorio nazionale – è emersa un’elevata consapevolezza sull’importanza della sostenibilità per una gestione più efficace delle conseguenze socio-economiche della pandemia. Inoltre, il 37% dei rispondenti prevede un aumento dell’attenzione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) nel nuovo contesto che seguirà l’emergenza sanitaria. La sostenibilità viene considerata un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento da più dell’80% delle PMI intervistate. Questo approccio si riflette anche nella volontà di integrare considerazioni sui temi ESG nella strategia aziendale, espressa da oltre metà del campione.
Le imprese intervistate hanno sottolineato i benefici associati alla sostenibilità in termini di strategie di marketing e di prodotto (nel 73% delle PMI), e di miglioramento della reputazione e dell’attrattività aziendale (oltre il 50% dei casi). La sostenibilità comporta anche numerose sfide, che secondo le rispondenti sono spesso associabili a costi più elevati (52%) e difficoltà dettate dalla burocrazia.
La maggior parte delle PMI considera la sostenibilità un elemento importante nelle attività finanziarie e creditizie. Infatti, l’80% ritiene che gli operatori finanziari dovrebbero affiancare gli indicatori ESG a quelli tradizionali per valutare adeguatamente il merito creditizio; per il 33% i progetti sostenibili dovrebbero beneficiare di condizioni di finanziamento migliori.
L’adozione di strumenti e approcci di finanza sostenibile ha ancora ampi margini di crescita: infatti, solo un’azienda su tre dichiara di aver considerato prodotti SRI e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una Dichiarazione Non Finanziaria.
Una possibile spiegazione è fornita dalle testimonianze emerse durante la fase qualitativa della ricerca, che evidenziano la necessità di una maggiore comunicazione e promozione sui prodotti e sulle opportunità della finanza sostenibile. Per esempio, oltre il 70% del campione non ha mai ricevuto proposte di valutazione di forme di finanziamento per progetti sostenibili. L’indagine ha evidenziato la necessità di creare maggiori occasioni di dialogo e di confronto tra PMI e investitori, a cui viene richiesto di illustrare con un linguaggio semplice e chiaro le caratteristiche degli strumenti e dei prodotti della finanza sostenibile, ponendo l’accento sui vantaggi.
La condivisione di esperienze positive e l’organizzazione di gruppi di lavoro mirati alle specifiche realtà aziendali potrebbero incentivare le PMI ad avvicinarsi alla finanza sostenibile per rimanere competitive negli scenari economici futuri e contribuire alla transizione verso modelli di crescita più sostenibili.
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