Compensi alti ai CEO non assicurano le performance d'impresa

Assicurare all’Amministratore Delegato un alto stipendio non contribuisce a migliorare le performance aziendali nel lungo periodo: lo rileva il recente rapporto "Are CEOs paid for performance?", a cura della divisione ESG della società di rating MSCI.
Lo studio prende in considerazione un campione di 429 imprese americane di dimensioni medio-grandi, analizzando la correlazione tra i salari di 800 dirigenti (dato complessivo riferito ai singoli individui, considerando il turn-over) ed i ritorni per gli azionisti nell’arco di dieci anni, dal 2006 al 2015.

I risultati del report mostrano come un investimento di 100 dollari nelle società con i CEO più pagati sia cresciuto nell’arco dei dieci anni fino a 265 dollari, mentre per le aziende con gli stipendi più bassi la crescita raggiunge i 367 dollari.
Il dato è particolarmente interessante anche perché mette in discussione l’idea consolidata che attribuire ai manager incentivi e stipendi in stock option e azioni vincolate, connesse alla performance aziendale, sia una garanzia di successo per l’impresa e per gli azionisti nel lungo periodo. In effetti ad oggi, rileva MSCI, i bonus in azioni rappresentano circa il 70% dei compensi dei dirigenti negli Stati Uniti.

In risposta a tali distorsioni, MSCI individua quale principale soluzione il passaggio da una logica di breve termine ad un approccio orientato al lungo periodo, sia per l’attività di reporting aziendale che per l’assegnazione dei bonus.
In tal senso, gli autori del report auspicano una revisione delle regole per la disclosure imposte da parte della Securities and Exchange Commission, l’equivalente statunitense della nostra CONSOB.