Morningstar Sustainability Atlas: Borse UE regine di sostenibilità

Le borse europee sono le più virtuose al mondo in termini di rispetto dei criteri ambientali, sociali e di governance (o ESG, dall'acronimo inglese Environmental, Social and Governance).
É quanto rilevato dalla seconda edizione del Morningstar Sustainability Atlas, report pubblicato ad aprile 2017 e basato sul monitoraggio di 46 indici azionari che rappresentano, complessivamente, il 97% della capitalizzazione mondiale.

Obiettivo della ricerca di Morningstar è illustrare la distribuzione geografica di rischi e opportunità ESG per gli investitori: il risultato è l’elaborazione di una serie di mappe che fotografano il posizionamento dei mercati azionari dei singoli Paesi in tema di sostenibilità, sia a livello complessivo, sia sui singoli criteri.
Nel dettaglio, la mappatura muove dai punteggi assegnati da Sustainalytics su ciascuno dei tre fattori ESG alle singole società che costituiscono il listino di ogni Paese mappato; il Country Sustainability Score viene quindi calcolato sottraendo al punteggio ESG dell'intero indice azionario l'indicatore di controversie, ossia degli incidenti con impatto ambientale e sociale in cui incorrono le aziende quotate.

Dallo studio emerge che il Portogallo ha ottenuto il punteggio più alto in assoluto (66.9), seguito da Danimarca (65.4), Olanda (60.3), Norvegia (59.8), Finlandia (59.0) e Svezia (58.9). Per quanto riguarda l’Europa, spiccano tra le migliori della classe le Borse di Spagna, Germania, Svizzera, Ungheria, Austria e Italia, che risulta tuttavia penalizzata da un indice di controversie tra i più elevati al mondo. Tra i fanalini di coda del Vecchio Continente si colloca invece il Regno Unito (50.6), che pur registrando punteggi d’eccellenza in termini di impatto ambientale, fattore sociale e governance, vede coinvolte in controversie molte tra le società a più elevata capitalizzazione.

Tra i Paesi Sviluppati, l’elevato indice di controversie affossa anche il Country Sustainability Score di Canada (49.3) e Stati Uniti (45.4): entrambi gli Stati nordamericani, tuttavia, non brillano per performance nemmeno sui singoli fattori ESG. Il quintile delle migliori della classe è completato dalla Colombia che beneficia, in particolare, di un  indice di controversie particolarmente basso, dall’Australia, spinta dagli alti standard di sostenibilità dei grandi gruppi bancari, e dal Sudafrica, che si distingue per le performance elevate in termini di rispetto dell’ambiente e governance societaria.

Tra i mercati con i punteggi più bassi, invece, si segnalano la Cina, diversi Paesi del Medio Oriente - come Qatar, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Israele – e la Russia. Sia per Pechino, sia per Mosca, gli score assegnati ai listini risultano tra i più bassi per tutti tre i criteri di sostenibilità.

Prendendo in considerazione i singoli fattori ESG, il Vecchio Continente continua a emergere sul resto del mondo con ottimi posizionamenti di quasi tutti gli Stati. In termini di rispetto dell’ambiente, è ancora una volta la borsa portoghese a registrare il punteggio più elevato, seguita a breve distanza dalla vicina Spagna e dalla Francia. Per i fattori sociali lo scettro passa alla Danimarca, mentre sulla governance è l’Olanda a piazzarsi in prima posizione.
Performance d’eccellenza e perfettamente in linea con le medie europee anche per Piazza Affari, che si posiziona nei migliori due quintili per tutti e tre i criteri ESG.