Il Segreto Bancario
Un segreto professionale che ha l’obiettivo di tutelare la riservatezza del cittadino
FTA Online News, Milano, 13 Giu 2013 - 17:21
Il segreto bancario è un segreto professionale che ha l’obiettivo di tutelare la riservatezza del cittadino, vietando a chi lavora in banca di fornire a chiunque informazioni.
Il più conosciuto è sicuramente il segreto bancario svizzero, introdotto nel 1934, che secondo la definizione del Dipartimento Federale delle Finanze elvetico consiste nella "protezione della sfera privata dei clienti delle banche da interventi ingiustificati da parte dello Stato". Il segreto bancario elvetico è un segreto parziale, dal momento che esiste l’obbligo per gli istituti di credito di collaborare e consegnare tutta la documentazione richiesta dalla magistratura in caso di attività criminali, processi penali, procedimenti di esecuzione forzata e di frode fiscale.
A partire dal 2009, dopo la crisi finanziaria internazionale, molti Paesi hanno rinunciato o quanto meno depotenziato le norme che tutelano il segreto bancario. In Svizzera l’allora Ministro delle Finanze Hans-Rudolf Merz annunciò una revisione delle norme sul segreto bancario come l’introduzione di nuove convenzioni per la doppia imposizione, che prevedono la possibilità di uno scambio di informazioni tra le banche e le istituzioni straniere in caso di presunta evasione fiscale.
L’articolo 47 della legge federale sulle banche e le casse di risparmio regola il segreto bancario elvetico, affermando "che viene punito con una pensa detentiva fino ai tre anni o con una multa chiunque riveli un segreto che gli è stato confidato o di cui ha notizia nella sua qualità di membro di un organo, impiegato o liquidatore di una banca". In virtù del depotenziamento del segreto bancario, in Svizzera sono stati aboliti i libretti di risparmio al portatore e aumentati i controlli d’identificazione.
A Berna vale quindi la legge del "know your custode": impossibile aprire conti anonimi, lecito attivare un conto cifrato, che però non permettere di aggirare l’eventuale intervento delle autorità giudiziarie. Il conto cifrato da infatti la possibilità di limitare la conoscenza del proprietario del deposito all’interno della banca, dal momento che le generalità del possessore sono conoscibili solo da un ristretto numero di funzionari, che non possono però sottrarsi da eventuali richieste da parte di autorità giudiziarie.
Molte altre nazioni contemplano il segreto bancario. In Europa chi esige la massima riservatezza sui propri conti corrente, oltre alla Svizzera, può recarsi in Austria, Lussemburgo, Principato di Monaco, Andorra, Liechtenstein, San Marino. Fuori dal Vecchio Continente garantiscono il massimo della tutela piccoli stati americani come Panama e Bahamas e l’Asia, dove gli istituti di credito occidentali hanno aperto diverse affiliate per poterne sfruttare appieno i benefici. In Oriente è infatti possibile effettuare operazioni back to back o aprire Trust e fondazioni che rendono più difficoltoso risalire ai titolari di una società nel caso di rogatorie internazionali. Ma anche sul segreto bancario le cose stanno cambiando.
Recentemente la Svizzera ha annunciato un accordo con gli Stati Uniti per lo scambio d’informazioni sui fondi depositati presso le banche elvetiche e non dichiarati al Fisco statunitense. Il Governo transalpino ha infatti presentato un progetto di legge per determinare una base di partenza con cui le banche della Confederazione potranno risolvere le dispute con l'amministrazione finanziaria degli Stati Uniti. Nello specifico, le prime stime valutano in 10 miliardi di dollari la somma che le banche svizzere dovranno pagare per chiudere le vertenze.
L’Austria ha aperto alla revisione degli accordi sul fisco con Paesi terzi, Svizzera compresa. E nell’ultima riunione Ecofin svoltasi a Bruxelles a metà maggio, i 27 stati membri hanno dato mandato alla Commissione Ue di negoziare una correzione degli accordi con Andorra, Monaco, Liechtenstein e San Marino sulla tassazione dei redditi da risparmio dei cittadini non residenti. Alla base del negoziato ci sarà la bozza di una direttiva in cui si rendono più stringenti le regole Ue fissate nel 2003. Soprattutto saranno soggetti a tassazione anche gli interessi sugli investimenti finanziari diversi dai depositi, come le assicurazioni e i fondi di investimento.