Cos’è la green shoe?

La facoltà per l’emittente di aumentare la dimensione dell’offerta



FTA Online News, Milano, 16 Giu 2006 - 09:44

La green shoe, detta anche over-allotment option, è un'opzione che permette all'atto del collocamento dei titoli di una società, finalizzato all’ingresso in Borsa, la facoltà per l’emittente di aumentare la dimensione dell’offerta in modo da rispondere in modo adeguato alla domanda di titoli da parte degli investitori.

Storicamente il termine green shoe (o anche greenshoe) nasce dall'azienda americana Green Shoe Corporation, che utilizzò questa tecnica per la prima volta al momento della sua quotazione. Dell’esistenza della greenshoe e del suo possibile esercizio (e del cosiddetto over allotment, di cui si parla più avanti) deve essere esplicitamente fatta menzione nel prospetto informativo, al fine di garantire agli investitori trasparenza sul meccanismo di offerta.

L’opzione, che ha normalmente una durata di 30 giorni, è normalmente concessa da parte degli azionisti della società, che si rendono disponibili ad incrementare il numero di azioni poste in vendita, riducendo così la propria quota di partecipazione. Più raramente, i titoli oggetto della greenshoe derivano da un apposito aumento di capitale che può essere realizzato in caso l’opzione venga esercitata.

L’opzione green shoe è normalmente associata al meccanismo dell’over allotment, ossia alla vendita allo scoperto nell’ambito del collocamento di un certo quantitativo di titoli, normalmente pari all’importo della greenshoe stessa. I titoli oggetto dell’over allotment sono collocati dai responsabili del collocamento presso gli investitori istituzionali che sottoscrivono i titoli oggetto di offerta.

L’esercizio della greenshoe – se necessario - non è deciso dalla società emittente, ma dai responsabili del consorzio di collocamento. L’opzione viene esercitata quando la domanda di titoli sul mercato in tale periodo è superiore all'offerta e quindi il prezzo del titolo tende a crescere al di sopra del prezzo di sottoscrizione. La greenshoe è quindi funzionale ad un adeguato svolgimento dell’offerta: in queste condizioni i responsabili del consorzio di collocamento possono infatti utilizzare i titoli ottenuti dall’emittente con l’esercizio dell’opzione per coprire la vendita allo scoperto realizzata tramite l’over allotment.

Se quindi l’IPO ha successo ed i titoli sono apprezzati dagli investitori, i membri del consorzio di collocamento chiederanno l’esercizio dell’opzione, la società collocherà un maggior numero di azioni e la struttura azionaria dell’emittente verrà modificata di conseguenza, incrementando il numero di titoli sul mercato e, di conseguenza, il flottante del titolo. Da questo punto di vista, l’esercizio della greenshoe rappresenta un’ulteriore modalità di remunerazione dei collocatori, poiché i ricavi dell’operazione dipendono dal numero complessivo di titoli collocati sul mercato.

Nel caso in cui invece il titolo scendesse di prezzo rispetto al collocamento, i titoli necessari per “coprire” l’over allotment verranno acquistati dai componenti del consorzio di collocamento sul mercato (realizzando così un guadagno da trading, visto che i titoli dell’overallotment sono stati ceduti in collocamento al prezzo di offerta e sono stati riacquistati sul mercato a un prezzo inferiore). In queste condizioni il meccanismo della greenshoe e dell’over allotment hanno quindi lo scopo di stabilizzare il prezzo di titoli nei primi giorni di quotazione. In caso di scarsa domanda i collocatori acquisteranno titoli per coprire l’over allotment, e tali acquisti possono contribuire ad evitare eccessivi deprezzamenti.

Solitamente la quantità di azioni riservata alla green shoe non supera il 15% dell'offerta globale. Questa soglia non è stabilita a livello normativo, ma si tratta di una pratica diffusa. Malgrado i collocatori dovrebbero desiderare la “fetta” più grande possibile in modo da intascare lauti guadagni in conto capitale in caso di apprezzamento dei titoli, una percentuale maggiore del 15% potrebbe non essere positivamente accolta sul mercato poichè potrebbe implicare il collocamento sul mercato di un quantitativo eccessivo di titoli rispetto alla domanda effettiva, penalizzando il risultato complessivo dell’operazione.


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