Euro Bond: il Consiglio Europeo approva il Fondo per la Ripresa
Recovery Fund: cos’è e come funziona il piano di contrasto alla crisi e di rilancio della ripresa europea. Quali sono i dettagli e le tempistiche del fondo per la ripresa
FTA Online News, Milano, 27 Apr 2020 - 15:30
Il Consiglio Europeo del 23 aprile ha approvato “la creazione di un fondo per la ripresa, che è necessario e urgente. Il fondo dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell'Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti”.
Nelle sue conclusioni sull’esito dei lavori, il presidente del Consiglio dei capi di stato e di governo UE, Charles Michel, ha precisato: “Abbiamo pertanto incaricato la Commissione di analizzare le esigenze specifiche e di presentare con urgenza una proposta all'altezza della sfida che ci troviamo ad affrontare. La proposta della Commissione dovrebbe chiarire il nesso con il QFP (Quadro Finanziario Pluriennale), che in ogni caso dovrà essere adeguato per affrontare l'attuale crisi e le relative conseguenze”.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha aggiunto qualche dettaglio, precisando la convinzione che ci sia un solo strumento che possa raggiungere gli obiettivi di contrasto alla crisi e il rilancio della ripresa europea: il bilancio europeo, il QFP a sette anni che dovrà essere chiaramente collegato al Fondo per la Ripresa.
Nessun dubbio in sede di Consiglio UE sembra emergere invece sulle altre tre gambe dell’intervento UE, ossia la BEI rafforzata, il MES “light”, la cassa integrazione europea “Sure” che complessivamente hanno una potenza di fuoco da 540 miliardi di euro.
Recovery Fund: i dettagli sulle risorse da raccogliere
Le certezze e i dettagli sul nuovo Fondo per la Ripresa però mancano ancora. La stessa von der Leyen ha chiesto che le risorse messe dagli Stati Membri nel bilancio UE salgano dall’1,2% attuale del reddito nazionale lordo europeo (circa 166,7 miliardi di euro nel 2019) al 2% circa (quindi 277 mld, senza considerare le inevitabili variazioni) puntualizzando poi che le risorse da raccogliere contro la pandemia non sono nell’ordine dei miliardi, ma dei trilioni. Se questo ammontare indichi le risorse da porre in bilancio, magari anche con la successiva emissione di debito comune Ue per le necessarie integrazioni (quindi degli eurobond), o gli investimenti che si intendono generare a leva (quindi un multiplo delle prime) non è stato però chiarito. Circolano indiscrezioni su un intervento complessivo, tra risorse raccolte e investimenti, da almeno due trilioni di euro, che sarebbe finalmente paragonabile, per esempio, a quello statunitense, ma necessariamente dovrebbe fare leva su emissioni di debito comune (anche se probabilmente garantito in ultima istanza pro-quota dai singoli Paesi).
L’emissione di debito comune (“Debito congiunto con responsabilità congiunte”, aveva sintetizzato ieri al Parlamento tedesco la cancelliera Angela Merkel prima del Consiglio UE secondo Il Sole 24 Ore) sembra implicita nelle parole della von der Leyen quando dice: “Grazie alla garanzia legale degli Stati Membri, la Commissione sarà in grado di raccogliere fondi, che saranno quindi indirizzati attraverso il budget europeo agli Stati Membri”, ma dettagli, modalità e tempi sono ben lontani dai commenti conclusivi del Consiglio UE.
Così come non è stato chiarito se le nuove risorse europee andranno agli stati come prestiti (dunque denaro da restituire sebbene a tassi molto bassi data la garanzia congiunta UE) o come un mix di prestiti e sussidi a fondo perduto (come in passato indicato dalla stessa von der Leyen).
Fondo per la ripresa: le tempistiche
Anche sulle tempistiche, un fattore essenziale di questa crisi, rimangono diverse incertezze. Se sembra sicuro che entro il 1° giugno siano attivati i primi tre pilastri (BEI, MES, Sure) da 540 miliardi in totale per l’UE, non è affatto chiaro quando il nuovo Fondo per la Ripresa possa essere varato e diventare efficace. L’ancoraggio al bilancio UE, anche se la von der Leyen tenterà forti anticipi, potrebbe persino portare a interventi del Fondo per la Ripresa dal prossimo 1° gennaio 2021.
Prima di giugno appare comunque improbabile, almeno allo stato attuale, che il nuovo Fondo per la Ripresa venga messo nero su bianco e dettagliato, anche perché la Commissione e lo stesso Consiglio Europeo immaginano un piano di interventi articolati e complessi capaci di intervenire sulle catene di fornitura strategiche europee, sui settori più colpiti, sul capitale delle PMI a rischio di sopravvivenza. Il piano della Commissione prevederebbe un “meccanismo-ponte” per anticipare i fondi già da luglio (ovviamente qualora entro giugno si trovi l’intesa): non domani, ma senza dubbio uno scenario più tollerabile.
Entro il prossimo 6 maggio invece la Commissione Europea dovrebbe elaborare la proposta tecnica del nuovo Recovery Fund.
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