Cos'è la Finanza Islamica
Approfondisci il significato di Finanza Islamica, come funziona e la differenza con il sistema bancario occidentale.
FTA Online News, Milano, 12 Lug 2022 - 17:37
Con il termine finanza islamica si intende un particolare e nuovo tipo di finanza che cerca di rispettare le norme islamiche della Sharia, ossia quell’insieme di regole che sono tratte dal Corano e che contengono anche riferimenti al mondo economico.
Si tratta in pratica di un sistema finanziario che parte da presupposti molto distanti da quelli occidentali. La maggiore differenza fra i due sistemi è basata sul concetto di riba, che letteralmente in arabo significa “extra” e che di fatto è traducibile in termini più economici come interesse. La Sharia, come anche il Cristianesimo per molti secoli, ha sempre considerato “usura” e quindi peccato l’interesse, cioè il prestare una quantità di denaro chiedendone in cambio una maggiore. Per questo motivo la riba è severamente bandita dalla finanza islamica.
Il fatto che l’intero sistema bancario occidentale sia invece fondato sul concetto di interesse rende ovviamente molto complicato l’adattamento dei dettami dell’Islam all’economia globale del terzo millennio.
Le banche islamiche
Per rimediare a questa asimmetria è emerso il concetto di banche islamiche. Si tratta di un sistema creditizio che si fonda su diverse specificità. Le principali forme di finanziamento che ne stanno alla base permettono di evitare l’applicazione di un interesse e di fare rientrare i servizi bancari nel concetto di condivisione degli utili: un genere di operazioni che invece il Corano consente.
Le tre principali forme di accordo consentite fra le banche e i clienti della finanza islamica sono le seguenti:
- Modaraba
- Morabaha
- Ijara
La Modaraba è basata sul concetto di relazione che è il fondamento di tutti gli accordi finanziari dell’economia islamica. In particolare la Modaraba è basata sul concetto in base al quale viene siglato un accordo. Da un lato c’è il correntista che deposita una somma e dall’altra c’è la banca islamica che mette esperienza e capacità di gestione. Il risultato è un profitto che può essere diviso tra le due parti.
La Morabaha (o Murabaha) è un’operazione tramite la quale un intermediario (per esempio una banca islamica) vende a un acquirente un bene accordandosi sul prezzo di cessione. Questo può essere corrisposto anche tramite una serie di pagamenti o di rate. La proprietà rimane intestata all’intermediario finché il bene (per esempio una casa) non viene pagato per intero. Non si possono modificare nel tempo le condizioni dell’accordo né aggiungere interessi, neanche in caso di ritardo nel pagamento delle rate. Se questo avvenisse si darebbe luogo a quello che la Sharia definisce riba ossia all’usura.
La Ijara è invece una sorta di leasing con il quale la banca presta un bene al compratore che paga diverse rate. Il contratto può terminare con il passaggio della proprietà del bene nelle mani del contraente, ma non è obbligatorio. È infatti possibile che il bene venga affittato solo per un periodo di tempo limitato per il quale verranno corrisposte delle rate stabilite.
Secondo una stima dell’Islamic Finance Market Report, nel 2017 le dimensioni complessive del mercato della finanza islamica erano di 2,05 trilioni di dollari (comprendendo attività bancaria, mercato dei capitali e sistemi cooperativi).
Non si può comunque capire la natura della finanza islamica senza la comprensione del fatto che essa mira, almeno in teoria, alla giustizia sociale e all’abolizione dello sfruttamento vietando, per esempio, l’investimento in attività che arrecano danno come gli alcolici, le scommesse o il tabacco. Ciononostante negli anni anche il mondo della finanza islamica ha registrato diverse criticità.