Cos'è la deflazione? Significato, opportunità e rischi: il caso Giappone

Cosa è la deflazione? Opportunità e rischi di un calo del livello generale dei prezzi. Analizziamo il caso del Giappone



FTA Online News, Milano, 07 Feb 2020 - 14:15

Deflazione: definizione e significato

Con il termine deflazione si indica, in macroeconomia, un calo del livello generale dei prezzi. La deflazione è dunque l'opposto della ben più nota inflazione, ossia il processo di graduale incremento dei prezzi. In molti casi si assiste soltanto a un rallentamento dell'inflazione, ossia a una diminuzione del tasso di crescita del livello generale dei prezzi: si tratta di un terzo fenomeno che prende il nome di disinflazione. La deflazione propriamente detta è in genere un fenomeno negativo, ma esistono tipi di deflazione "positiva" e aspetti favorevoli della deflazione.

 

Quali sono le conseguenze della deflazione

Una flessione del livello generale dei prezzi deriva molto spesso da una situazione recessiva (ossia di crescita negativa) in cui la domanda di beni e servizi – la cosiddetta domanda aggregata - si contrae. La spesa di persone e aziende, in altri termini, si riduce. Questo spinge le società stesse a cercare di vendere i propri prodotti a prezzi inferiori, nella speranza di stimolare la domanda e una risposta del consumatore.

Ne deriva che le società vendono a un prezzo minore i propri prodotti e quindi registrano una diminuzione del fatturato. Per bilanciare questa contrazione del giro d'affari caratteristica delle economie in stato di deflazione, le imprese cercano di ridurre i costi per materie prime e servizi derivanti da altre imprese, di tagliare il costo del lavoro, di comprimere i finanziamenti dalle banche (riducendo gli oneri finanziari sui debiti contratti). Questi interventi, a loro volta, tendono a comprimere la domanda aggregata di beni e servizi, aggravando la situazione e portando nuove spinte deflative.

La crescita della disoccupazione derivante dal taglio dei costi del lavoro, per esempio, costringerà i nuovi disoccupati a ridurre le proprie spese, influenzando negativamente la domanda. Alla deflazione tende, però, anche a corrispondere un aumento del risparmio che può porre le basi per una sana ripresa economica.

 

I rischi della deflazione: il caso del Giappone

Il caso più tipico di deflazione citato nei libri di testo è quello della deflazione registratasi in Giappone tra l’inizio degli anni Novanta e i primi anni Duemila. In quel periodo la crescita scoppiettante del Sol Levante degli anni precedenti si paralizzò e il Pil giapponese si bloccò su un +1,2% l’anno, nettamente inferiore ai tassi di sviluppo delle altre economie avanzate. Da allora per fare riferimento a quel periodo si parla del “Decennio perduto del Giappone”. All’inizio degli anni Novanta in Giappone scoppiò una bolla speculativa immobiliare e finanziaria che fece crollare la domanda interna, la Banca centrale non riuscì ad arginare i danni e si creò un contesto sfidante che ancora oggi minaccia l’economia nipponica. A fine anni Novanta nuove spinte deflazionistiche giunsero sul Sol Levante dalla crisi asiatica di quegli anni (e colpirono le maggiori economie globali, Stati Uniti compresi). Ancora oggi il Giappone ha un rapporto debito/Pil che sfiora il 240% ed è ritenuto sostenibile soltanto perché per oltre il 90% è mantenuto all’interno del Paese (la forza della fiducia). Negli anni gli analisti hanno però evidenziato aspetti più strutturali della crisi giapponese come l’invecchiamento della popolazione, il trasferimento dal governo centrale a quelli locali (che ne sarebbero diventati dipendenti), la forte crescita di sofferenze e crediti deteriorati nei bilanci bancari, la reazione restrittiva della banca centrale, il forte apprezzamento dello yen negli anni precedenti.

 

 

Opportunità positive della deflazione

Esistono, però, anche aspetti positivi della deflazione, almeno finché questa si mantiene limitata e temporanea. Il calo dei prezzi aumenta il potere di acquisto dei redditi. I pensionati, per esempio, possono trarre un vantaggio dalla deflazione. Alcuni osservatori sono arrivati a ipotizzare che la deflazione giapponese sia in qualche modo politica: l'elevato numero di anziani del Paese avrebbe spinto il Sol Levante a incoraggiare uno stato di deflazione dell'economia.
Esiste anche un tipo di deflazione positiva generato dalla concorrenza. Se in un mercato la competizione spinge le società ad abbassare i prezzi dei propri prodotti, i consumatori ne traggono vantaggio e l'efficienza del sistema viene accresciuta. È accaduto negli ultimi anni nei mercati dei personal computer e delle telecomunicazioni. In generale, però, la deflazione si presenta come un problema e desta allarme nelle banche centrali e nella politica. Più di recente si parla di effetto Amazon.

Negli odierni mercati globali la deflazione tende a contagiare le altre economie, allargando lo scenario a livello internazionale. I diversi meccanismi complessi che regolano la dinamica dei prezzi rappresentano una sfida per tutte le economie avanzate che si trovano in situazioni spesso parallele: un invecchiamento della popolazione che si riflette sulla domanda, un livello elevato del debito pubblico, una tendenza alla riduzione storica dei salari e del potere contrattuale che si riflette sul potere di acquisto e sui prezzi, una capacità di produzione in diversi mercati superiore alla capacità di assorbimento da parte della domanda. Tutte sfide che i policy maker si trovano oggi ad affrontare anche in contesti molto distanti l’uno dall’altro.

 

 

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