Progetto BEPS
FTA Online News, Milano, 07 Lug 2015 - 09:37Progetto BEPS, la trasparenza nell’allocazione del reddito
(caso Amazon)
Negli ultimi anni l’aumento esponenziale di casi di elusione artificiale del sistema fiscale internazionale ha spinto l’OCSE a concentrarsi sulle problematiche dell’erosione della base imponibile.
I processi di espansione oltre frontiera delle imprese multinazionali sono stati interessati da notevoli cambiamenti, nell’ultimo ventennio, con riferimento alla loro configurazione strutturale, che si è adeguata alle mutate condizioni del mercato, divenendo più flessibile ed assumendo una dimensione “globale” dal punto di vista dell’organizzazione della value chain.
Gli studi OCSE evidenziano come le imprese multinazionali tendano ad adottare sempre più frequentemente strutture di pianificazione fiscale divenute, nel corso degli ultimi anni, particolarmente aggressive con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale complessivo di gruppo mediante operazioni formalmente legittime, ma in contrasto con lo scopo della norma.
Dopo due anni di lavori, l’Ocse è quasi giunta alla definizione delle 15 "azioni" specifiche per ostacolare il fenomeno dell’erosione della base imponibile (contenute nel progetto Beps).
In particolare, il progetto Beps si inserisce nell’ambito di azioni contrarie alle politiche di pianificazione fiscale aggressiva e mira a contrastare lo "spostamento" di base imponibile dai Paesi ad alta fiscalità verso giurisdizioni con pressione fiscale bassa o nulla da parte delle imprese multinazionali, puntando a stabilire regole uniche e trasparenti condivise a livello internazionale.
Le 15 aree d’azione dell’Action Plan on Beps (2014-2016)
Action 1: Introdurre specifiche norme fiscali sull’economia digitale riguardanti le imposte dirette ed indirette al fine di affrontare le relative problematiche fiscali
Action 2: Assicurare la coerenza della tassazione del reddito d'impresa a livello internazionale attraverso specifiche clausole e raccomandazioni che possano neutralizzare l'effetto di pratiche asimmetriche ibride (Hybrid mismatch arrangements) come la doppia non imposizione, doppia deduzione, differimento a lungo termine del pagamento delle imposte.
Action 3: Rafforzare le regole sulle società estere controllate (Controlled foreign company o CFC) attraverso specifiche raccomandazioni e l’armonizzazione delle CFC rules.
Action 4: Elaborare raccomandazioni relative alle migliori pratiche nella progettazione di norme volte a prevenire l’erosione della base imponibile attraverso l’uso di interessi passivi.
Action 5: Eliminare le pratiche fiscali dannose incrementando la trasparenza, facendo emergere la reale sostanza economica delle operazioni ed incentivando lo scambio spontaneo d’informazione tra le Amministrazioni fiscali.
Action 6: Prevenire l'abuso di trattati fiscali, riallineando le norme nazionali in modo da impedire la concessione di benefici da trattati in circostanze inappropriate.
Action 7: Prevenire l’elusione artificiale dello status di “stanziamento stabile ” rivedendo proprio la definizione di Stabile Organizzazione.
Action 8: Sviluppare regole per prevenire la pratica dell'erosione della base imponibile e del trasferimento del profitto, BEPS, attraverso il trasferimento dei beni immateriali tra i membri del gruppo.
Action 9: Adozione di norme specifiche sulla deducibilità delle spese finanziarie, sulle modalità di trasferimento dei rischi e sull’allocazione del capitale tra i membri del gruppo pagamenti al fine di assicurare la corretta attribuzione dei ritorni economici agli effettivi beneficiari.
Action 10: Sviluppare norme specifiche che chiariscano le circostanze delle transazioni che non si verificano o si verificano raramente, i metodi dei prezzi di trasferimento (specialmente il profit split), le “management fees” e le “head office expenses”.
Action 11: Stabilire metodologie di raccolta e analisi dei dati sul BEPS. Elaborare raccomandazioni riguardanti l’analisi economica dell’impatto del BEPS e l’efficacia/impatto economico delle misure volte a contrastarlo.
Action 12: Richiedere ai contribuenti di divulgare le loro pratiche di pianificazione fiscale aggressiva al fine di agevolare l’attività delle Amministrazioni finanziarie.
Action 13: Migliorare la trasparenza per le amministrazioni fiscali e rafforzare la certezza e la prevedibilità per i contribuenti attraverso il miglioramento della documentazione dei prezzi di trasferimento e un modello per paese per paese dichiarante.
Action 14: Creare meccanismi di risoluzione delle controversie più efficaci apportando modifiche al Modello di Convenzione OCSE ed eliminando le incertezze interpretative che ostacolano l’attivazione di procedure amichevoli delle controversie fiscali (Mutual agreement procedure).
Action 15: Analizzare le questioni internazionali, pubbliche e fiscali, relative allo sviluppo di uno strumento multilaterale che consenta alle giurisdizioni interessate l’implementazione delle misure sul BEPS elaborate dall’Ocse. Apportare modifiche ai trattati bilaterali al fine di affrontare in maniera innovativa ed efficace tali questioni.
Il caso Amazon
La multinazionale Amazon dal primo maggio scorso ha modificato la propria politica sulla fiscalità in Europa, anticipando le mosse dell'Ocse in materia di profit shifting e rispondendo alle sollecitazioni dei singoli Stati per contrastare il fenomeno dell’erosione della base imponibile.
Attraverso un sistema di trasferimenti dei ricavi, Amazon era infatti riuscita a sfuggire ai propri doveri fiscali, grazie al tax ruling, l’accordo fiscale che regola i transfer pricing all’interno di diverse aziende di uno stesso gruppo, concesso dal Lussemburgo, che prevedeva lo spostamento di denaro verso aziende controllate in Irlanda o in Lussemburgo, dove la tassazione è molto più bassa rispetto ad altri stati appartenenti all’UE.
Amazon ha dunque dichiarato che inizierà a pagare le tasse nei singoli Paesi dove ha localizzato delle stabili organizzazioni, intese come filiali della sede lussemburghese Amazon EU Sarl, che gestiscono direttamente il business negli specifici mercati.
Sebbene l'esistenza di un magazzino non sia mai stata considerata di per sé un'attività tale da imporre l'apertura di una stabile organizzazione nello specifico Stato in cui il magazzino è presente, le recenti riflessioni dell’OCSE hanno determinato un cambio di tendenza e nei documenti che modificano le regole di identificazione di una stabile organizzazione (nell'ambito del Programma BEPS) si stabilisce che per un soggetto che realizza e-commerce il magazzino possa essere considerato una semplice attività ausiliaria, obbligando l'impresa non residente a creare, nello Stato dove viene localizzato il magazzino, una stabile organizzazione, facendo cosi emergere una nuova base imponibile in grado di generare nuove entrate fiscali.