Le Agenzie di Rating
Esprimono giudizi sulla solvibilità di un debitore e sull’affidabilità di obbligazioni e titoli a rendimento fisso
FTA Online News, Milano, 23 Dic 2011 - 10:58
La stessa agenzia di rating Standard&Poor’s definisce nel proprio sito internet un credit rating come un’opinione sulla generale affidabilità di un debitore o di un titolo di debito. Negli anni i rating sul debito di società e stati sono diventati sempre più importanti per l’orientamento delle scelte di
investimento dei risparmiatori e hanno fornito un comodo strumento per l’analisi della qualità di un titolo di debito. L’altro lato della medaglia è nei numerosi fallimenti che i grandi giudici del debito hanno accumulato nel tempo da Parmalat a Lehman Brothers passando per buona parte degli strumenti finanziari che poi sono implosi nel corso del 2008 con la crisi finanziaria globale.
Come si legge un rating? Tutte le agenzie esprimono giudizi sulla solvibilità di un debitore e sull’affidabilità di obbligazioni e titoli a rendimento fisso.
In base a questi giudizi le stesse agenzie elaborano una scala di valore che cataloga i vari strumenti finanziari in base alla loro affidabilità.
Nel caso di Standard&Poor’s i debiti di lungo periodo passano dalla lusinghiera AAA fino a D, il giudizio peggiore che questa agenzia possa esprimere nei confronti di un titolo di debito. Nel caso di un’altra importante agenzia, Moody’s, il giudizio passa in ordine decrescente da Aaa a C, mentre Fitch adotta un criterio molto simile a quello di Standard&Poor’s.
I rating sono inoltre distinti fra rating sul debito a lungo termine (Long-term debt) e rating sul debito di breve periodo (Short-term debt). Esiste pertanto una scala di valore parallela delle varie agenzie che per i bond a breve scadenza cataloga i vari livelli di affidabilità. Nel caso di S&P’s il debito di breve periodo più affidabile è quello con rating A-1+ e quello meno affidabile è quello con rating C. Moody’s classifica i debiti di breve periodo da P-1 a “Not prime”, mentre Fitch ha un proprio ordine da F1+ a C. Come noto la distinzione tra debito di breve periodo e debito a lunga scadenza è molto importante per società e stati, tanto da comportare spesso apposite distinzioni all’interno dei vari stati patrimoniali.
Di cosa bisogna tenere conto quando si legge il rating di un’obbligazione come un BTP o un bond di Eni? La prima e più importante differenza è tra i titoli investment grade e i cosiddetti junk bond. Sia nel caso di S&P’s, che in quello di Fitch, un bond giudicato BB+ (il gradino inferiore a BBB-) o con un rating inferiore viene considerato un junk bond (letteralmente titolo spazzatura) viene dunque consigliato solo a investitori esperti con obiettivi speculativi. Fondi pensione e altri investitori istituzionali che devono mantenere una certa affidabilità del proprio portafoglio di investimento non possono quasi mai investire in junk bond, con il risultato che un bond che scivola su questi livelli spesso si trova praticamente escluso dai circuiti di investimento più importanti.
Essendo in finanza generalmente proporzionali il rischio e il rendimento, in media a un bond più rischioso corrisponderà un rendimento più elevato che avrà l’obiettivo di attirare i capitali sull’emissione. Per questo stesso motivo all’abbassamento di un rating corrisponde in genere un innalzamento del costo del debito per l’ente che emette questi titoli.