Reporting di sostenibilità, costi fondi ESG, revisione dell’SFDR e altre novità

Le ultime settimane prima della pausa estiva sono state caratterizzate da alcune interessanti novità relative al quadro normativo sulla finanza sostenibile.

In tema di reporting, l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato le proprie linee guida per la vigilanza sulle informazioni di sostenibilità degli emittenti. L’obiettivo del documento è favorire la convergenza delle pratiche di vigilanza in materia di reporting di sostenibilità. Nello stesso periodo, l’ESMA ha pubblicato una dichiarazione pubblica sulla prima applicazione degli European Sustainability Reporting Standard (ESRS) per facilitarne l’implementazione e supportare le imprese impegnate nella pubblicazione delle prime dichiarazioni di sostenibilità nel 2025. Secondo l’autorità, per prepararsi al reporting le imprese dovranno garantire un’adeguata formazione interna del personale e condurre l’analisi di materialità in maniera corretta e trasparente. 

Un altro aggiornamento rilevante è la pubblicazione della recente analisi di Morningstar Sustainalytics sui costi dei fondi di investimento sostenibili, comparati a quelli tradizionali. Il report ha rilevato che, in media, i fondi ESG sono meno costosi dei fondi tradizionali, mostrando una progressiva riduzione delle commissioni (in particolare per quanto riguarda quelli a gestione attiva). Nello specifico, a marzo 2024, i fondi ESG hanno registrato un costo medio dello 0,83%, rispetto allo 0,90% dei fondi convenzionali. Tra i fattori che contribuiscono a questa riduzione vengono sottolineati l’aumento e la diversificazione delle strategie ESG e il contestuale intensificarsi della concorrenza.  

Sul fronte dell’SFDR, le European Supervisory Authorities (ESAs) hanno pubblicato un parere congiunto con alcune raccomandazioni per la revisione del regolamento. Secondo le ESAs, la Commissione dovrebbe in primis concentrarsi sul rafforzare la coerenza del quadro normativo, cruciale per supportare la transizione verde e garantire la protezione dei consumatori. Inoltre, le autorità sottolineano l’importanza di introdurre misure per rendere più chiare per gli investitori finali le informazioni divulgate dagli operatori finanziari. Per raggiungere questi obiettivi, le ESAs propongono di: 

•  introdurre almeno due categorie di prodotti finanziari (a partire da quelli “sostenibili” e “di transizione”) basate su criteri oggettivi e chiari;
•  introdurre un indicatore sintetico di sostenibilità;
•  chiarire i concetti chiave della SFDR (es: “investimento sostenibile”, “considerare i PAI”, ecc.);
•  semplificare le documentazioni rilevanti.

L’ultima novità riguarda lo schema di decreto legislativo di recepimento della CSRD, approvato in via preliminare e trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti per l’ok definitivo. Il Decreto conferma che la rendicontazione di sostenibilità sarà parte integrante della relazione sulla gestione, redatta dagli amministratori. Di conseguenza, la sua adozione e pubblicazione dovrà avvenire secondo le tempistiche e con le modalità previste per l’approvazione e la pubblicazione dei documenti contabili dell’impresa. Il decreto prevede la possibilità di applicazione di sanzioni penali, al pari di quanto accade nella rendicontazione finanziaria in caso di violazione degli obblighi previsti dalla direttiva.