Linee guida fondi ESG, greenwashing e allineamento alla Tassonomia

Pubblicati dalle ESAs diversi rapporti molto attesi su nomi dei fondi e greenwashing. Resi noti i primi dati sull’allineamento alla Tassonomia.



Forum per la Finanza Sostenibile, 25 Giu 2024 - 14:48
Nelle ultime settimane, le istituzioni europee hanno finalizzato alcuni report molto attesi dagli operatori finanziari che arricchiscono il quadro normativo sulla finanza sostenibile. 

Uso dei termini ESG nei nomi dei fondi: report finale di ESMA

In primis, la European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato il report finale sulle linee guida per l’uso dei termini ESG nei nomi dei fondi di investimento, preceduto da un report iniziale del 2023 e un aggiornamento di inizio 2024. Per poter utilizzare termini legati ai criteri ESG e alla sostenibilità, il fondo dovrà rispettare una percentuale minima dell’80% di investimenti utilizzati per soddisfare le caratteristiche o gli obiettivi di sostenibilità. Per quanto riguarda i criteri di esclusione, i fondi con termini legati a “ambiente” (inclusi “ESG” e “SRI”), “impatto” e “sostenibilità” dovranno applicare le esclusioni previste per i Paris-aligned Benchmark (PAB). Invece, i termini legati alla transizione, al sociale e alla governance dovranno applicare le esclusioni richieste dai Climate Transition Benchmark (CTB). Le linee guida saranno applicate tre mesi dopo la data di pubblicazione sul sito web dell’Esma in tutte le lingue ufficiali dell’UE. I gestori di eventuali nuovi fondi lanciati dopo la data di applicazione delle linee guida devono applicarle immediatamente . I gestori di fondi già esistenti alla data di applicazione delle linee guida, invece, avranno un ulteriore periodo transitorio di sei mesi per conformarsi.

Greenwashing: i report delle ESAs

Sempre in tema di trasparenza, le autorità di vigilanza europee (ESAs) hanno pubblicato i rispettivi rapporti sullo stato del greenwashing nel settore finanziario. In queste relazioni, le autorità di vigilanza propongono una visione di alto livello del greenwashing, applicabile agli operatori di mercato nei rispettivi settori di competenza: mercati finanziari, banche, assicurazioni e previdenza complementare. Il greenwashing, nell’accezione di ESMA, European Banking Authority (EBA) e European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA), si configura come una pratica fuorviante per i consumatori, gli investitori o altri partecipanti al mercato in cui le dichiarazioni, le azioni o le comunicazioni relative alla sostenibilità non riflettono in modo chiaro e corretto il profilo di sostenibilità sottostante di un’ente, di un prodotto o di un servizio finanziario

Le raccomandazioni delle Autorità di vigilanza EU

Ciascuna delle ESAs fornisce un bilancio dell’attuale risposta ai rischi di greenwashing nell’ambito delle attività di vigilanza e presenta indicazioni e buone pratiche. L’ESMA, per esempio, suggerisce di integrare maggiormente il rischio di greenwashing nella valutazione delle dichiariazioni di sostenibilità. Similmente, l’EIOPA individua quattro principi chiave da seguire per una corretta valutazione di tali dichiarazioni. Queste devono essere: 
  • accurate e precise, se fatte da un fornitore, 
  • motivate con argomentazioni, fatti e processi chiari,
  • aggiornate,
  • accessibili agli stakeholder di riferimento. 

Infine, l’EBA rileva che il greenwashing nel settore bancario aumenta il rischio reputazionale, operativo e di contenzioso. Per affrontare il rischio di greenwashing gli istituti bancari devono adottare misure specifiche, sia a livello di azienda che di prodotto. 

Allineamento alla Tassonomia: i primi dati della Commissione EU

Un altro aggiornamento interessante riguarda la pubblicazione da parte della Commissione dei primi dati relativi all’allineamento alla Tassonomia di attività economiche e investimenti, dopo il report della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile sull’utilizzo della Tassonomia. Dal documento della Commissione emergono risultati incoraggianti: imprese, settore pubblico e operatori finanziari si servono sempre più di questo strumento per definire le strategie di business, di investimento, di concessione dei prestiti e i propri piani di transizione. Per quanto riguarda le imprese, circa il 20% degli investimenti in capitale delle aziende europee analizzate è allineato con la Tassonomia. Un dato, questo, che è aumentato nel 2024 rispetto all'anno precedente: la Commissione prevede che continuerà a crescere (€191 miliardi nel 2023 e €249 miliardi nel 2024, per un totale di €440 miliardi). Inoltre, la Commissione rileva che l’allineamento alla Tassonomia è correlato a performance positive. Per quanto riguarda gli operatori finanziari, dal report emerge che le banche utilizzano la Tassonomia nelle strategie di concessione di prestiti e nella valutazione di piani di investimento delle aziende. Inoltre, i mutui e gli altri prestiti destinati ad attività nell’ambito della Tassonomia rappresentano, in media, oltre il 50% degli attivi delle grandi banche dell’UE. I dati relativi agli investitori rivelano infine che gli attivi allineati alla Tassonomia costituiscono una parte ancora minore, ma in crescita, di ciò in cui investono i fondi artt. 8 e 9 definiti secondo la Sustainable Finance Disclosure Regulation (circa il 56% dei fondi dell’UE). 

Forum per la Finanza Sostenibile


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.