Studio BIT
COMUNICATO STAMPA
"Il settore alimentare e la Borsa: opportunità e prospettive":
uno studio di Borsa Italiana SpA
La quotazione è un'opportunità strategica per le imprese del settore alimentare, apre significativi spazi di diversificazione per gli investitori e rappresenta un'importante possibilità di crescita per il mercato borsistico italiano.
Lo evidenzia un'analisi di Borsa Italiana che ha delineato la dimensione del settore all'interno del tessuto industriale italiano e della Borsa, identificando anche il bacino di società alimentari potenzialmente quotabili.
Il settore può crescere di importanza nel mercato borsistico
Nonostante la rilevanza del settore alimentare nell'economia italiana (11,9% della produzione dell'industria, 9,4% del valore aggiunto e 9,2% degli occupati) e il successo internazionale dei prodotti italiani, a oggi si contano solo 8 società quotate di cui una sola di dimensioni comparabili ai maggiori players internazionali. La capitalizzazione del settore non ha mai rappresentato, nel corso degli ultimi 25 anni, più del 3,5% del mercato; attualmente ne costituisce solo lo 0,6% del totale e il 2,7% rispetto alla capitalizzazione complessiva delle società industriali.
Il bacino di società quotabili è consistente
L'analisi mostra che il bacino di società del settore alimentare potenzialmente quotabili è molto elevato. Esistono 201 società che potrebbero essere ammesse in Borsa, che impiegano circa 78.000 addetti e hanno un fatturato complessivo di quasi 25 miliardi di euro. Alcune di queste società sono di dimensioni rilevanti: 7 fatturano più di 500 milioni di euro e 29 impiegano più di 500 addetti. La quotazione delle prime 13 società farebbe più che raddoppiare la capitalizzazione del settore alimentare (pari a 3.878 milioni di euro a fine luglio 2001). Considerando tutte le 201 società quotabili, il contributo potenziale alla capitalizzazione del mercato sfiora i 16 miliardi di euro (pari al 10,8% del totale delle società industriali).
Un'opportunità per gli investitori
Una maggiore presenza di società del settore alimentare all'interno del listino consentirebbe agli investitori di ampliare le possibilità di scelta nel processo di asset allocation.
A livello internazionale i titoli delle società del settore hanno presentato negli ultimi anni (periodo 1996-2001) livelli di volatilità medio-bassi: 14,7% contro 18,6% per il settore energy, 20,2% per le telecommunication services e 30,9% per l'information technology.
Sul mercato italiano, nel medio periodo (1990-2000) il settore ha ottenuto rendimenti superiori a quelli delle società industriali: +96,7% contro +34,4%, corrispondente ad un tasso di crescita annuo dell'8,4% contro il 3,1%.
Capitale di rischio: un'opportunità per le imprese
Le evidenze statistiche e le analisi econometriche suggeriscono che l'utilizzo del capitale di rischio costituisce un'importante leva strategica per la crescita aziendale. Si sono infatti rilevate significative relazioni positive tra livello di patrimonializzazione delle imprese e redditività. Inoltre, al crescere della dimensione aziendale le imprese sembrano poter ottimizzare i propri risultati economici.
Nei casi in cui l'autofinanziamento non è sufficiente, la quotazione in Borsa consente di sostenere processi di crescita, mantenendo al contempo condizioni di equilibrio della struttura finanziaria.
Tale possibilità sembrerebbe tanto più importante per le piccole e medie imprese alimentari, per le quali esistono forti spinte alla crescita dimensionale a causa delle dinamiche evolutive del settore, quali ad esempio le problematiche legate alla sicurezza qualitativa dei prodotti, la crescente importanza delle catene distributive e i cambiamenti nelle caratteristiche della domanda dei consumatori.
Lo studio "Il settore alimentare e la Borsa: opportunità e prospettive" è disponibile sul sito Internet di Borsa Italiana, all'interno della sezione "Dati e Statistiche" (http://www.borsaitalia.it/ita/subsite/datiestatistiche/)
Milano, 30 ottobre 2001
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