BCE: rischi per crescita orientati verso il basso, processo di disinflazione ben avviato
(Teleborsa) - I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso, con il calo di fiducia che potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso, mentre l'inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati di quanto previsto se i salari o i profitti aumentassero più delle attese. Lo afferma la Banca centrale europea (BCE) nel suo Bollettino economico.
Le prospettive economiche
Secondo le attese del Consiglio direttivo, l'economia dovrebbe rafforzarsi nel tempo, poiché l'aumento dei redditi reali consentirà alle famiglie di effettuare maggiori consumi. Il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti. Con l'aumento della domanda mondiale, le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa.
I dati più recenti sull'inflazione hanno indicato che il processo di disinflazione è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono state inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell'attività economica. Nel contempo, le condizioni di finanziamento sono rimaste restrittive. Ci si attende che l'inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e rientrare verso l'obiettivo nel corso del prossimo anno. L'inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro continuerebbero ad allentarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne attenuano parzialmente l'impatto sull'inflazione.
I rischi per la crescita
Per quanto riguarda il calo di fiducia, ciò potrebbe essere amplificato dalle fonti di rischio geopolitico, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, suscettibili anche di causare interruzioni nelle forniture di energia e negli scambi internazionali. La minore domanda di esportazioni dell'area dell'euro, dovuta ad esempio all'indebolimento dell'economia mondiale o all'acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie, graverebbe ulteriormente sulla crescita dell'area dell'euro.
La crescita potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se l'espansione dell'economia mondiale si rivelasse più forte delle aspettative, oppure se le migliori condizioni di finanziamento e il calo dell'inflazione inducessero un più rapido recupero dei consumi e degli investimenti.
I rischi per l'inflazione
Rischi al rialzo per l'inflazione provengono dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dell'energia e i costi di trasporto nel breve termine e causare interruzioni del commercio mondiale. Inoltre, fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari. Per contro, l'inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se il debole clima di fiducia e i timori riguardo a eventi geopolitici impedissero ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso, se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto anticipato, o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo.
(Teleborsa) 31-10-2024 10:04
Le prospettive economiche
Secondo le attese del Consiglio direttivo, l'economia dovrebbe rafforzarsi nel tempo, poiché l'aumento dei redditi reali consentirà alle famiglie di effettuare maggiori consumi. Il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti. Con l'aumento della domanda mondiale, le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa.
I dati più recenti sull'inflazione hanno indicato che il processo di disinflazione è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono state inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell'attività economica. Nel contempo, le condizioni di finanziamento sono rimaste restrittive. Ci si attende che l'inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e rientrare verso l'obiettivo nel corso del prossimo anno. L'inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro continuerebbero ad allentarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne attenuano parzialmente l'impatto sull'inflazione.
I rischi per la crescita
Per quanto riguarda il calo di fiducia, ciò potrebbe essere amplificato dalle fonti di rischio geopolitico, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, suscettibili anche di causare interruzioni nelle forniture di energia e negli scambi internazionali. La minore domanda di esportazioni dell'area dell'euro, dovuta ad esempio all'indebolimento dell'economia mondiale o all'acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie, graverebbe ulteriormente sulla crescita dell'area dell'euro.
La crescita potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se l'espansione dell'economia mondiale si rivelasse più forte delle aspettative, oppure se le migliori condizioni di finanziamento e il calo dell'inflazione inducessero un più rapido recupero dei consumi e degli investimenti.
I rischi per l'inflazione
Rischi al rialzo per l'inflazione provengono dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dell'energia e i costi di trasporto nel breve termine e causare interruzioni del commercio mondiale. Inoltre, fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari. Per contro, l'inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se il debole clima di fiducia e i timori riguardo a eventi geopolitici impedissero ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso, se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto anticipato, o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo.
(Teleborsa) 31-10-2024 10:04