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BCE non sorprende: prossime mosse ben soppesate e dipendenti da dati inflazione

News Image (Teleborsa) - La BCE non ha deluso le attese del mercati, annunciando un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base al 4,25%, ma la decisione fra i membri del Consiglio direttivo non è stata unanime, in particolare il Governatore della Banca centrale austriaca Robert Holzmann ha votato contro, e la Presidente Christine Lagarde ha ammesso che ci sarà un "percorso accidentato" e l'inflazione sarà un po' più alta di quanto evidenziato nei mesi scorsi.

Un quadro a luci ed ombre, che è stato accolto con grande euforia dai mercati, con l'indice FTSE MIB che ha chiuso in rialzo dello 0,95%, mentre Francoforte e Parigi hanno portato a casa guadagni più contenuto dello 0,4%. Ma cosa ne pensano gli analisti?

"Con una mossa sostanzialmente già preannunciata, la BCE ha tagliato i tassi di riferimento per la prima volta in 5 anni, ed è da sottolineare il fatto che ha agito con anticipo rispetto a possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense", commentano gli analisti di Mirabaud AM, precisando che "questo taglio può essere definito 'da falco', in quanto non sono state fornite indicazioni chiare sulle azioni future" e dunque si prevede che "le autorità monetarie europee quest'anno effettueranno altri due tagli" al massimo.

Anche Goldman Sachs AM considera la decisione della BCE "ampiamente attesa" e "segnala la crescente fiducia nel fatto che l'inflazione si stia muovendo verso il target e che stia iniziando un'era di inversione di rotta delle politiche monetarie restrittive". "Tuttavia, la traiettoria futura dell'allentamento monetario resta incerta, dato il momentum positivo registrato di recente dagli indicatori relativi all'inflazione e all'attività economica", spiegano gli analisti, aggiungendo "stiamo monitorando attentamente le aspettative di inflazione, l'andamento dei salari e l'inflazione dei servizi" e "ci aspettiamo che la banca centrale adotti una strategia di allentamento monetario graduale e trimestrale".

Sulla stessa linea S&P, secondo cui "sembra improbabile che la BCE effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest'anno" e quindi "è probabile che la BCE limiti i tagli dei tassi a non più di uno per trimestre fino al terzo trimestre del 2025, con un tasso di deposito al minimo al 2,5%", mentre "si prevede che le riduzioni dei tassi della Fed si protrarranno fino al 2026, ben oltre il completamento dei tagli da parte della BCE".

Per gli esperti di PIMCO, "sebbene la BCE abbia leggermente abbassato la sua altitudine di crociera, il flusso di dati dei prossimi mesi deciderà la velocità con cui la BCE ritirerà ulteriormente la stretta", ma si prevede che "continuerà a prevedere tagli dei tassi nelle riunioni sulle stime dei suoi esperti. Settembre rappresenta la prossima occasione per rivalutare in modo olistico il processo di disinflazione".

Anche Pictet WM conviene che "il Consiglio direttivo si atterrà all'approccio 'riunione per riunione' per le future decisioni sui tassi, poiché la banca centrale ha bisogno di più dati per 'confermare costantemente il percorso disinflazionistico', secondo quanto dichiarato da Christine Lagarde". "A meno di sorprese importanti nei dati in arrivo, manteniamo la nostra opinione che la BCE riprenderà i suoi tagli nella riunione di settembre. In realtà, si potrebbe sostenere che le previsioni di inflazione più elevate abbassano la soglia di un taglio a settembre, in quanto è più probabile che le previsioni dello staff siano sorprese al ribasso dai dati in arrivo, soprattutto alla luce dell'affievolirsi degli effetti delle passate festività pasquali e degli effetti una tantum tedeschi sulla dinamica dei prezzi".

Per Generali AM "la decisione odierna della BCE è sufficientemente equilibrata da non modificare le aspettative sui prossimi tagli" e "La BCE ha margine di manovra per tagliare ancora nella seconda metà dell'anno, poiché le politiche monetarie saranno ancora percepite come restrittive". "Il dibattito verte sulle probabilità di un terzo taglio a dicembre 2024: il mercato valuta circa il 50% di probabilità che si verifichi, mentre la nostra ricerca prevede tre tagli", spiega Mauro Valle, Head of Fixed Income di Generali AM.

"Taglio tassi scontato, meno scontata l'entità della revisione dell'inflazione 2025", afferma Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, secondo cui "si consolida l'ipotesi secondo cui la BCE non effettuerà un ulteriore taglio nel corso della riunione del 18 luglio". "La parola passa ora ai prossimi dati macro USA, a partire da quelli sul mercato del lavoro di domani e dell'inflazione di maggio, in pubblicazione il prossimo mercoledì. Per quanto concerne invece l'area Euro, importante sarà la dinamica delle componenti energetiche (in particolare il gas) durante l'estate, in corrispondenza della fase di ricostituzione delle scorte di gas", conclude l'esperto.

(Teleborsa) 06-06-2024 20:47


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