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WEF avverte: la transizione energetica sta rallentando, servono passi coraggiosi

News Image (Teleborsa) - La transizione energetica sta perdendo slancio a causa della crecente incertezza a livello globale. E' quanto emerge da un report del World Economic Forum, secondo cui il ritmo della transizione ha subito un rallentamento e bilanciare i sui diversi aspetti è diventata una sfida fondamentale, nonostante 107 sui 120 paesi analizzati nel rapporto abbia registrato progressi negli ultimi dieci anni.

C'è, tuttavia, qualche motivo di ottimismo: i crescenti investimenti globali nelle energie rinnovabili e la crescita significativa della transizione energetica nell'Africa sub-sahariana.

La 14a edizione annuale del rapporto "Fostering Effective Energy Transition", pubblicato dal WEF in collaborazione con Accenture, utilizza l'Energy Transition Index (ETI) per valutare le prestazioni dei sistemi energetici di 120 paesi, con particolare attenzione all'equilibrio fra equità, tutela ambientale, sostenibilità e sicurezza energetica, nonché alla loro preparazione verso la transizione. La novità di quest'anno riguarda i "percorsi su misura", definititi per analizzare le caratteristiche specifiche di un paese, tra cui il livello di reddito e le risorse energetiche locali, e per fornire raccomandazioni specifiche regione per regione.

"Dobbiamo garantire che la transizione energetica sia equa tra le economie emergenti e sviluppate", ha affermato Roberto Bocca, capo del Centro per l'energia e le materie prime del World Economic Forum, aggiungendo "dobbiamo agire urgentemente su tre leve chiave per la transizione energetica: riformare l'attuale sistema energetico per ridurne le emissioni, implementare soluzioni energetiche pulite su larga scala e ridurre l'intensità energetica per unità di PIL".ù
Punteggi ETI 2024

L'Europa continua a guidare la classifica, in quanto la "top 10" di quest'anno è composta interamente da paesi europei: Svezia e Danimarca sono in testa alla classifica, essendosi entrambe piazzate tra i primi tre paesi ogni anno negli ultimi dieci anni. Seguono Finlandia, Svizzera e Francia, che beneficiano di un elevato impegno politico, di forti investimenti in ricerca e sviluppo, di una maggiore adozione di energia pulita. La Francia è una new dentri nella "top 5" dopo che le recenti misure di efficienza energetica hanno ridotto l'intensità energetica nell'ultimo anno. Tra le economie del G20, si classificano Germania (11° possto), Brasile (12°), Regno Unito (13°), Cina (17°) e Stati Uniti (19°). Fra le new entry Lettonia (15° posto) e Cile (20°).

La Cina e il Brasile - spiega il WEF - hanno compiuto progressi significativi negli ultimi anni, guidati principalmente dagli sforzi volti ad aumentare la quota di energia pulita e migliorare l'affidabilità della propria rete. In particolare, il Brasile conferma l'impegno e gli investimenti verso l'energia idroelettrica, i biocarburanti, l'energia solare, mentre la Cina ha continuato ad investire per aumentare la capacità produttiva in ambiti quali le batterie per veicoli elettrici, pannelli solari, turbine eoliche e altre tecnologie critiche. La Cina, insieme agli Stati Uniti e all'India, è anche leader nello sviluppo di nuove soluzioni e tecnologie energetiche.

"L'indice di transizione energetica di quest'anno trasmette un messaggio chiaro: è necessaria un'azione urgente. I decisori globali devono compiere passi coraggiosi per riprendere slancio nella transizione verso un futuro energetico equo, sicuro e sostenibile", afferma Espen Mehlum, responsabile dell'intelligence sulla transizione energetica e dell'accelerazione regionale del World Economic Forum.

(Teleborsa) 19-06-2024 10:32


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