Spesa famiglie, l'allarme dei consumatori: rincari costringono a cambiare stili di vita
(Teleborsa) - Secondo i dati resi noti oggi dall'Istat, nel 2023 la spesa media mensile delle famiglie è pari a 2.738 euro mensili, con un aumento del 4,3% nel confronto con il 2022 quando era 2.625 euro.
"Un effetto ottico dovuto all'inflazione. L'aumento della spesa pari al 4,3%, insomma, è solo un miraggio. I consumi reali, infatti, come attesta l'Istat, sono in calo dell'1,5 per cento. La spesa del 2022, rivalutata con l'indice Ipca pari al 5,9%, per restare costante, avrebbe dovuto essere pari a 2.780 euro e non a 2738. Insomma, le famiglie in termini reali spendono oltre 42 euro al mese in meno, pari a un calo di 506 euro all'anno", ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
Secondo lo studio dell'associazione, per i Prodotti alimentari e bevande analcoliche, se in termini nominali nel 2023 le famiglie spendono 44,32 euro in più rispetto al 2022, 526,12 euro contro 481,80, in termini reali, considerando l'inflazione del 2023 pari per questa divisione al 10,2%, ora si mangia lo 0,9% in meno rispetto al 2022, una riduzione di cibo pari a 58 euro su base annua. "Insomma, prosegue la cura dimagrante forzata degli italiani, costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno", ha aggiunto Dona.
"Il caro-prezzi che ha imperversato in Italia nel 2023 ha profondamente modificato le abitudini degli italiani spingendo le famiglie a tagliare la spesa per i prodotti più rincarati", ha commentato il Codacons. "La spesa per consumi delle famiglie aumenta in valore del 4,3% ma registra una diminuzione in termini reali del -1,5% a causa dell'inflazione che ha caratterizzato il 2023 – spiega il Codacons – Questo significa che lo scorso anno gli italiani hanno speso sensibilmente di più per acquistare meno. I tagli di spesa riguardano proprio i prodotti più rincarati, a partire dagli alimentari, con quasi un terzo delle famiglie (il 31,5%) che ha ridotto gli acquisti di cibi e bevande".
Rimangono poi elevatissime le differenze di spesa a livello territoriale: a Bolzano città che segna i valori più elevati del 2023 pari a 3.737 euro mensili a famiglia, la spesa per consumi è in media più alta dell'86% rispetto alla Calabria (2.007 euro mensili), con una differenza di ben 1.730 euro mensili.
"I dati dell'Istat attestano ancora una volta il fortissimo effetto dei prezzi al dettaglio sulla spesa degli italiani – ha commentato il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi – L'onda lunga dei rincari continua a farsi sentire anche nel 2024, con consumi fermi e famiglie sempre più attente alla spesa. Per questo è importante che il governo da un lato eviti misure come l'aumento delle accise che avrebbero conseguenze negative sui consumi, dall'altro adotti provvedimenti efficaci per far scendere i listini al dettaglio, considerando il venire meno di fattori come il caro-energia che negli ultimi due anni hanno influito sui prezzi".
"Una famiglia su tre lo scorso anno ha ridotto gli acquisti di cibi e bevande per far fronte all'incremento dei prezzi che ha colpito il settore, con i listini del comparto saliti in media del 10% nel 2023 – ha dichiarato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – Gli italiani non solo hanno acquistato meno alimentari, ma hanno ridotto anche la qualità dei propri acquisti, puntando ai discount proprio per contenere la spesa e cambiando in peggio i propri stili di vita. Una dieta forzata a cui i cittadini sono stati costretti dai rincari senza sosta che si sono susseguiti nel corso dell'anno".
(Teleborsa) 10-10-2024 13:08
"Un effetto ottico dovuto all'inflazione. L'aumento della spesa pari al 4,3%, insomma, è solo un miraggio. I consumi reali, infatti, come attesta l'Istat, sono in calo dell'1,5 per cento. La spesa del 2022, rivalutata con l'indice Ipca pari al 5,9%, per restare costante, avrebbe dovuto essere pari a 2.780 euro e non a 2738. Insomma, le famiglie in termini reali spendono oltre 42 euro al mese in meno, pari a un calo di 506 euro all'anno", ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
Secondo lo studio dell'associazione, per i Prodotti alimentari e bevande analcoliche, se in termini nominali nel 2023 le famiglie spendono 44,32 euro in più rispetto al 2022, 526,12 euro contro 481,80, in termini reali, considerando l'inflazione del 2023 pari per questa divisione al 10,2%, ora si mangia lo 0,9% in meno rispetto al 2022, una riduzione di cibo pari a 58 euro su base annua. "Insomma, prosegue la cura dimagrante forzata degli italiani, costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno", ha aggiunto Dona.
"Il caro-prezzi che ha imperversato in Italia nel 2023 ha profondamente modificato le abitudini degli italiani spingendo le famiglie a tagliare la spesa per i prodotti più rincarati", ha commentato il Codacons. "La spesa per consumi delle famiglie aumenta in valore del 4,3% ma registra una diminuzione in termini reali del -1,5% a causa dell'inflazione che ha caratterizzato il 2023 – spiega il Codacons – Questo significa che lo scorso anno gli italiani hanno speso sensibilmente di più per acquistare meno. I tagli di spesa riguardano proprio i prodotti più rincarati, a partire dagli alimentari, con quasi un terzo delle famiglie (il 31,5%) che ha ridotto gli acquisti di cibi e bevande".
Rimangono poi elevatissime le differenze di spesa a livello territoriale: a Bolzano città che segna i valori più elevati del 2023 pari a 3.737 euro mensili a famiglia, la spesa per consumi è in media più alta dell'86% rispetto alla Calabria (2.007 euro mensili), con una differenza di ben 1.730 euro mensili.
"I dati dell'Istat attestano ancora una volta il fortissimo effetto dei prezzi al dettaglio sulla spesa degli italiani – ha commentato il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi – L'onda lunga dei rincari continua a farsi sentire anche nel 2024, con consumi fermi e famiglie sempre più attente alla spesa. Per questo è importante che il governo da un lato eviti misure come l'aumento delle accise che avrebbero conseguenze negative sui consumi, dall'altro adotti provvedimenti efficaci per far scendere i listini al dettaglio, considerando il venire meno di fattori come il caro-energia che negli ultimi due anni hanno influito sui prezzi".
"Una famiglia su tre lo scorso anno ha ridotto gli acquisti di cibi e bevande per far fronte all'incremento dei prezzi che ha colpito il settore, con i listini del comparto saliti in media del 10% nel 2023 – ha dichiarato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – Gli italiani non solo hanno acquistato meno alimentari, ma hanno ridotto anche la qualità dei propri acquisti, puntando ai discount proprio per contenere la spesa e cambiando in peggio i propri stili di vita. Una dieta forzata a cui i cittadini sono stati costretti dai rincari senza sosta che si sono susseguiti nel corso dell'anno".
(Teleborsa) 10-10-2024 13:08