Sicurezza stradale, per due italiani su tre il cellulare è la principale causa di incidenti
(Teleborsa) - L'uso improprio del cellulare, la percezione delle condizioni precarie delle strade, una bassa educazione e consapevolezza dei conducenti sono le principali cause degli incidenti stradali per gli italiani emerse da una ricerca svolta dall'Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto sull'informazione consapevole nato dalla collaborazione tra Gruppo Credem e l'Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell'Università Cattolica. L'analisi ha coinvolto 500 persone rappresentative della popolazione italiana ed è stata condotta dai ricercatori dell'Università Cattolica con la collaborazione dell'istituto di ricerca Bilendi, tra i leader europei nell'analisi dei dati per le ricerche di mercato. La ricerca ha inoltre ricevuto l'apprezzamento dell'Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico: mobilità, sicurezza e sostenibilità del Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, e dell'Associazione Familiari e Vittime della Strada (AFVS), che hanno lodato la scelta di valorizzare l'importanza di un'ampia e corretta informazione sulla sicurezza stradale.
Più in dettaglio, tra i principali problemi legati alla sicurezza stradale, il 64% del campione cita l'utilizzo improprio del cellulare, il 55% le problematiche legate alla manutenzione delle strade (buche e i lavori in corso non opportunamente segnalati), il 54% i comportamenti non corretti e la bassa consapevolezza del rischio da parte degli altri conducenti e il 49% l'eccesso di velocità.
Fa riflettere al contempo il dato complessivo relativo a come il mondo dell'informazione affronta i temi sulla sicurezza stradale. Per il 60% del campione esiste, infatti, un problema di carattere informativo: il 34% degli intervistati sostiene che bisognerebbe parlare di più di incidenti stradali per aumentare la consapevolezza dei cittadini e il 26% della popolazione afferma che, quando se ne parla, il tema viene trattato in maniera sensazionalistica, solo per attirare la curiosità morbosa delle persone e non per fare corretta informazione.
Oltre a una buona informazione, due sono i principali rimedi per prevenire gli incidenti stradali indicati dagli intervistati: migliorare la manutenzione delle strade (56%) e incrementare i controlli stradali (43%). In particolare, per quest'ultimo fattore si evidenziano grandi differenze per fascia d'età: la percentuale di chi vuole aumentare i controlli si abbassa di 8 punti per gli under 45 anni (35%), mentre cresce di 6 punti per gli over 55 anni (49%). Inoltre, per quasi un italiano su tre (29%) è importante favorire percorsi sull'educazione stradale per restare aggiornati sulle buone prassi, con una maggiore incidenza nella fascia d'età 45-64 anni (32%) e nel Nord-Ovest (33%).
In sintesi, i risultati della ricerca evidenziano la necessità di una maggiore informazione sui temi della sicurezza stradale, attraverso attività di divulgazione e formazione, per aumentare la consapevolezza dei rischi, senza cadere nel sensazionalismo e alimentando invece una prospettiva di educazione civica. L'informazione quindi come strumento di sensibilizzazione e come effettivo contributo per diffondere un atteggiamento di maggiore consapevolezza e attenzione alla mobilità in tutte le sue forme, a favore di spazi urbani più vivibili e sicuri.
"Ci sono attività che compiamo ogni giorno, come ad esempio guidare l'automobile o un qualsiasi altro mezzo di trasporto, che tuttavia troppo spesso facciamo dimenticandoci quali siano i rischi e i pericoli che tali azioni comportano, semplicemente perché diventano abitudini e con il tempo abbassiamo il livello di attenzione. Quando lo facciamo sulla strada, mettiamo in pericolo noi ma anche gli altri – ha dichiarato Luigi Ianesi, responsabile relazioni esterne di Credem –. Parlare di sicurezza stradale diventa pertanto molto importante per non abbassare la guardia e attraverso il lavoro dell'Osservatorio Opinion Leader 4 Future, vogliamo porre l'attenzione su come la buona informazione sia un elemento centrale per creare consapevolezza nella società e favorire l'adozione di comportamenti quotidiani più sicuri e attenti".
"I risultati dell'indagine – ha dichiarato Federica Biassoni, ricercatrice e Co-Direttore dell'Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico: mobilità, sicurezza e sostenibilità del Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore – sono interessanti in primis perché mostrano come sia in via di costruzione la consapevolezza diffusa che la principale causa di incidentalità è da rintracciarsi nel fattore umano, in particolare nei comportamenti rischiosi causati dalla distrazione o dalla violazione delle norme del codice della strada, coerentemente con quanto mostrato dalle ricerche. Questi dati mostrano che le campagne realizzate e diffuse negli anni più recenti, che hanno richiamato l'attenzione proprio sui comportamenti rischiosi non "estremi", quali la distrazione, si stanno dimostrando efficaci nello stimolare una vera e propria inversione di prospettiva nella rappresentazione delle cause degli incidenti stradali e quindi nella diffusione di consapevolezza rispetto alla responsabilità individuale di ogni utente della strada. La via pare quindi tracciata: la responsabilità individuale dovrebbe restare il focus della comunicazione sul tema della sicurezza, veicolando il messaggio che la strada è un contesto sociale, e che il nostro comportamento quando ci muoviamo all'interno di tale ambiente rappresenta una modalità di relazione con l'Altro ed un fattore che può favorire oppure ostacolare il benessere individuale e collettivo. Analogamente, l'educazione e la formazione alla sicurezza stradale meritano di essere pensate come parte dell'educazione alla cittadinanza, poiché abitare la strada significa vivere uno spazio condiviso, dove il comportamento di ognuno ha un impatto fondamentale su tutti".
"C'è la falsa percezione – commenta la vicepresidente dell'Associazione Familiari e Vittime della Strada, Silvia Frisina – che gran parte degli incidenti stradali siano dovuti alle cattive condizioni della strada, tanto che ben il 56% degli intervistati chiede di migliorarne le condizioni. Sebbene vi siano delle situazioni pericolose a livello infrastrutturale e sebbene la cattiva manutenzione possa incidere sul verificarsi di un sinistro stradale, dobbiamo però essere consapevoli del fatto che il principale aspetto su cui lavorare sia il fattore umano, ovvero combattere i comportamenti pericolosi che incidono nel 94% dei casi di incidente stradale. L'uso del cellulare alla guida e l'eccesso di velocità sono da sempre le principali cause, dunque bisogna intervenire da un punto di vista culturale. Esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dall'Osservatorio, auspichiamo inoltre che il lavoro di educazione sulla sicurezza stradale, promosso dall'Associazione, possa essere portato anche a livello universitario".
"Da quest'ultimo affondo di ricerca dell'Osservatorio emerge la possibilità di sviluppare intorno al tema dell'educazione stradale programmi di sensibilizzazione e divulgazione trasversali alle fasce di popolazione, in maniera tale da offrire strumenti che possano rafforzare le conoscenze apprese in fase di conseguimento della patente. E' possibile anche ipotizzare approfondimenti su specifici temi di interesse. L'ottica è quella di una formazione continua e diversificata in base ai bisogni ed interessi dei singoli. Una formazione che potrebbe essere anche promossa come dovere morale a favore della sicurezza personale e collettiva", ha dichiarato Sara Sampietro, coordinatrice dell'Osservatorio Opinion Leader 4 Future.
(Teleborsa) 14-11-2024 13:41
Più in dettaglio, tra i principali problemi legati alla sicurezza stradale, il 64% del campione cita l'utilizzo improprio del cellulare, il 55% le problematiche legate alla manutenzione delle strade (buche e i lavori in corso non opportunamente segnalati), il 54% i comportamenti non corretti e la bassa consapevolezza del rischio da parte degli altri conducenti e il 49% l'eccesso di velocità.
Fa riflettere al contempo il dato complessivo relativo a come il mondo dell'informazione affronta i temi sulla sicurezza stradale. Per il 60% del campione esiste, infatti, un problema di carattere informativo: il 34% degli intervistati sostiene che bisognerebbe parlare di più di incidenti stradali per aumentare la consapevolezza dei cittadini e il 26% della popolazione afferma che, quando se ne parla, il tema viene trattato in maniera sensazionalistica, solo per attirare la curiosità morbosa delle persone e non per fare corretta informazione.
Oltre a una buona informazione, due sono i principali rimedi per prevenire gli incidenti stradali indicati dagli intervistati: migliorare la manutenzione delle strade (56%) e incrementare i controlli stradali (43%). In particolare, per quest'ultimo fattore si evidenziano grandi differenze per fascia d'età: la percentuale di chi vuole aumentare i controlli si abbassa di 8 punti per gli under 45 anni (35%), mentre cresce di 6 punti per gli over 55 anni (49%). Inoltre, per quasi un italiano su tre (29%) è importante favorire percorsi sull'educazione stradale per restare aggiornati sulle buone prassi, con una maggiore incidenza nella fascia d'età 45-64 anni (32%) e nel Nord-Ovest (33%).
In sintesi, i risultati della ricerca evidenziano la necessità di una maggiore informazione sui temi della sicurezza stradale, attraverso attività di divulgazione e formazione, per aumentare la consapevolezza dei rischi, senza cadere nel sensazionalismo e alimentando invece una prospettiva di educazione civica. L'informazione quindi come strumento di sensibilizzazione e come effettivo contributo per diffondere un atteggiamento di maggiore consapevolezza e attenzione alla mobilità in tutte le sue forme, a favore di spazi urbani più vivibili e sicuri.
"Ci sono attività che compiamo ogni giorno, come ad esempio guidare l'automobile o un qualsiasi altro mezzo di trasporto, che tuttavia troppo spesso facciamo dimenticandoci quali siano i rischi e i pericoli che tali azioni comportano, semplicemente perché diventano abitudini e con il tempo abbassiamo il livello di attenzione. Quando lo facciamo sulla strada, mettiamo in pericolo noi ma anche gli altri – ha dichiarato Luigi Ianesi, responsabile relazioni esterne di Credem –. Parlare di sicurezza stradale diventa pertanto molto importante per non abbassare la guardia e attraverso il lavoro dell'Osservatorio Opinion Leader 4 Future, vogliamo porre l'attenzione su come la buona informazione sia un elemento centrale per creare consapevolezza nella società e favorire l'adozione di comportamenti quotidiani più sicuri e attenti".
"I risultati dell'indagine – ha dichiarato Federica Biassoni, ricercatrice e Co-Direttore dell'Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico: mobilità, sicurezza e sostenibilità del Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore – sono interessanti in primis perché mostrano come sia in via di costruzione la consapevolezza diffusa che la principale causa di incidentalità è da rintracciarsi nel fattore umano, in particolare nei comportamenti rischiosi causati dalla distrazione o dalla violazione delle norme del codice della strada, coerentemente con quanto mostrato dalle ricerche. Questi dati mostrano che le campagne realizzate e diffuse negli anni più recenti, che hanno richiamato l'attenzione proprio sui comportamenti rischiosi non "estremi", quali la distrazione, si stanno dimostrando efficaci nello stimolare una vera e propria inversione di prospettiva nella rappresentazione delle cause degli incidenti stradali e quindi nella diffusione di consapevolezza rispetto alla responsabilità individuale di ogni utente della strada. La via pare quindi tracciata: la responsabilità individuale dovrebbe restare il focus della comunicazione sul tema della sicurezza, veicolando il messaggio che la strada è un contesto sociale, e che il nostro comportamento quando ci muoviamo all'interno di tale ambiente rappresenta una modalità di relazione con l'Altro ed un fattore che può favorire oppure ostacolare il benessere individuale e collettivo. Analogamente, l'educazione e la formazione alla sicurezza stradale meritano di essere pensate come parte dell'educazione alla cittadinanza, poiché abitare la strada significa vivere uno spazio condiviso, dove il comportamento di ognuno ha un impatto fondamentale su tutti".
"C'è la falsa percezione – commenta la vicepresidente dell'Associazione Familiari e Vittime della Strada, Silvia Frisina – che gran parte degli incidenti stradali siano dovuti alle cattive condizioni della strada, tanto che ben il 56% degli intervistati chiede di migliorarne le condizioni. Sebbene vi siano delle situazioni pericolose a livello infrastrutturale e sebbene la cattiva manutenzione possa incidere sul verificarsi di un sinistro stradale, dobbiamo però essere consapevoli del fatto che il principale aspetto su cui lavorare sia il fattore umano, ovvero combattere i comportamenti pericolosi che incidono nel 94% dei casi di incidente stradale. L'uso del cellulare alla guida e l'eccesso di velocità sono da sempre le principali cause, dunque bisogna intervenire da un punto di vista culturale. Esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dall'Osservatorio, auspichiamo inoltre che il lavoro di educazione sulla sicurezza stradale, promosso dall'Associazione, possa essere portato anche a livello universitario".
"Da quest'ultimo affondo di ricerca dell'Osservatorio emerge la possibilità di sviluppare intorno al tema dell'educazione stradale programmi di sensibilizzazione e divulgazione trasversali alle fasce di popolazione, in maniera tale da offrire strumenti che possano rafforzare le conoscenze apprese in fase di conseguimento della patente. E' possibile anche ipotizzare approfondimenti su specifici temi di interesse. L'ottica è quella di una formazione continua e diversificata in base ai bisogni ed interessi dei singoli. Una formazione che potrebbe essere anche promossa come dovere morale a favore della sicurezza personale e collettiva", ha dichiarato Sara Sampietro, coordinatrice dell'Osservatorio Opinion Leader 4 Future.
(Teleborsa) 14-11-2024 13:41