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Sanità, Schillaci: in Cdm le prime misure contro le liste d'attesa
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Il decreto legge che dovrebbe essere approvato domani, stando alle parole di Schillaci, prevede "da subito un'agenda pubblica di prenotazione con le disponibilità nel pubblico e nel privato convenzionato, ci saranno vantaggi subito attraverso il decreto legge. Non è così infatti nella maggior parte delle regioni". "Non sarà possibile per una struttura effettuare più prestazioni in intramoenia che nel Servizio Sanitario Nazionale – ha aggiunto il ministro –. Da subito con il decreto anche una piattaforma nazionale per capire cosa e dove manca".
Il ministro ha poi aggiunto che nel provvedimento dovrebbe trovare spazio anche una riduzione dell'imposta fiscale per gli straordinari del lavoro medico dal 43 al 15%, ha spiegato. Infine 80 milioni verranno stanziati per la salute mentale, "un problema esploso soprattutto far le fasce piu' giovani della popolazione" L'obiettivo, ha concluso, "e' che i cittadini abbiamo le prestazioni nei tempi giusti. Le liste di attesa chiuse sono inaccettabili in un paese civile".
Sulle liste di attesa, nel pomeriggio di ieri, i tecnici del ministero della Salute hanno incontrato le regioni. I provvedimenti potrebbero essere anche due, un decreto legge e un disegno di legge e nel secondo verrebbero convogliati gli aspetti più operativi che necessitano di una copertura finanziaria. Proprio il nodo risorse resta la questione fondamentale.
"Un incontro garbato nei toni - ha dichiarato Raffaele Donini, assessore alla salute dell'Emilia-Romagna e coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni – ma con qualche motivo di imbarazzo per le Regioni" perché "noi non sappiamo ancora ad oggi quali siano i testi di un eventuale decreto e di un disegno di legge nè di eventuali coperture" che potrebbero essere annunciati già domani. Duro il commento del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: "sulle liste di attesa si stanno inventando una frottola propagandistica. Erano partiti la settimana scorsa annunciando un grande progetto. E i soldi? I soldi non ci sono. Ci vorrebbero 4 miliardi e mezzo di euro per abbattere le liste di attese ma non hanno nemmeno 300 milioni di euro. Manca anche il personale".
"Per raggiungere questo obiettivo serve un nuovo sistema di monitoraggio e servono nuove strutture dove investire le risorse", ha dichiarato a Skytg24 il presidente della Federazione delle aziende ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore.
(Teleborsa) 04-06-2024 09:36