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Migranti, Tribunale Bologna rinvia decreto "Paesi sicuri" a Corte Ue

News Image (Teleborsa) - Riesplode la polemica politica sul recente provvedimento del governo Meloni dopo la decisione del Tribunale di Bologna di rinviare alla Corte di Giustizia europea il caso di un cittadino del Bangladesh che aveva richiesto la protezione internazionale.

Si chiede, in sostanza, se debba prevalere la normativa comunitaria oppure la legislazione italiana che, con il recente decreto sui 'paesi sicuri', è intervenuto per definire con una norma primaria ciò che fino a poche settimane prima era definito da un decreto interministeriale, con l'obiettivo di rendere operativi i centri di identificazione in Albania.

Il rinvio del tribunale di Bologna si configura, sostanzialmente, come una richiesta di chiarimenti su due questioni: quale sia il parametro su cui individuare i cosiddetti paesi sicuri e se il principio del primato europeo imponga di ritenere che in caso di contrasto fra le normative prevalga quella comunitaria.

Richiesta, come ha spiegato il presidente del Tribunale Pasquale Liccardo, che ha soprattutto l'obiettivo dell'applicazione uniforme del diritto dell'Unione Europea.

È proprio sulla definizione di "paese sicuro" che si fonda il lungo quesito che il tribunale ha inviato in Lussemburgo, entrando però anche nel merito e contestando il principio per cui potrebbe definirsi sicuro un Paese in cui la generalità, o maggioranza, della popolazione viva in condizioni di sicurezza, visto che il sistema di protezione internazionale si rivolge in particolare alle minoranze minacciate e perseguitate.

(Teleborsa) 30-10-2024 08:37


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