Istat, da legge di bilancio impatto positivo dello 0,2% all'anno nel 2025-27
(Teleborsa) - Gli effetti sulla crescita dell'economia italiana derivanti dall'attuazione delle principali misure contenute nel disegno di legge di bilancio 2025 (attualmente in discussione al parlamento) risultano positivi nel prossimo triennio: di poco inferiore a 2 decimi di punto nel 2025 e nel 2026, e di poco superiore ai due decimi nel 2027. Lo afferma l'Istat all'interno delle Prospettive per l'economia italiana.
L'Istituto nazionale di statistica ha effettuato la stima utilizzando il modello macroeconometrico dell'Istat MEMo-It, condotta sulla base delle valutazioni ufficiali del Governo degli effetti di impatto delle singole misure. In particolare, si espongono i risultati relativi alla simulazione di una manovra pari a circa 30 miliardi nel 2025, 35 nel 2026 e 45 nel 2027, composta per oltre la metà da misure di incremento di spese (circa 17 miliardi nel 2025, 19 miliardi nel 2026 e 28 miliardi nel 2027), e per la parte rimanente da misure di riduzione di entrate (circa 13 miliardi nel 2025, 16 miliardi sia nel 2026 sia nel 2027).
Le misure sulle spese considerate riguardano prestazioni prevalentemente a favore di lavoratori con redditi medio-bassi e famiglie, sanità e imprese operanti nelle aree svantaggiate; gli interventi sulle entrate sono volti soprattutto alla riduzione delle imposte dirette sui redditi medio bassi. È stato simulato per il 2027 l'aumento delle spese in conto capitale per garantire il sostegno agli investimenti pubblici infrastrutturali successivamente al completamento del PNRR (31 dicembre 2026).
L'Istat ipotizza che tali misure vengano finanziate con ricorso a maggiore indebitamento per circa 11 miliardi nel 2025, 16 miliardi nel 2026 e 28 miliardi nel 2027 e, per la parte rimanente: con tagli delle spese delle amministrazioni pubbliche (per circa 3 miliardi nel 2025 e 5 miliardi annui nei due anni successivi); con il ricorso a risorse provenienti dai fondi fiscali e dal mancato rinnovo della agevolazione contributiva per l'occupazione nelle aree svantaggiate in seguito alla decisione della Commissione Europea del giugno scorso (11 mld nel 2025 e 9 mld nel 2026 e nel 2027); con aumenti di entrate a carico di banche e assicurazioni (3 mld nel 2025 e 2 mld nel 2026); altri interventi sulle entrate riguardanti principalmente giochi, lotterie, rivalutazioni e recupero evasione (2 miliardi nel 2025 e circa 3 miliardi nei due anni successivi in totale).
I risultati della simulazione indicano che "l'attuazione del complesso degli interventi indicati, essendo in larga misura indirizzati al sostegno del reddito disponibile di lavoratori, famiglie e redditi bassi, avrebbe un effetto positivo soprattutto sui consumi ed eserciterebbe spinte sui prezzi interni, con un aumento delle importazioni e un impatto negativo sul volume dei consumi pubblici, nel modello esogeni in termini nominali - si legge nel documento - gli investimenti privati reagirebbero solo limitatamente e con ritardo all'aumento della domanda e alla riduzione dei tassi reali di interesse".
"L'effetto espansivo su redditi e consumi nominali si tradurrebbe in un aumento indotto del gettito delle imposte, sia dirette sia soprattutto indirette, migliorando quindi gli effetti della manovra sul deficit che potrebbe risultare, in termini di PIL, inferiore a quanto programmato nel Piano Strutturale di Bilancio di medio termine presentato lo scorso settembre", viene aggiunto.
(Teleborsa) 05-12-2024 10:30
L'Istituto nazionale di statistica ha effettuato la stima utilizzando il modello macroeconometrico dell'Istat MEMo-It, condotta sulla base delle valutazioni ufficiali del Governo degli effetti di impatto delle singole misure. In particolare, si espongono i risultati relativi alla simulazione di una manovra pari a circa 30 miliardi nel 2025, 35 nel 2026 e 45 nel 2027, composta per oltre la metà da misure di incremento di spese (circa 17 miliardi nel 2025, 19 miliardi nel 2026 e 28 miliardi nel 2027), e per la parte rimanente da misure di riduzione di entrate (circa 13 miliardi nel 2025, 16 miliardi sia nel 2026 sia nel 2027).
Le misure sulle spese considerate riguardano prestazioni prevalentemente a favore di lavoratori con redditi medio-bassi e famiglie, sanità e imprese operanti nelle aree svantaggiate; gli interventi sulle entrate sono volti soprattutto alla riduzione delle imposte dirette sui redditi medio bassi. È stato simulato per il 2027 l'aumento delle spese in conto capitale per garantire il sostegno agli investimenti pubblici infrastrutturali successivamente al completamento del PNRR (31 dicembre 2026).
L'Istat ipotizza che tali misure vengano finanziate con ricorso a maggiore indebitamento per circa 11 miliardi nel 2025, 16 miliardi nel 2026 e 28 miliardi nel 2027 e, per la parte rimanente: con tagli delle spese delle amministrazioni pubbliche (per circa 3 miliardi nel 2025 e 5 miliardi annui nei due anni successivi); con il ricorso a risorse provenienti dai fondi fiscali e dal mancato rinnovo della agevolazione contributiva per l'occupazione nelle aree svantaggiate in seguito alla decisione della Commissione Europea del giugno scorso (11 mld nel 2025 e 9 mld nel 2026 e nel 2027); con aumenti di entrate a carico di banche e assicurazioni (3 mld nel 2025 e 2 mld nel 2026); altri interventi sulle entrate riguardanti principalmente giochi, lotterie, rivalutazioni e recupero evasione (2 miliardi nel 2025 e circa 3 miliardi nei due anni successivi in totale).
I risultati della simulazione indicano che "l'attuazione del complesso degli interventi indicati, essendo in larga misura indirizzati al sostegno del reddito disponibile di lavoratori, famiglie e redditi bassi, avrebbe un effetto positivo soprattutto sui consumi ed eserciterebbe spinte sui prezzi interni, con un aumento delle importazioni e un impatto negativo sul volume dei consumi pubblici, nel modello esogeni in termini nominali - si legge nel documento - gli investimenti privati reagirebbero solo limitatamente e con ritardo all'aumento della domanda e alla riduzione dei tassi reali di interesse".
"L'effetto espansivo su redditi e consumi nominali si tradurrebbe in un aumento indotto del gettito delle imposte, sia dirette sia soprattutto indirette, migliorando quindi gli effetti della manovra sul deficit che potrebbe risultare, in termini di PIL, inferiore a quanto programmato nel Piano Strutturale di Bilancio di medio termine presentato lo scorso settembre", viene aggiunto.
(Teleborsa) 05-12-2024 10:30