IA, EY: CFO e tax director ottimisti su impiego per affrontare pressioni sui costi e sfide normative
(Teleborsa) - L'EY Tax and Finance Operations (TFO) Survey, che ha coinvolto 1.600 Chief Financial Officer e Tax Director provenienti da 32 Paesi e 18 settori, evidenzia che l'intelligenza artificiale avrà un impatto significativo sulle funzioni fiscali e finanziarie delle imprese. L'AI contribuirà a superare le sfide più urgenti, come colmare il divario di talenti e garantire la conformità con le nuove normative di rendicontazione, comprese quelle relative alle imposte minime globali.
L'86% dei CFO e dei tax leader intervistati a livello europeo ritiene che l'intelligenza artificiale migliorerà l'efficienza e l'efficacia delle loro funzioni. In particolare, nei prossimi tre anni, i principali benefici attesi riguardano l'acquisizione e l'elaborazione dei dati (23%), il calcolo delle imposte sul reddito e la contabilità (20%) e le attività di compliance (18%). Tuttavia, il 68% degli intervistati afferma di essere ancora nelle fasi iniziali del percorso di implementazione dell'AI.
Marco Magenta, Managing Partner di EY Studio Legale Tributario, afferma: "l'impiego dell'intelligenza artificiale permetterà ai professionisti fiscali di essere più efficienti, di concentrarsi sui compiti strategici e di prendere decisioni migliori, creando così più valore. L'AI non solo automatizzerà le attività ripetitive, ma fornirà strumenti avanzati per l'analisi dei dati, migliorando la precisione e la tempestività dei processi fiscali. È il momento di rendere la funzione fiscale a prova di futuro, sviluppando un piano per integrare l'AI in modo responsabile e con fiducia".
Le principali preoccupazioni emerse dall'indagine riguardano le pressioni sui costi e la necessità di trattenere il capitale umano. Quasi la metà dei rispondenti (48%) indica come priorità per i prossimi tre anni la gestione efficace dei budget e delle spese della funzione fiscale. Il 45% ritiene cruciale pianificare in modo efficiente il tasso di imposta effettivo e le imposte in contanti, mentre il 42% considera essenziale investire nell'apprendimento e nello sviluppo delle persone. In Italia, tra le priorità emergono anche la gestione efficace delle controversie fiscali globali e dei rischi.
Lo studio evidenzia che le funzioni fiscali stanno affrontando responsabilità sempre più complesse legate all'utilizzo dei dati. Questo include le dichiarazioni fiscali digitali in tempo reale e la fatturazione elettronica, che saranno presto richieste in circa 100 Paesi. Inoltre, le aziende devono conformarsi alle raccomandazioni dell'OCSE, come il Pillar 2 del progetto BEPS 2.0, che esorta i Paesi a stabilire una tassa minima globale di almeno il 15% per le grandi imprese. L'82% delle aziende europee si aspetta di apportare cambiamenti moderati o significativi ai propri processi di rendicontazione legati al Pillar 2.
Il talent gap rappresenta una sfida significativa, con il 66% dei leader fiscali e finanziari che segnala difficoltà nel trattenere e attrarre personale qualificato. Il 57% ritiene che l'intelligenza artificiale non ridurrà la forza lavoro nella funzione fiscale. Al contrario, le aziende prevedono di riallocare il tempo dei dipendenti verso attività più strategiche e di alto valore, liberandoli dai compiti di routine.
Marta Pensotti Bruni, Partner di EY Studio Legale Tributario e Lead Managed Services Tax di EY Italia, afferma: "le crescenti pressioni normative e di rendicontazione rappresentano una sfida per le funzioni fiscali e finanziarie, pertanto molte aziende stanno valutando il passaggio a modelli di co-sourcing. Oltre la metà delle aziende considera i piani tipo TFO (Tax and Finance Operate) come una soluzione per liberare le risorse interne dalle attività di compliance e concentrarsi su tematiche a più alto valore aggiunto, come il Country-by-Country Reporting (CbCR) e il BEPS (Pillar II). Più dell'80% delle aziende prevede cambiamenti significativi in ottica di BEPS reporting. Inoltre, l'assenza di risorse e le pressioni sui budget impongono ai dipendenti di lavorare di più con meno: in questo scenario il co-sourcing è visto come una soluzione affinchè i professionisti fiscali si concentrino su compiti strategici. Il co-sourcing può ridurre i costi e colmare il talent gap, migliorando l'efficienza nella gestione dei dati e della tecnologia. Inoltre, più della metà delle aziende intervistate è pronta per il passaggio a piani tipo TFO, con il 60% di queste che preferisce un unico fornitore".
(Teleborsa) 09-12-2024 14:15
L'86% dei CFO e dei tax leader intervistati a livello europeo ritiene che l'intelligenza artificiale migliorerà l'efficienza e l'efficacia delle loro funzioni. In particolare, nei prossimi tre anni, i principali benefici attesi riguardano l'acquisizione e l'elaborazione dei dati (23%), il calcolo delle imposte sul reddito e la contabilità (20%) e le attività di compliance (18%). Tuttavia, il 68% degli intervistati afferma di essere ancora nelle fasi iniziali del percorso di implementazione dell'AI.
Marco Magenta, Managing Partner di EY Studio Legale Tributario, afferma: "l'impiego dell'intelligenza artificiale permetterà ai professionisti fiscali di essere più efficienti, di concentrarsi sui compiti strategici e di prendere decisioni migliori, creando così più valore. L'AI non solo automatizzerà le attività ripetitive, ma fornirà strumenti avanzati per l'analisi dei dati, migliorando la precisione e la tempestività dei processi fiscali. È il momento di rendere la funzione fiscale a prova di futuro, sviluppando un piano per integrare l'AI in modo responsabile e con fiducia".
Le principali preoccupazioni emerse dall'indagine riguardano le pressioni sui costi e la necessità di trattenere il capitale umano. Quasi la metà dei rispondenti (48%) indica come priorità per i prossimi tre anni la gestione efficace dei budget e delle spese della funzione fiscale. Il 45% ritiene cruciale pianificare in modo efficiente il tasso di imposta effettivo e le imposte in contanti, mentre il 42% considera essenziale investire nell'apprendimento e nello sviluppo delle persone. In Italia, tra le priorità emergono anche la gestione efficace delle controversie fiscali globali e dei rischi.
Lo studio evidenzia che le funzioni fiscali stanno affrontando responsabilità sempre più complesse legate all'utilizzo dei dati. Questo include le dichiarazioni fiscali digitali in tempo reale e la fatturazione elettronica, che saranno presto richieste in circa 100 Paesi. Inoltre, le aziende devono conformarsi alle raccomandazioni dell'OCSE, come il Pillar 2 del progetto BEPS 2.0, che esorta i Paesi a stabilire una tassa minima globale di almeno il 15% per le grandi imprese. L'82% delle aziende europee si aspetta di apportare cambiamenti moderati o significativi ai propri processi di rendicontazione legati al Pillar 2.
Il talent gap rappresenta una sfida significativa, con il 66% dei leader fiscali e finanziari che segnala difficoltà nel trattenere e attrarre personale qualificato. Il 57% ritiene che l'intelligenza artificiale non ridurrà la forza lavoro nella funzione fiscale. Al contrario, le aziende prevedono di riallocare il tempo dei dipendenti verso attività più strategiche e di alto valore, liberandoli dai compiti di routine.
Marta Pensotti Bruni, Partner di EY Studio Legale Tributario e Lead Managed Services Tax di EY Italia, afferma: "le crescenti pressioni normative e di rendicontazione rappresentano una sfida per le funzioni fiscali e finanziarie, pertanto molte aziende stanno valutando il passaggio a modelli di co-sourcing. Oltre la metà delle aziende considera i piani tipo TFO (Tax and Finance Operate) come una soluzione per liberare le risorse interne dalle attività di compliance e concentrarsi su tematiche a più alto valore aggiunto, come il Country-by-Country Reporting (CbCR) e il BEPS (Pillar II). Più dell'80% delle aziende prevede cambiamenti significativi in ottica di BEPS reporting. Inoltre, l'assenza di risorse e le pressioni sui budget impongono ai dipendenti di lavorare di più con meno: in questo scenario il co-sourcing è visto come una soluzione affinchè i professionisti fiscali si concentrino su compiti strategici. Il co-sourcing può ridurre i costi e colmare il talent gap, migliorando l'efficienza nella gestione dei dati e della tecnologia. Inoltre, più della metà delle aziende intervistate è pronta per il passaggio a piani tipo TFO, con il 60% di queste che preferisce un unico fornitore".
(Teleborsa) 09-12-2024 14:15