Giornata dell'Alimentazione, boom di ultra-processati spinge in alto obesita: +36% negli ultimi 20 anni
(Teleborsa) - L'aumento dei consumi di cibi ultra-processati incide pesantemente sull'obesità, cresciuta del 36% negli ultimi 20 anni in Italia. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Fondazione Aletheia, in vista della Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Presieduta da Stefano Lucchini e diretta da Riccardo Fargione, Aletheia è un think tank scientifico italiano che studia e promuove modelli nutrizionali sani e, sotto la guida del professor Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e direttore del Centro Malattie Apparato Digerente (CEMAD) del Policlinico Gemelli, riunisce esperti di alto profilo nei settori della medicina, dell'economia e della giurisprudenza.
Nel nostro Paese, il 14% delle calorie consumate proviene da cibi ultra-processati. Il consumo di alimenti altamente trasformati sta aumentando tra i giovani, in particolare nella fascia d'età compresa tra i 5 e i 30 anni. Si tratta di prodotti come merendine, bevande gassate, snack salati che contengono nella maggior parte dei casi una molteplicità di additivi chimici come coloranti, dolcificanti artificiali e molto altro. Questi additivi seppur considerati sicuri non sono di certo salubri per la salute, soprattutto a causa del cosiddetto effetto cocktail, ovvero la loro assimilazione ripetuta durante la giornata. Un fenomeno che rischia di compromettere la diffusione di modelli nutrizionali sani, come la Dieta Mediterranea, che rappresenta una pietra miliare della nostra cultura alimentare.
La situazione italiana è comunque migliore rispetto ad esempio agli Stati Uniti. Negli USA, i cibi ultra-processati costituiscono il 60% dell'apporto calorico medio per gli adulti e il 70% per gli adolescenti. Secondo il recente studio "Global Burden of Disease", in Nord America l'obesità e l'iperglicemia legate a una cattiva alimentazione sono tra le principali cause di morte.
"È fondamentale proteggere le future generazioni da abitudini alimentari dannose e continuare a investire in politiche che promuovano la Dieta Mediterranea, non solo come modello nutrizionale, ma anche come cultura della consapevolezza alimentare. – afferma Esmeralda Capristo, professoressa di Scienza dell'Alimentazione e delle Tecniche Dietetiche Applicate, Università Cattolica del S. Cuore e membra del Comitato scientifico della Fondazione Aletheia –. Genitori, educatori, mondo della ricerca e decisori politici devono lavorare insieme per contrastare questa tendenza preoccupante."
Attualmente, il sovrappeso e l'obesità interessano il 46% della popolazione italiana, pari a oltre 23 milioni di persone in maggiore età, ma la situazione non è rassicurante nemmeno per adolescenti e giovani. Le stime suggeriscono che una riduzione del 20% delle calorie provenienti da cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi potrebbe prevenire fino a 688mila malattie croniche entro il 2050. A beneficiarne anche l'economia del Paese con una corretta alimentazione che garantirebbe un risparmio di 12 miliardi di euro per i cittadini italiani.
(Teleborsa) 16-10-2024 12:49
Nel nostro Paese, il 14% delle calorie consumate proviene da cibi ultra-processati. Il consumo di alimenti altamente trasformati sta aumentando tra i giovani, in particolare nella fascia d'età compresa tra i 5 e i 30 anni. Si tratta di prodotti come merendine, bevande gassate, snack salati che contengono nella maggior parte dei casi una molteplicità di additivi chimici come coloranti, dolcificanti artificiali e molto altro. Questi additivi seppur considerati sicuri non sono di certo salubri per la salute, soprattutto a causa del cosiddetto effetto cocktail, ovvero la loro assimilazione ripetuta durante la giornata. Un fenomeno che rischia di compromettere la diffusione di modelli nutrizionali sani, come la Dieta Mediterranea, che rappresenta una pietra miliare della nostra cultura alimentare.
La situazione italiana è comunque migliore rispetto ad esempio agli Stati Uniti. Negli USA, i cibi ultra-processati costituiscono il 60% dell'apporto calorico medio per gli adulti e il 70% per gli adolescenti. Secondo il recente studio "Global Burden of Disease", in Nord America l'obesità e l'iperglicemia legate a una cattiva alimentazione sono tra le principali cause di morte.
"È fondamentale proteggere le future generazioni da abitudini alimentari dannose e continuare a investire in politiche che promuovano la Dieta Mediterranea, non solo come modello nutrizionale, ma anche come cultura della consapevolezza alimentare. – afferma Esmeralda Capristo, professoressa di Scienza dell'Alimentazione e delle Tecniche Dietetiche Applicate, Università Cattolica del S. Cuore e membra del Comitato scientifico della Fondazione Aletheia –. Genitori, educatori, mondo della ricerca e decisori politici devono lavorare insieme per contrastare questa tendenza preoccupante."
Attualmente, il sovrappeso e l'obesità interessano il 46% della popolazione italiana, pari a oltre 23 milioni di persone in maggiore età, ma la situazione non è rassicurante nemmeno per adolescenti e giovani. Le stime suggeriscono che una riduzione del 20% delle calorie provenienti da cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi potrebbe prevenire fino a 688mila malattie croniche entro il 2050. A beneficiarne anche l'economia del Paese con una corretta alimentazione che garantirebbe un risparmio di 12 miliardi di euro per i cittadini italiani.
(Teleborsa) 16-10-2024 12:49