Cresce la sfiducia verso aziende e governi sui temi ESG: i risultati del Global ESG Monitor 2024
(Teleborsa) - Dalla quarta edizione del Global ESG Monitor di SEC Newgate, condotto su oltre 14.300 persone in 14 Paesi, emerge un quadro di crescente insoddisfazione dell'opinione pubblica verso l'impegno di governi e aziende sui temi ambientali, sociali e di governance (ESG). La ricerca evidenzia come governi e imprese non riescano a soddisfare le aspettative di circa la metà dei cittadini, con una percentuale significativa di intervistati che esprime un giudizio negativo sulla direzione presa dalle istituzioni in materia di sostenibilità.
In Italia, in particolare, il malcontento è evidente: il 65% degli italiani ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata, collocando l'Italia tra i Paesi più pessimisti del mondo, subito dopo Francia, Grecia e Germania. Solo il 35% degli italiani crede che la strada intrapresa sia quella giusta, un dato che si discosta sensibilmente dalla media globale del 47%.
Questa percezione negativa è alimentata da una serie di fattori che vanno al di là delle sole questioni ambientali. Le principali preoccupazioni degli italiani riguardano infatti l'assistenza sanitaria, le condizioni lavorative, le retribuzioni e l'aumento del costo della vita. Questi temi dominano il dibattito pubblico e influenzano la percezione del futuro del Paese, rendendo la popolazione più scettica anche rispetto agli sforzi in ambito ESG, nonostante l'interesse per la sostenibilità rimanga elevato.
A livello globale, l'indagine rivela che il 73% degli intervistati è convinto che le imprese possano raggiungere risultati economici positivi e, al tempo stesso, adempiere alle loro responsabilità ambientali, sociali e di governance. In Italia, questa convinzione è condivisa dal 72% degli intervistati, a conferma di una fiducia diffusa nel potenziale delle aziende di coniugare profitto e responsabilità sociale. Tuttavia, gli italiani sono ancora scettici nei confronti della trasparenza e dell'effettivo impegno delle imprese: il 40% non si fida delle dichiarazioni aziendali riguardo alle loro attività ESG, una percentuale leggermente inferiore alla media globale del 44%.
La fiducia nel settore privato varia anche in base alle dimensioni delle aziende. In generale, i cittadini si aspettano di più dalle grandi imprese, con il 56% degli italiani che attribuisce loro una responsabilità significativa in ambito ESG. Tuttavia, il giudizio sull'operato delle grandi imprese è piuttosto severo: solo il 55% degli italiani dà loro una valutazione pari o superiore a 7/10 per il loro impegno. Anche le piccole e medie imprese (PMI) non sfuggono a questo giudizio critico, con solo il 54% degli intervistati italiani che assegna loro una valutazione positiva, a differenza della media globale, dove le PMI ricevono un punteggio migliore (58%).
Nonostante l'attenzione crescente verso le questioni ambientali e sociali, il termine "ESG" non è ancora pienamente compreso dalla popolazione italiana. Solo il 17% degli italiani dichiara di avere una buona conoscenza di cosa significhi ESG, un dato piuttosto basso se paragonato ad altri Paesi. In cima alla classifica per conoscenza del termine si trovano Hong Kong (43%), Singapore (41%) e gli Emirati Arabi Uniti (39%), mentre Paesi come Grecia, Colombia, Polonia e Spagna si collocano agli ultimi posti insieme all'Italia.
Il livello di conoscenza in Italia è maggiore tra gli uomini, le persone sotto i 50 anni e coloro che hanno un'istruzione universitaria o che seguono con maggiore attenzione il mondo dell'informazione. Questo suggerisce una segmentazione piuttosto netta nella diffusione della consapevolezza dei temi ESG, che non riesce ancora a raggiungere una parte significativa della popolazione.
Nonostante lo scetticismo generale e le preoccupazioni economiche, il report sottolinea che l'interesse degli italiani per i temi legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance rimane elevato. Il 78% degli intervistati italiani si dichiara interessato a queste tematiche, anche se questo rappresenta un calo del 4% rispetto al 2023. Il livello medio di interesse per le questioni ESG è di 7,6 su 10 in Italia, superiore alla media globale, che si attesta a 7,2.
Secondo Paola Ambrosino, Amministratore Delegato di SEC Newgate Italia, "gli italiani continuano a mostrare una sensibilità elevata verso la sostenibilità, anche se le preoccupazioni per il costo della vita, le retribuzioni e le condizioni dei lavoratori hanno avuto un impatto significativo negli ultimi mesi. Tuttavia, questo interesse persistente dimostra quanto sia cruciale che istituzioni e imprese rispondano in modo concreto e deciso alle richieste dei cittadini in ambito ESG".
Un tema centrale emerso dal report riguarda la comunicazione delle aziende. La maggior parte degli intervistati (72% in Italia e 73% a livello globale) ritiene che le imprese dovrebbero comunicare in modo più chiaro e trasparente le loro iniziative e i progressi fatti in ambito ESG. La percezione di una comunicazione poco chiara o addirittura fuorviante può danneggiare gravemente la fiducia dei cittadini e degli investitori, con conseguenze rilevanti anche a livello reputazionale.
In Italia, la sfiducia nei confronti della comunicazione aziendale è particolarmente marcata. Quattro investitori italiani su dieci (42%) sarebbero disposti a disinvestire da un'azienda se scoprissero che questa ha adottato comportamenti non etici. Anche se questo dato è inferiore alla media globale (49%), l'Italia si posiziona comunque tra i Paesi europei con maggiore sensibilità sul tema, superata solo da Grecia (52%) e Regno Unito (46%).
Secondo Fiorenzo Tagliabue, CEO del gruppo SEC Newgate, i dati del Global ESG Monitor mostrano chiaramente che c'è ancora molto lavoro da fare per migliorare la comunicazione e l'impegno delle aziende sui temi ESG. "La conformità agli standard di rendicontazione ESG è solo un punto di partenza", ha dichiarato, "ma non è sinonimo di eccellenza o di un piano ambizioso che generi un impatto positivo. Le organizzazioni devono andare oltre la mera conformità e adottare un approccio ambizioso e trasparente per riconquistare la fiducia del pubblico".
Lo scetticismo e la diffidenza verso le dichiarazioni delle aziende in materia ESG sono diffusi, soprattutto in Italia, dove le aspettative dei cittadini rimangono alte, ma i risultati percepiti sono spesso deludenti. Per affrontare questa sfida, imprese e governi devono puntare a una comunicazione più chiara e a un impegno tangibile su tutti i fronti della sostenibilità, dimostrando di agire nell'interesse non solo degli azionisti, ma di tutti gli stakeholder e della società nel suo complesso.
(Teleborsa) 17-10-2024 09:05
In Italia, in particolare, il malcontento è evidente: il 65% degli italiani ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata, collocando l'Italia tra i Paesi più pessimisti del mondo, subito dopo Francia, Grecia e Germania. Solo il 35% degli italiani crede che la strada intrapresa sia quella giusta, un dato che si discosta sensibilmente dalla media globale del 47%.
Questa percezione negativa è alimentata da una serie di fattori che vanno al di là delle sole questioni ambientali. Le principali preoccupazioni degli italiani riguardano infatti l'assistenza sanitaria, le condizioni lavorative, le retribuzioni e l'aumento del costo della vita. Questi temi dominano il dibattito pubblico e influenzano la percezione del futuro del Paese, rendendo la popolazione più scettica anche rispetto agli sforzi in ambito ESG, nonostante l'interesse per la sostenibilità rimanga elevato.
A livello globale, l'indagine rivela che il 73% degli intervistati è convinto che le imprese possano raggiungere risultati economici positivi e, al tempo stesso, adempiere alle loro responsabilità ambientali, sociali e di governance. In Italia, questa convinzione è condivisa dal 72% degli intervistati, a conferma di una fiducia diffusa nel potenziale delle aziende di coniugare profitto e responsabilità sociale. Tuttavia, gli italiani sono ancora scettici nei confronti della trasparenza e dell'effettivo impegno delle imprese: il 40% non si fida delle dichiarazioni aziendali riguardo alle loro attività ESG, una percentuale leggermente inferiore alla media globale del 44%.
La fiducia nel settore privato varia anche in base alle dimensioni delle aziende. In generale, i cittadini si aspettano di più dalle grandi imprese, con il 56% degli italiani che attribuisce loro una responsabilità significativa in ambito ESG. Tuttavia, il giudizio sull'operato delle grandi imprese è piuttosto severo: solo il 55% degli italiani dà loro una valutazione pari o superiore a 7/10 per il loro impegno. Anche le piccole e medie imprese (PMI) non sfuggono a questo giudizio critico, con solo il 54% degli intervistati italiani che assegna loro una valutazione positiva, a differenza della media globale, dove le PMI ricevono un punteggio migliore (58%).
Nonostante l'attenzione crescente verso le questioni ambientali e sociali, il termine "ESG" non è ancora pienamente compreso dalla popolazione italiana. Solo il 17% degli italiani dichiara di avere una buona conoscenza di cosa significhi ESG, un dato piuttosto basso se paragonato ad altri Paesi. In cima alla classifica per conoscenza del termine si trovano Hong Kong (43%), Singapore (41%) e gli Emirati Arabi Uniti (39%), mentre Paesi come Grecia, Colombia, Polonia e Spagna si collocano agli ultimi posti insieme all'Italia.
Il livello di conoscenza in Italia è maggiore tra gli uomini, le persone sotto i 50 anni e coloro che hanno un'istruzione universitaria o che seguono con maggiore attenzione il mondo dell'informazione. Questo suggerisce una segmentazione piuttosto netta nella diffusione della consapevolezza dei temi ESG, che non riesce ancora a raggiungere una parte significativa della popolazione.
Nonostante lo scetticismo generale e le preoccupazioni economiche, il report sottolinea che l'interesse degli italiani per i temi legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance rimane elevato. Il 78% degli intervistati italiani si dichiara interessato a queste tematiche, anche se questo rappresenta un calo del 4% rispetto al 2023. Il livello medio di interesse per le questioni ESG è di 7,6 su 10 in Italia, superiore alla media globale, che si attesta a 7,2.
Secondo Paola Ambrosino, Amministratore Delegato di SEC Newgate Italia, "gli italiani continuano a mostrare una sensibilità elevata verso la sostenibilità, anche se le preoccupazioni per il costo della vita, le retribuzioni e le condizioni dei lavoratori hanno avuto un impatto significativo negli ultimi mesi. Tuttavia, questo interesse persistente dimostra quanto sia cruciale che istituzioni e imprese rispondano in modo concreto e deciso alle richieste dei cittadini in ambito ESG".
Un tema centrale emerso dal report riguarda la comunicazione delle aziende. La maggior parte degli intervistati (72% in Italia e 73% a livello globale) ritiene che le imprese dovrebbero comunicare in modo più chiaro e trasparente le loro iniziative e i progressi fatti in ambito ESG. La percezione di una comunicazione poco chiara o addirittura fuorviante può danneggiare gravemente la fiducia dei cittadini e degli investitori, con conseguenze rilevanti anche a livello reputazionale.
In Italia, la sfiducia nei confronti della comunicazione aziendale è particolarmente marcata. Quattro investitori italiani su dieci (42%) sarebbero disposti a disinvestire da un'azienda se scoprissero che questa ha adottato comportamenti non etici. Anche se questo dato è inferiore alla media globale (49%), l'Italia si posiziona comunque tra i Paesi europei con maggiore sensibilità sul tema, superata solo da Grecia (52%) e Regno Unito (46%).
Secondo Fiorenzo Tagliabue, CEO del gruppo SEC Newgate, i dati del Global ESG Monitor mostrano chiaramente che c'è ancora molto lavoro da fare per migliorare la comunicazione e l'impegno delle aziende sui temi ESG. "La conformità agli standard di rendicontazione ESG è solo un punto di partenza", ha dichiarato, "ma non è sinonimo di eccellenza o di un piano ambizioso che generi un impatto positivo. Le organizzazioni devono andare oltre la mera conformità e adottare un approccio ambizioso e trasparente per riconquistare la fiducia del pubblico".
Lo scetticismo e la diffidenza verso le dichiarazioni delle aziende in materia ESG sono diffusi, soprattutto in Italia, dove le aspettative dei cittadini rimangono alte, ma i risultati percepiti sono spesso deludenti. Per affrontare questa sfida, imprese e governi devono puntare a una comunicazione più chiara e a un impegno tangibile su tutti i fronti della sostenibilità, dimostrando di agire nell'interesse non solo degli azionisti, ma di tutti gli stakeholder e della società nel suo complesso.
(Teleborsa) 17-10-2024 09:05