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AI e assicurazioni, come verranno valutati i sinistri nel prossimo futuro

News Image (Teleborsa) - L'intelligenza artificiale ha sicuramente le potenzialità per rivoluzionare il modo di lavorare di diversi settori in maniera radicale. Se in molti casi però l'adozione di questa tecnologia è fondamentalmente ancora in una fase di studio e sperimentazione, altri settori come quello assicurativo sono già da tempo in una fase avanzata, soprattutto per quanto riguarda deep learning e big data, e vedono nelle nuove frontiere rappresentate dai large language model (motori alla base di strumenti come ChatGPT di OpenAI e Microsoft, o Gemini di Google) un consolidarsi della propria expertise.

Il sentiment dei player di questa industria, che vale in Italia oltre 2 miliardi di euro, è stato recentemente approfondito da un studio di EY, realizzata in collaborazione con IIA, che presenta un'analisi dettagliata delle opportunità e delle criticità nell'adozione dell'IA Generativa, e sulle sue attese ed effettive implementazioni. La ricerca è stata realizzata grazie alla partecipazione di IIA di circa 25 player assicurativi.

"I principali benefici sono sicuramente la riduzione dei costi operativi e l'efficienza, ma ci sono anche dei rischi rappresentati dalle incorrettezze che i modelli possono generare all'interno degli output, pensiamo soprattutto al Dora e alle AI Act, e poi i rischi di natura etica" ha spiegato Federica Baiocchi, innovation and fintech manager di EY, che ha curato la ricerca.


Se le possibilità come abbiamo visto sono decisamente ampie, l'aspetto normativo è sicuramente un fattore da non sottovalutare; molti player sono infatti preoccupati per tutte le implicazioni che potrebbero emergere in seguito alla prossima entrata in vigore dell'AI Act: "Da una parte questa normativa potrebbe sfavorire l'innovazione, creando dei vincoli di natura normativa a cui tutti i player dovranno poi ovviamente essere compliant, dall'altro però abbiamo visto che il rischio di natura etica legata anche alla compliance e l'AI Act è tra quelli più presidiati già dagli attori del nostro ecosistema. Tra l'altro molti attori sono tranquillizzati dal fatto che il garante della privacy abbia ad esempio già agito in Italia in modo più severo rispetto ad altri paesi nel normare questo tipo di rischi. - ha proseguito Federica Baiocchi - Per questo motivo pensiamo che un approccio di compliance by design possa essere molto utile e caratterizzante per tutti quegli attori che decideranno di interpretare i vincoli delle AI Act già nelle prime fasi di sviluppo del software".

Ma quali sono i casi d'uso concreti che i player del settore stanno approfondendo? Tra i casi di uso principali abbiamo visto soprattutto l'emergere del chatbot come strumento di assistenza verso i clienti in fase di denuncia del sinistro. C'è poi anche il supporto al liquidatore che può essere aiutato nella valutazione del rischio attraverso un'analisi automatica e una pre-compilazione dei documenti necessari.

In particolare tutto ciò che riguarda il mondo della gestione dei sinistri vede nella AI un alleato estremamente prezioso in grado di semplificare i processi, prevenire le frodi per arrivare fino alla prospettiva di liquidare i risarcimenti in modo automatico, riducendo drasticamente le tempistiche. Riguardo a questo tema Gerardo Di Francesco, co-founder di Wide Group e vice-presidente di IIA, ha approfondito le potenzialità legate ai large language model: "Le applicazioni più interessanti sono sicuramente legate alla capacità di questa tecnologia di poter leggere, sintetizzare e "capire" documentazione complessa, come tipicamente è quella che riguarda i sinistri, e rappresenta sicuramente una delle parti più delicate del processo assicurativo. Ecco che con questa tecnologia poi possono nascere tantissime soluzioni e applicazioni, tutte molto concrete. Come era stato a suo tempo per la transizione da analogico a digitale, stiamo definitivamente assistendo ad un processo di 'AIzzazione' dei processi digitali, un fenomeno molto interessante e sicuramente solo agli inizi."

In questo panorama cominciano ad emergere delle società dedicate a fornire servizi AI based ai player dell'industria assicurativa. E' il caso ad esempio di "Autocrash", azienda spin off di DataVision, una importante tech company bolognese, che rappresenta una delle prime piattaforme italiane completamente dedicate a questo mercato. Grazie ad un modello addestrato con migliaia di dati riferiti ai sinistri più disparati, Autocrash consente di analizzare le immagini provenienti da un incidente e di riconoscere eventuali manipolazioni non solo delle immagini, ma anche delle vetture stesse, come parti riverniciate o riutilizzate in più sinistri per simulare un danno, ma anche di ricostruire in 3D la scena dell'incidente partendo da un semplice video che l'assicurato può realizzare sulla scena del sinistro, semplificando moltissimo il lavoro del perito.

La tecnologia sviluppata da Autocrash non è utile solo per le compagnie assicurative, ma può svolgere un lavoro fondamentale anche per le forze dell'ordine, che possono realizzare i rilievi in maniera estremamente semplice e rapida, e possono avere accesso ad una ricostruzione tridimensionale navigabile in tutti i suoi spazi, che può svolgere un ruolo fondamentale all'interno delle indagini.

(Teleborsa) 17-06-2024 16:47


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