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UBS WM: per gli investitori e' come una simultanea di scacchi - PAROLA AL MERCATO

di Matteo Ramenghi * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 28 lug - Questa estate mi ricorda una simultanea di scacchi, in cui un maestro conduce contemporaneamente piu' partite contro diversi avversari su scacchiere separate, spostandosi rapidamente da una all'altra. Allo stesso modo, gli investitori devono affrontare molti eventi sovrapposti: innumerevoli elezioni spesso contraddistinte da colpi di scena, l'alba di una rivoluzione tecnologica, protezionismo, guerre e cambiamenti nelle politiche monetarie e fiscali. Da inizio anno le borse sono state dominate da due temi: tassi d'interesse e intelligenza artificiale. Eventi importanti come le elezioni francesi e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente hanno avuto tutto sommato un impatto marginale sui mercati finanziari.

Dopo la Banca centrale europea (BCE) e altre banche centrali occidentali, anche la Federal Reserve (Fed) si sta avvicinando al primo taglio. All'Economic Club di Washington pochi giorni fa il Presidente Jerome Powell ha parlato con ottimismo della discesa dell'inflazione.

Tra pochi giorni le aziende cominceranno a pubblicare i risultati del secondo trimestre. Gli utili aziendali delle societa' appartenenti all'indice S&P 500 dovrebbero risultare nuovamente in crescita in media di circa il 10% rispetto allo scorso anno. A spingere gli utili e' anche l'aumento degli investimenti in intelligenza artificiale stimati in circa 400 miliardi di dollari, una dimensione tale da influire non sono sugli utili, ma anche sul prodotto interno lordo (PIL) statunitense.

Ma, man mano che ci avviciniamo a novembre, le elezioni statunitensi saranno sempre piu' oggetto delle analisi di economisti e investitori. Democratici e Repubblicani hanno visioni molto diverse su come gestire l'economia: i primi vogliono tasse piu' alte per le e'lite e un ruolo piu' attivo del governo nell'industria, mentre i secondi mirano a ridurre tasse e immigrazione.

Una delle poche cose che nella sostanza condividono e' il protezionismo. Le modalita' sono pero' diverse: Trump favorisce i negoziati bilaterali e ha proposto dazi universali del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti e del 60% su quelle provenienti dalla Cina; al contrario, i Democratici desiderano preservare l'alleanza transatlantica concentrandosi sugli scambi con la Cina.

Dazi piu' elevati sarebbero negativi per le aziende con export verso gli Stati Uniti, come i produttori automobilistici europei. A medio termine, cio' potrebbe accelerare la tendenza a riportare alcune produzioni vicino ai mercati di sbocco.

Bisogna comunque ricordare che oltre la meta' del commercio internazionale avviene all'interno delle multinazionali e tra queste ci sono le aziende statunitensi che potrebbero fare pressione sulla nuova amministrazione.

* Chief Investment Officer di UBS GWM in Italia.

Red-

(RADIOCOR) 28-07-24 15:44:41 (0384) 5 NNNN

 


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