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Tim: Capitanio, dopo Netco meno regole e verso stop prezzi imposti-INTERVISTA -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 09 lug - Che cosa comportera' in pratica la fine di questo modello? Quando c'e' un operatore verticalmente integrato notificato come dominante, tradizionalmente un ex monopolista pubblico, l'obiettivo principale della regolazione e' quello di limitare il vantaggio competitivo di questo soggetto sul mercato dei servizi a valle, per il fatto di possedere anche l'infrastruttura a monte. Vantaggio che viene limitato da una serie di obblighi di accesso, trasparenza e non discriminazione imposti soprattutto sul versante wholesale, fino anche all'imposizione di tariffe di accesso ai propri servizi, determinate ex ante dall'Autorita'.

Se l'integrazione verticale viene meno, un rimedio limitante come le tariffe imposte potrebbe non essere piu' giustificato, a maggior ragione se FiberCop fornira' solamente servizi all'ingrosso, assumendo la veste che in gergo tecnico viene chiamata wholesale only.

In proposito, l'art. 91 del Codice elenca i rimedi applicabili a questo modello di impresa, che sono piu' leggeri rispetto a quelli del soggetto verticalmente integrato: nelle aree in cui la societa' e' ancora dominante in quanto possiede sostanzialmente la maggior parte della rete, dovra' comunque garantire l'accesso ai propri servizi a tutti gli operatori che lo chiedano in maniera trasparente, ma sara' libera di determinare le tariffe. Cio' non comporta la completa liberalizzazione del mercato, in quanto l'Autorita' deve comunque verificare che tali tariffe non siano eccessive (o meglio, siano eque e ragionevoli) e non anticoncorrenziali. La verifica sull'equita' e la ragionevolezza partira' inevitabilmente dai costi sostenuti ma sara' meno stringente.

C'e' poi il tema degli obblighi regolamentari che rimangono in capo a Tim: ad oggi, deve sottoporre le proprie offerte al dettaglio al test di replicabilita', con cui l'Agcom controlla se queste siano sostenibili da parte di un concorrente che acquista i servizi all'ingrosso dalla stessa Tim (tramite FiberCop). Venuta meno l'integrazione, presumibilmente, verranno meno tali obblighi di vigilanza.

Ci saranno degli effetti anche nell'analisi di mercato gia' adottata? L'ultima analisi di mercato e' stata applicata a maggio con la delibera n. 114/24/CONS ed e' relativa al quinquennio 2024-2028. Si basa ancora sul vecchio modello di integrazione verticale in quanto, nonostante Tim avesse notificato gia' a gennaio il progetto, non era sufficientemente dettagliato.

Visto che l'analisi era stata avviata nel 2020 ed era gia' stato impiegato moltissimo tempo per l'analisi del coinvestimento, poi naufragato, si e' ritenuto necessario chiudere il percorso per dare certezza al mercato, anche su sollecito dell'Autorita' garante della concorrenza. Ad ogni modo, l'analisi attuale ha tenuto in considerazione l'evoluzione della situazione: e' infatti stato espressamente previsto che, a fronte dell'operazione di cessione, gli obblighi si sarebbero comunque applicati alla nuova societa' fino alla prossima analisi, che sara' avviata una volta ricevuto il dossier completo (inclusivo dell'accordo di fornitura tra Fibercop e Tim).

Sara' modificata a breve? I tempi sono dettati dal Codice: dopo che saranno fornite tutte le informazioni (a partire dagli esatti contenuti dell'Msa tra le due societa') per valutare se e' effettivamente venuto meno il modello di integrazione, verra' fatta una nuova analisi di mercato in cui si adotteranno le eventuali modifiche regolamentari, sempre una volta consultato il mercato e sottoposto il progetto in Commissione europea.

Che ruolo ha, nel complesso, Agcom sulla separazione? Agcom valuta la separazione solo ai fini regolamentari, sempre in conformita' di quanto previsto dal Codice. L'art.

89 dispone che gli obblighi vigenti possano essere mantenuti, modificati o revocati, alla luce dell'impatto del progetto sulla concorrenza dei mercati di accesso alla rete. Anche nell'ultima analisi c'e' stata una valutazione in tal senso: Tim, infatti aveva gia' proceduto alla separazione della rete attraverso la cessione della stessa a FiberCop, ma trattandosi di una separazione solamente legale e non proprietaria, gli effetti sui mercati erano limitati. La cessione a un terzo di FiberCop e il suo nuovo ruolo di operatore wholesale only, invece, avra' sicuramente un altro impatto.

E che ruolo in caso di consolidamento di Open Fiber con Netco come previsto? L'iter e' abbastanza simile, nel senso che, come successo con questa operazione, ci sara' una valutazione della concentrazione da parte della Commissione europea, che ne valutera' gli aspetti prettamente antitrust. Dopodiche', dal punto di vista regolamentare, l'Agcom dovra' procedere a una nuova analisi di mercato. Questa valutazione e' veramente di scenario, trattandosi di una operazione di cui al momento non si hanno notizie concrete: le societa' avevano firmato un mou per creare un unico operatore wholesale only scaduto a fine 2022 e non rinnovato. Nel caso, dall'operazione potrebbe nascere un monopolista dei servizi di accesso quindi la regolamentazione sara' piu' invasiva, quanto meno a livello geografico. A mero titolo di esempio, gia' nella presente analisi di mercato vi sono una serie di comuni, tra cui Milano e Cagliari ma anche Torino per i servizi di accesso business, che sono deregolamentati, essendo stata riscontrata una completa concorrenza infrastrutturale, principalmente dovuta al binomio Tim-Open Fiber; con la concentrazione dei due maggiori competitor si ipotizza un ritorno alla regolamentazione anche in queste aree geografiche, sempre ovviamente limitata agli obblighi imponibili a un operatore wholesale only. Ad ogni modo, l'Autorita' vigilera' affinche' non siano praticati prezzi eccessivi e non si concretizzino i rischi di inefficienza propri del monopolio e, al contempo, vi siano tutte le condizioni affinche' la rete unica faccia da volano alla digitalizzazione del Paese.

Sim

(RADIOCOR) 09-07-24 18:34:45 (0582) 5 NNNN

 


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