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TCW: economia Usa, possibili segnali di rallentamento da consumi e lavoro - PAROLA AL MERCATO

di Steven Purdy * e Tania Salomon ** (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 set - Gli economisti hanno messo sotto osservazione la spesa dei consumatori, il principale motore dell'economia americana, come indicatore chiave della salute economica del paese. Finora, i segnali non sono promettenti. I consumatori sono sempre piu' concentrati sulle occasioni ed esitano a fare grandi acquisti, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilita' della crescita, in un momento in cui l'inflazione rimane ostinatamente alta e i tassi di interesse pesano sui bilanci delle famiglie.

Questo cambiamento potrebbe avere implicazioni piu' ampie.

Gli sforzi della Fed per garantire un atterraggio morbido dell'economia potrebbero essere messi in discussione da un indebolimento dei consumi, che potrebbe portare a un rallentamento piu' pronunciato dell'attivita' economica.

Settori come le vendite al dettaglio, il tempo libero e i beni di lusso stanno gia' risentendo dell'impatto, con rapporti sugli utili contrastanti e previsioni al ribasso che stanno diventando piu' comuni.

Consumatori sempre piu' prudenti Riteniamo che i consumatori siano entrati in una nuova fase nell'ultimo semestre. Il Covid e' stato caratterizzato da ordini di beni per la casa. Il post-Covid ha visto, invece, un boom di "esperienze" che hanno guidato la domanda di attivita' per il tempo libero e i viaggi. Nel 2024 sembra che i consumi si siano normalizzati. Negli ultimi due trimestri, tuttavia, e' emerso un nuovo tema di "prudenza" in tutte le aziende di cui ci occupiamo. Non vediamo un forte calo della domanda, ma i manager delle imprese hanno descritto un consumatore sempre piu' esigente, che evita grandi spese discrezionali e si mostra piu' reattivo al prezzo. E' emerso un quadro di famiglie che risentono del peso cumulativo dell'inflazione ,e costrette a essere piu' misurate, dando priorita' ai beni essenziali piuttosto che ai discrezionali.

Sebbene alcune aziende stiano andando meglio di altre, il tono generale dei manager d'impresa e' peggiorato progressivamente nel corso dell'anno. Tutte le aziende esprimono una minore fiducia nella loro capacita' di prevedere il percorso futuro del comportamento dei consumatori.

Da diversi trimestri a questa parte, inoltre, assistiamo sicuramente a una biforcazione tra la fascia bassa e quella piu' alta. In generale, la fascia alta e' stata molto resiliente, mentre la fascia bassa ha sofferto. In termini di impatto, occorre pero' considerare che negli Stati Uniti, considerando le fasce dei redditi, quasi la meta' della spesa dei consumatori si riferisce ai redditi piu' alti (25% del totale della popolazione), mentre i redditi piu' bassi (un altrettanto 25%) rappresentano il solo 10% dei consumi.

Per quanto riguarda i consumi nella fascia bassa, la visione piu' positiva sul mercato e' che non stanno peggiorando. La resilienza del segmento di fascia alta, invece, e' guidata dall'effetto ricchezza derivante dagli alti prezzi degli immobili e da un mercato azionario ai massimi storici.

Tuttavia, riteniamo che anche questa fascia di consumatori possa modificare rapidamente la spesa in caso di aumento della volatilita' o maggiore incertezza. A nostro avviso, se ci sara' una volatilita' significativa, potremmo assistere a un brusco calo della spesa nella fascia alta.

Mercato del lavoro: gli effetti del calo dell'inflazione Durante il Covid, i manager sono stati veloci a lasciare andare via il personale, ma si sono immediatamente pentiti di quella decisione, per orientarsi nel 2021-2023 verso un mondo di "accaparramento di manodopera". Stiamo assistendo a un mercato del lavoro molto piu' equilibrato a livello aziendale. Non vediamo all'orizzonte tagli su larga scala, ma allo stesso tempo pensiamo che i manager non esiterebbero a utilizzare quella leva, se lo ritenessero necessario.

Il calo dell'inflazione, un'ottima notizia per i consumatori e per la Fed, ma una sfida per le imprese, potrebbe essere una delle cause di futuri licenziamenti. Le aziende sono state in grado di alzare liberamente i prezzi negli ultimi anni senza registrare un grande impatto sulla domanda. Negli ultimi mesi stiamo assistendo a un aumento della 'elasticita'' in tutte le imprese, che riduce la capacita' di aumentare i prezzi e provoca una pressione sui margini. In genere, quando le aziende non sono in grado di controllare i prezzi o la crescita, si concentrano sui costi, portando a una riduzione dell'organico nel tempo.

Le conseguenze sulla politica monetaria e sul reddito fisso Il nostro scenario di base e' che la Fed iniziera' a ridurre i tassi dai livelli attualmente restrittivi. Sebbene cio' sia positivo per i consumatori, riteniamo che l'impatto positivo si fara' sentire con un certo ritardo. Pertanto, la riduzione dei tassi non si tradurra' immediatamente in un rafforzamento dei consumi. In termini di posizionamento, restiamo difensivi sul credito. Cio' e' dovuto sia alla nostra preoccupazione sui consumatori che sull'economia, ma anche al fatto che gli spread creditizi sono a livelli storicamente ridotti.

Prevediamo un ampliamento degli spread in futuro e preferiamo sfruttare questi momenti come punti di ingresso per aumentare l'esposizione al credito.

* Co-Head of Credit Markets ** Senior Credit Analyst, TCW "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 16-09-24 13:56:23 (0365) 5 NNNN

 


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