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T. Rowe Price: non c'e' motivo per farsi prendere dal panico - PAROLA AL MERCATO

di Se'bastien Page* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 ago - La volatilita' del mercato e' aumentata durante la sessione di trading di lunedi' 5 agosto. La debolezza dei mercati azionari asiatici, caratterizzata da un calo di oltre il 12% dell'indice giapponese Nikkei 225 (in valuta locale), si e' manifestata anche nei mercati statunitensi ed europei.

Il CBOE Volatility Index, o VIX, che misura la volatilita' attesa nell'indice S&P 500 in base al prezzo delle opzioni, e' salito al livello piu' alto da novembre 2020.

Le turbolenze di mercato sono state estreme, ma lo sono state anche il sentiment e il posizionamento di propensione al rischio in vista del sell-off. Alcuni fattori richiamano alla cautela: un'operazione di "carry" di lunga durata finanziata dallo yen che ha cercato di sfruttare i bassi tassi di interesse del Giappone per finanziare l'acquisto di un'ampia gamma di asset di rischio e i forti rendimenti dell'S&P 500 nella prima meta' dell'anno, derivanti da una manciata di titoli mega-cap e dall'entusiasmo per il valore che i progressi nell'intelligenza artificiale potrebbero creare.

Quali sono le ragioni di questi movimenti? I recenti sviluppi negli Stati Uniti hanno suggerito che le probabilita' di recessione potrebbero essere piu' alte di quanto il mercato avesse prezzato un paio di settimane fa.

I dati sull'inflazione pubblicati a luglio hanno mostrato segni di indebolimento e hanno rafforzato l'opinione che la Federal Reserve avrebbe ridotto i tassi di interesse a settembre. Poi, la serie di dati economici piu' deboli del previsto della scorsa settimana ha spinto i mercati a mettere in discussione la visione di consenso di un atterraggio morbido per l'economia.

I dati sui salari non agricoli hanno mostrato che l'economia ha creato meno posti di lavoro del previsto a luglio e il tasso di disoccupazione e' balzato inaspettatamente al 4,3% dal 4,1%. Nel frattempo, l'indicatore dell'attivita' manifatturiera dell'Institute for Supply Management (ISM) e' sceso al livello piu' basso dallo scorso novembre.

Questi segnali di debolezza dell'economia statunitense hanno costretto il mercato a considerare la possibilita' che la Fed possa essere in ritardo rispetto alla curva e debba allentare la politica monetaria potenzialmente piu' rapidamente del previsto. E questa possibilita', combinata con l'aumento dei tassi da parte della Banca del Giappone, ha sollevato interrogativi sul popolare carry trade yen/dollaro.

Nonostante questo, non serve farsi prendere dal panico Fattori tecnici, come l'eccesso di ottimismo nel posizionamento che si e' accumulato prima del sell-off, sembrano essere alla base di gran parte della volatilita' del mercato. E ricordiamoci che non tutti i dati economici sono stati preoccupanti. Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti ha sorpreso al rialzo nel secondo trimestre, mentre l'ultima lettura della misura dell'attivita' dell'ISM nel settore dei servizi e' rimasta a livelli che indicano un'espansione.

Mi sembra che il mercato stia dicendo "crisi", ma non sono sicuro che ci sia una crisi vera e propria. Il rischio, come sempre, e' che questo tipo di previsioni possa auto-avverarsi.

*CIO e Head of Global Multi-Asset, T. Rowe Price "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 07-08-24 12:50:58 (0325) 5 NNNN

 


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