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Schroders: Usa, quali implicazioni di una vittoria di Trump per l'economia? - PAROLA AL MERCATO -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 lug - Le misure protezionistiche potrebbero comportare rischi inflazionistici L'asse centrale dell'agenda economica di Trump e' il protezionismo. Quando era Presidente, ha paventato problemi di sicurezza nazionale per innalzare le tariffe doganali in base ai poteri della cosiddetta Sezione 232. Pechino e' stato il bersaglio piu' colpito, con un dazio medio sulle importazioni dalla Cina che e' salito dal 3% a quasi il 20% durante il suo mandato. In caso di rielezione, Trump ha proposto di aumentarle al 60% e di eliminare gradualmente tutte le importazioni di beni essenziali dalla Cina. Inoltre, le importazioni dal resto del mondo sarebbero soggette a una tariffa di base del 10%.

Se attuate, queste proposte rappresenterebbero un significativo shock inflazionistico. Tuttavia, sospettiamo che Trump non abbia intenzione di dare pieno seguito a queste proposte, ma di sfruttarle in modo mirato per ottenere concessioni commerciali.

Tre fattori dovrebbero contribuire a smorzare l'impatto inflazionistico delle tariffe. In primo luogo, e' probabile che il dollaro si apprezzi, soprattutto nei confronti del renminbi, dato che Pechino probabilmente perseguira' una svalutazione. In secondo luogo, l'ampliamento dei margini di profitto delle imprese dopo la pandemia dovrebbe servire ad assorbire i maggiori costi di importazione. In terzo e ultimo luogo, le merci potrebbero essere indirizzate verso paesi che hanno condizioni commerciali piu' favorevoli con gli Stati Uniti, come sembra aver fatto la Cina dall'inizio della guerra commerciale.

L'immigrazione potrebbe rivelarsi una sfida maggiore Questa volta, una stretta sull'immigrazione avrebbe probabilmente effetti piu' dirompenti rispetto al precedente mandato di Trump alla Casa Bianca. La crescita dei posti di lavoro negli ultimi anni e' stata quasi interamente guidata da lavoratori nati all'estero. La diminuzione dell'immigrazione potrebbe quindi esacerbare la scarsita' di lavoratori, in particolare in settori fortemente dipendenti dalla manodopera straniera come l'agricoltura e l'edilizia.

Questo potrebbe portare a una ripresa della crescita dei salari che alimenterebbe ulteriormente le pressioni inflazionistiche.

Di per se', l'aumento dell'inflazione e la minore creazione di posti di lavoro costituirebbero un vento contrario per l'economia. Tuttavia, ci aspettiamo che cio' sia piu' che compensato da varie politiche di promozione della crescita.

Tra queste, la piu' importante sara' la promessa di Trump di estendere le disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) del 2017 che scadranno l'anno prossimo.

La crescita dovrebbe essere sostenuta anche dal programma di deregolamentazione di Trump. Uno dei maggiori beneficiari sarebbe il settore energetico. Trump si e' impegnato a porre fine ai ritardi nei permessi federali di trivellazione e nei contratti di locazione, a rimuovere i limiti alle esportazioni di gas naturale e a ritirare le norme sulle emissioni delle automobili che entreranno in vigore nel 2032.

La vittoria di Trump potrebbe portare a una crescita piu' forte e un'inflazione piu' elevata Se Trump dovesse vincere le elezioni, ci aspettiamo che la crescita degli Stati Uniti sara' piu' forte e l'inflazione piu' solida. Tuttavia, la campagna elettorale di Trump e' stata poco dettagliata ed e' quindi difficile fare ipotesi sulla politica economica.

Siamo certi che la maggior parte dell'impatto macroeconomico non si fara' sentire prima del 2026. Non solo per il tempo necessario a legiferare e ad attuare il suo programma, ma anche per i ritardi associati al meccanismo di trasmissione della politica che, alla fine, si ripercuotera' sull'attivita' e sui prezzi.

In termini di crescita, la nostra analisi suggerisce che l'economia statunitense si espanderebbe del 2,2% nel 2025 sotto una seconda presidenza Trump. Accelererebbe poi al 2,7% nel 2026 con l'avvio delle politiche di promozione della crescita dell'amministrazione, prima di rallentare al 2,3% nel 2027 con l'aumento dell'inflazione che pesera' sulla spesa dei consumatori.

* Senior US Economist, Schroders "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 22-07-24 14:52:26 (0382) 5 NNNN

 


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