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Natixis IM: quanto puo' crescere l'Harris Trade? - PAROLA AL MERCATO

di Garrett Melson* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 27 lug - Sulla scia del primo dibattito presidenziale, i mercati si sono rapidamente mossi per prezzare una vittoria di Trump, mettendo in atto una strategia molto simile a quella del primo mandato di Trump, un'operazione che si e' accelerata sulla scia dell'attentato, con gli investitori che si aspettano sempre piu' non solo una vittoria di Trump, ma anche una vittoria rossa del Congresso. Fino a questa settimana abbiamo sentito parlare davvero poco di una potenziale coalizione, lasciando che gli investitori si focalizzassero sui nomi tradizionali dell'energia, sui settori beneficiari della deregolamentazione e degli sviluppi lato fiscale, come i finanziari, le criptovalute e le small cap, e sulle aree del mercato sensibili al ciclo che beneficerebbero di un'agenda presumibilmente orientata alla crescita. O almeno cosi' dice la narrativa. Sebbene gli investitori abbiano indicato l'irripidimento della curva dei rendimenti come un ulteriore esempio di Trump Trade, questo non supera tutti I test.

L'irripidimento che abbiamo visto nei 2 e 10 anni e' stato interamente una funzione del rally della parte anteriore piu' che della parte lunga - mercato toro che si irrobustisce. Ma soprattutto, la parte lunga si e' unita al rally, con i rendimenti nominali e reali a 10 anni entrambi inferiori ai livelli precedenti al dibattito. In effetti, si potrebbe sostenere che i tassi piu' lunghi avrebbero dovuto salire di piu' data l'entita' della sorpresa al ribasso dell'IPC di giugno, ma tutto sommato i mercati dei tassi non sembrano riflettere un contesto di crescita nominale piu' elevata in caso di vittoria di Trump, come suggerisce la narrativa.

Sebbene una vittoria di Trump sia certamente favorita, il repricing sembra essere in una certa misura anticipato. Gran parte di questa rivalutazione e' di natura speculativa e si basa su ipotesi un po' ingenue di come sarebbe una seconda presidenza Trump. Nonostante la preoccupazione per i vincitori e i vinti delle elezioni, storicamente l'effetto delle elezioni e' piuttosto breve, con il ciclo degli utili che alla fine determina l'andamento del mercato dopo le elezioni. Che cosa potrebbe accadere? A prescindere da qualsiasi pressione politica da parte di Trump, la Fed rimane indipendente e dipendente dai dati; questi ultimi e i recenti discorsi della Fed mostrano che una ricalibrazione della politica e' imminente: il ciclo di allentamento iniziera' a settembre e la Fed probabilmente seguira' un ritmo misurato di riduzioni trimestrali dei tassi, a meno che non emergano ulteriori debolezze nei mercati del lavoro o nella crescita economica piu' ampia. Il commercio rimane una notevole wild card e un'area in cui Trump continua ad avere forti convinzioni e la flessibilita' di agire in modo ampiamente unilaterale senza l'approvazione del Congresso. L'aumento dei dazi non solo sulla Cina ma anche sull'Europa rischia di pesare sulla crescita, sia interna che estera. I tagli alle tasse sono preoccupanti nella misura in cui le politiche previste dal Tax Cuts and Jobs Act saranno prorogate e potenzialmente nuovi tagli saranno presentati. Rimangono molte incognite per quanto riguarda i vincitori e i perdenti effettivi e il piu' ampio impulso fiscale alla crescita.

Con un'aspettativa di consenso cosi' prezzata nei mercati, c'e' sempre il rischio di una dinamica del tipo 'buy the rumor, sell the news'. E nel frattempo, c'e' il rischio che l'ottimismo venga meno a seconda dei cambiamenti dei sondaggi e potenzialmente anche dei cambiamenti dei candidati.

Inoltre, con la notizia del fine settimana del ritiro di Biden l'appoggio a Kamala Harris, il pendolo narrativo e l'andamento del mercato hanno ancora piu' spazio per tornare indietro rispetto alla performance dell'ultima settimana, che sembrava prezzare una vittoria quasi certa di Trump. E data l'impennata della raccolta fondi e l'accesso ai fondi della campagna elettorale della Harris, c'e' tutto il tempo per un braccio di ferro tra il Trump Trade prevalente e l'Harris trade, che probabilmente riportera' in gioco uno scenario di stallo a Capitol Hill.

In fin dei conti, gli impatti politici sui mercati sono in genere di breve durata. In effetti, qualsiasi esito delle elezioni comporta rischi sia positivi che negativi, in particolare una vittoria di Trump e una potenziale ondata rossa, ma le societa' hanno dimostrato piu' volte il loro dinamismo e la loro capacita' di adattamento, il che suggerisce agli investitori di confidare nella capacita' dei mercati di scrollarsi di dosso qualsiasi impatto a breve termine degli sviluppi elettorali, dato che il contesto economico fondamentale rimane costruttivo.

*Portfolio Strategist NIM Solutions "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 27-07-24 11:28:00 (0195) 5 NNNN

 


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