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LFDE: banche centrali, Fed pronta a cambiare rotta - PAROLA AL MERCATO

di Clement Inbona * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 set - L'inflazione continua a frenare, lasciando le mani libere alle banche centrali. Nel frattempo, il famoso obiettivo del 2% sembra a un passo dall'essere raggiunto sia negli Stati Uniti che nell'Eurozona. Ad agosto, l'inflazione tedesca e' pari esattamente al 2,0% su base annua; in Francia e' all'1,9%, ma si colloca al 2,2% per tutta l'Eurozona. Negli Stati Uniti, l'inflazione PCE[1], misura preferita della Fed, si situa al 2,5%. Naturalmente i dati sull'inflazione core sono un po' piu' elevati, ma la tendenza e' simile. Inoltre, gli inflation surprise index di Citigroup sono in territorio negativo, segno che gli economisti sottovalutano da alcuni mesi la rapidita' del calo. Come ha dichiarato il presidente Jerome Powell durante il simposio di Jackson Hole a fine agosto, 'e' giunto il momento di adeguare la strategia'. Ci sara' quindi il pivot della Fed, vale a dire l'inversione di rotta con l'avvio della fase di ribasso dei tassi a partire dalla prossima riunione del direttivo, prevista per il 18 settembre. Si tratta di una dichiarazione intenzionalmente ambivalente, giacche' un 'adeguamento della strategia' implica anche un cambiamento nell'obiettivo prioritario della Fed.

La Federal Reserve ha un triplice mandato: stabilita' dei prezzi, piena occupazione e mantenimento a un livello moderato dei tassi a lungo termine. La frenata dell'inflazione permette alla Fed di focalizzarsi ora sul mantenimento di un mercato del lavoro solido. Meglio cosi', visto che negli Stati Uniti emergono diverse fragilita': stagnazione delle offerte di lavoro, riduzione del ricorso al lavoro interinale, aumento della disoccupazione giovanile..

le tensioni che finora si intravedevano sotto la superficie sono ora ben visibili. La disoccupazione di luglio, al 4,3%, ha fatto scattare quella che gli esperti chiamano la regola di Sahm: quando la media del tasso di disoccupazione degli ultimi tre mesi e' superiore dello 0,5% al livello minimo degli ultimi dodici mesi, subito dopo gli Stati Uniti entrano sistematicamente in recessione. Una regola mai smentita negli ultimi 80 anni. Ora il peggioramento del tasso di disoccupazione ha reso concreto il superamento di questa soglia, una circostanza preoccupante per la Fed e per i mercati alla luce delle turbolenze di inizio agosto. E' tuttavia opportuno precisare che la regola di Sahm e' una semplice statistica storica che riflette un deterioramento rapido del mercato del lavoro. Non si tratta quindi di un meccanismo implacabile destinato inesorabilmente a ripetersi.

D'altra parte, l'inversione della curva dei tassi, un altro parametro ritenuto un precursore della recessione, non lancia forse falsi segnali da due anni a questa parte? I mercati inaugurano quindi una nuova fase, in cui prevarra' il vigore dell'attivita' economica e in particolare dell'occupazione. Per quanto riguarda la politica monetaria, la domanda non e' piu' 'quando ci sara' l'inversione di rotta' ma 'quanti tagli ci saranno?'. Le banche centrali hanno il dito pronto sul grilletto, sta agli investitori prevedere la cadenza di tiro.

* gestore di La Financiere de l'Echiquier "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 07-09-24 13:37:57 (0294) 5 NNNN

 


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