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GAM: la musica dei mercati suona ancora a Wall Street - PAROLA AL MERCATO

di Carlo Benetti* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 28 lug - Prosegue il 'whataboutery', ovvero continua la confusione nella politica e nell'economia, prosegue il confronto inconcludente che spiazza la discussione razionale e avvelena il dialogo (il 'whataboutery' e' il termine inglese relativo alla pratica dialettica di evitare un argomento 'buttando la palla in tribuna').

L'attentato a Donald Trump ha riportato in evidenza la polarizzazione ideologica della politica americana ma, a guardare bene, la polarizzazione e' un fenomeno che riguarda tutte le democrazie occidentali, innervate dallo scontro e da opposte ribellioni: da una parte i gesti estremi degli attivisti per il clima, che esortano a cambi radicali negli stili di vita e di consumo, dall'altra la paura che i cambiamenti radicali saranno imposti dalla 'sostituzione etnica'. Se la politica e' alle prese con fenomeni nuovi, i banchieri centrali di Francoforte sono alle prese con una questione antica, l'efficacia della comunicazione, il 'whataboutery' non risparmia neppure loro.

L'esito della riunione della Banca Centrale Europea che ha lasciato i tassi fermi al 3,75% non ha generato sorprese, l'attesa era per il comunicato e le parole di Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine dell'incontro. Ci si aspettava che la presidente desse indicazioni sulle prossime azioni e sulla probabile intensita' degli interventi. Ma Lagarde ha deluso, ha 'buttato la palla in tribuna' con dichiarazioni non impegnative.

La comunicazione resta il punto debole della Banca Centrale Europea, eppure e' uno degli strumenti piu' efficaci per orientare le aspettative, tanto piu' necessario in un momento in cui 'l'incertezza macroeconomica, anche per ragioni geopolitiche, e' particolarmente alta' annota il professor Masciandaro.

L'insistenza sulla 'dipendenza dai dati' e' un modo elegante per evitare di ammettere di non sapere cosa fare, un mantra che rivela una contraddizione stigmatizzata anche da Robert Zoellick, ex presidente della Banca Mondiale: i dati ai quali ancorare le decisioni sono mensili, il piu' delle volte le prime letture vengono corrette in seguito e, soprattutto, gli effetti delle azioni monetarie si avvertono con uno strutturale lag temporale. I banchieri di Francoforte sono intrappolati nell'alternativa di tagli prematuri, che potrebbero arrestare l'inflazione a un livello troppo alto, o di tagli tardivi, costosi per una economia che cresce a fatica.

*Market Specialist di GAM (Italia) SGR.

Red-

(RADIOCOR) 28-07-24 16:35:21 (0400) 5 NNNN

 


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